Su "Atlantico Quotidiano", vi è un articolo di Franco Carinci che è intitolato "La pandemia passa, le lesioni costituzionali restano: travolto il principio di proporzionalità".
Ne riporto questo stralcio:
Solo che dopo l’attimo di stupore ammirato, andandoci un po’ più dentro, gli sembrerebbe un approccio megalomane quello di presumere di controllare al cento per cento il diffondersi di un virus che ora nella variante Omicron si diffonde in modo incontenibile, fino a bloccare il traffico aereo col Sudafrica, come se questo solo potesse impedirne l’arrivo in Italia".
Questo è il dato di fatto.
In Paesi come il Regno Unito e la Spagna cadono le restrizioni.
La variante Omicron del Covid è molto contagiosa ma non è pericolosa come altre.
Eppure, si continua a chiudere e vi sono molti italiani che applaudono alle scelte incomprensibili del Governo.
Lo stereotipo sugli italiani citato nell'articolo di Carinci esiste ancora.
Lo stereotipo sugli italiani citato nell'articolo di Carinci esiste ancora.
Durante il fascismo, gli italiani erano tutti fascisti.
Dopo la caduta del fascismo, gli italiani erano diventati antifascisti.
Ci sono ancora troppi italiani che non si rendono conto della situazione e che vedono le scelte degli altri, come quelle del Regno Unito, come "azzardate".
Addirittura, c'è chi dice: "Chissà quanti contagi ci saranno nel Regno Unito".
Io rispondo affermando che i contagi non contano nulla.
Una malattia che contagia centomila persone e ne uccide solo una può essere giudicata come una malattia pericolosa?
Direi di no.
Certo, non dovrebbe morire nessuno e si dovrebbe fare sì che si potessero conoscere le cause della morte di quella persona, per evitare il ripetersi del caso.
Al contrario, una malattia che su centomila persone contagiate ne manda in terapia intensiva settantacinquemila e di queste settantacinquemila ne uccide cinquantamila è una malattia pericolosa.
Purtroppo, qui in Italia vi è una situazione distopica.
Si continua a chiudere tutto ma i contagi salgono.
Il Governo dice che va tutto bene mentre tante attività chiudono.
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