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lunedì 15 settembre 2014

Le promesse mancate di Matteo Renzi

Cari amici ed amiche,

leggete l'articolo del blog dell'amico Giuseppe Sagliocco "Liberalmind" , l'articolo che è intitolato "Le promesse mancate dal governo. La realtà sbugiarda Renzi".
Queste sono state le promesse:

1) marzo 2014: riforma del Lavoro;
2) aprile 2014: riforma della Pubblica amministrazione;
3) maggio 2014: riforma del Fisco;
4) giugno 2014: riforma della Giustizia.

Il presidente del Consiglio si era impegnato inoltre:
a) a pagare entro luglio 2014 tutti i debiti residui della Pubblica amministrazione, pari a 68 miliardi di euro;
b) a un piano da 3,5 miliardi per l’edilizia scolastica;
c) alla riduzione dell’Irap per le aziende del 10%;
d) a dare 80 euro al mese a chi ne guadagna meno di 1.500.
Andiamo per ordine:

1. LA RIFORMA DEL LAVORO

Sul cosiddetto “Jobs act”, Matteo Renzi ha vinto le primarie del Partito Democratico, e una volta assunto il ruolo di Presidente del Consiglio si è impegnato ad approvare il “pacchetto lavoro” entro marzo 2014.
Il 12 marzo 2014, il Consiglio dei ministri ha approvato:

• un disegno di Legge delega in materia di ammortizzatori sociali, di servizi per il lavoro e di politiche attive, di semplificazione delle procedure e degli adempimenti, di riordino delle forme contrattuali e di conciliazione dei tempi di lavoro con le esigenze genitoriali;
• un decreto Legge “contenente disposizioni urgenti per favorire il rilancio dell’occupazione e per la semplificazione degli adempimenti a carico delle imprese. Un provvedimento urgente che prevede, tra le altre cose, interventi di semplificazione sul contratto a termine e sul contratto di apprendistato per renderli più coerenti con le esigenze attuali del contesto occupazionale e produttivo”, recita il comunicato stampa. Ad oggi:


• il disegno di Legge delega giace al Senato, dove è stato assegnato alla commissione Lavoro il 3 aprile 2014, e l’iter è fermo;
• il decreto Legge cosiddetto “Poletti”, apprezzabile nella sua versione iniziale, è stato stravolto in Parlamento sotto il ricatto della Cgil.
Gli ultimi dati Istat sono stati pubblicati il 29 agosto e si riferiscono al mese di luglio 2014: la disoccupazione segna il nuovo record del 12,6% e quella giovanile raggiunge quota 42,9%

2. LA RIFORMA DELLA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE

La riforma della Pubblica amministrazione era in calendario per il mese di aprile.

L’ultimo giorno utile, mercoledì 30 aprile, sono state presentate le linee guida in conferenza stampa ed è stata aperta una consultazione popolare di un mese, dal 30 aprile al 30 maggio.


Il Consiglio dei Ministri ha approvato il relativo decreto venerdì 13 giugno. Il decreto è stato fermo al Quirinale per oltre 10 giorni e la pubblicazione in Gazzetta ufficiale è avvenuta solo il 24 giugno.
Il provvedimento è stato approvato in via definitiva il 7 agosto. Il governo dovrebbe preparare anche un disegno di Legge delega, ma al momento non c’è nulla di scritto.
3. LA RIFORMA DEL FISCO

La riforma del fisco era in calendario per il mese di maggio.


È il compito più facile tra quelli che Renzi si è dato. Basterebbe, infatti, scrivere i decreti legislativi di attuazione della delega fiscale, approvata in via definitiva dal Parlamento il 27 febbraio 2014.
Ad oggi, sono passati più di 4 mesi e ancora nulla di fatto, né possono ritenersi sufficienti i 2 decreti legislativi esaminati in bozza dal Consiglio dei ministri il 20 giugno 2014.
Parliamo dei decreti legislativi recanti:
• “Semplificazione fiscale e dichiarazione dei redditi precompilata”;
• “Composizione, attribuzioni e funzionamento delle commissioni censuarie”.

Più di questi due titoli non si sa nulla.

Nel frattempo:

• dal 1° luglio 2014 la tassazione sul risparmio, che Renzi impropriamente chiama “rendite finanziarie”, è aumentata dal 20% al 26%;
• gli italiani sono “appesi” al pagamento, il 16 ottobre 2014, della Tasi, la nuova tassa sulla casa che, rispetto al 2011, ha triplicato la pressione fiscale sulle proprietà immobiliari degli italiani (da un gettito di circa 10 miliardi di euro, prima casa esclusa, nel 2011 a oltre 30 miliardi di euro previsti per il 2014).
4. LA RIFORMA DELLA GIUSTIZIA


Come è nello stile Renzi, il presidente del Consiglio si è ridotto all’ultimo telegiornale dell’ultimo giorno utile per presentare la sua “riforma della giustizia”, annunciata per il mese di giugno 2014.
Così il 30 giugno ha presentato i 12 punti (12 titoli), da cui dovevano derivare altrettanti provvedimenti da approvare il 1° settembre, cioè oggi. Ma al momento nessuna traccia
.".

Ringrazio Giuseppe.
Oltre a ciò, vi sarà anche la stangata della TARI, la Tassa sui Rifiuti.
Per 280.000 contribuenti (come i fioristi ed i possessori di pescherie) potrebbe essere un vero e proprio "bagno di sangue".
Inoltre, secondo Confcommercio, la Tassa sui Rifiuti potrebbe aumentare anche del 600%.
Lo stesso discorso potrebbe valere anche per le famiglie.
Oltre a questo, è in arrivo un'altra stangata anche per le case ricevute in eredità.
Inoltre, si dovrebbero abolire certi privilegi fiscali, come quelli delle cooperative.
Evidentemente, Renzi non toccherà questi privilegi, anche perché il suo Ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, è presidente di Legacoop.
In nome della "spending review", il Governo presieduto da Renzi ha chiuso ambasciate e consolati, abbandonando di fatto intere comunità italiane all'estero.
Le riforme che sono state fatte sono state fatte male.
Basti pensare alla riforma che dovrebbe abolire le Province.
Ne ha ha abolito solo gli organi elettivi ma gli apparati burocratici (che costano tanto) restano.
Renzi aveva deciso di riformare la giustizia.
Peccato che la riforma sia stata "smontata" appena i magistrati hanno iniziato a protestare.
Addirittura, non vengono toccate nemmeno le loro ferie.
Intanto, i redditi degli italiani sono tornati ai livelli di quelli di trenta anni fa.
La cosa grave è il fatto che (a differenza di quanto accadeva ai Governi del presidente Berlusconi) il Governo Renzi non abbia avuto un'opposizione pregiudiziale, un'opposizione che in passato portava anche ad un vero e proprio tifo contro l'Italia.
Per esempio, in una trasmissione che va in onda su "Canale Italia" (canale 53 del digitale terrestre) l'ex-Ministro della Giustizia ed ex-Viceministro delle Infrastrutture Roberto Castelli ha detto che quando lui era al governo la sinistra ricorreva anche alla sede europea per fare sì che certe opere pubbliche importante non fossero approvate.
Renzi non ha contro questa opposizione pregiudiziale.
Eppure, egli non sta facendo niente.
Cordiali saluti.



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Il peggio della politica continua ad essere presente

Ringrazio un caro amico di questa foto.