Su "Atlantico Quotidiano", vi è un articolo di Gianluca Spera che è intitolato "L’approccio equilibrato e non coercitivo premia Londra e condanna il “modello Draghi-Speranza”".
Ne riporto questo stralcio:
"“Vogliamo mantenere un approccio volontario, non coercitivo come quello di altri Paesi”. Il premier inglese, Boris Johnson, trattato dall’informazione italiana alla stregua di uno sprovveduto con la chioma scompigliata, dopo qualche incertezza iniziale, si è forse dimostrato uno dei pochi leader mondiali che ha saputo indicare una strategia equilibrata per uscire dalla fase pandemica. Al di là del partygate che lo tiene sulla graticola in queste ore e può compromettere la sua carriera politica (nel Regno Unito sono piuttosto inflessibili di fronte a comportamenti poco seri di chi detiene il potere), durante questi due anni, Johnson non ha mai seguito l’esempio dell’Europa continentale né il tanto declamato modello italiano che ha sacrificato diritti e libertà sull’altare del dogma sanitario e, a volte, di teoremi che rasentano la superstizione".
Il modello britannico funziona.
Nel Regno Unito si è scelto un modello di vaccinazione collaborativa e non coercitiva ed i dati stanno dimostrando che questa scelta è vincente.
La gente si è vaccinata senza terrorismo di nessun tipo e senza nessun tipo di grossa restrizione.
I contagi da Covid calano.
Dunque, il premier britannico Boris Johnson ha vinto.
Perché il nostro Governo non vuole fare altrettanto?
Perché non si riesce a riprodurre qui in Italia un modello simile a quello nel Regno Unito?
La gente si vaccinerebbe anche se ci fosse un modello non coercitivo come il nostro.
Questa è la differenza tra una società liberale e democratica ed una tendente al paternalismo di Stato.
Che tipo di Paese vogliamo essere noi?
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