Cari amici ed amiche.
Sul giornale, "L'Italiano" è comparso questo articolo scritto da Gian Luigi Ferretti (MAIE) ed intitolato "Carozza: scherzi da prete al CGIE o intollerabile prepotenza?"
Di questo articolo è interessante la parte che recita:
"Un terzo (per ora) dei Consiglieri del Cgie ha firmato la richiesta
di Carlo Consiglio di mettere all'Ordine del giorno dell'Assemblea
generale di fine mese il punto: "Connazionali in Svizzera truffati dal
dirigente di un Ente di Patronato. Discussione e provvedimenti" e
quindi, essendo le firme già molto superiori a quelle richieste
dall'art. 2 comma 1 del Regolamento, al Segretario generale non restava
altra scelta che iscrivere il punto all'ordine del giorno.
Ma Elio
Carozza, evidentemente convinto che il Cgie sia roba sua e di essere
quindi al di sopra delle regole, ha reagito malissimo ed ha risposto con
uno scherzo di pessimo gusto, chissà come rideva mentre lo metteva in
atto.
Chi frequenta il Cgie sa che al venerdì, ultimo giorno dei
lavori, i partecipanti man mano se ne vanno per raggiungere i propri
aerei, tanto che quando si arriva agli ultimi punti dell'Odg
regolarmente la sala è semivuota e viene a mancare il numero legale.
Che si è inventato allora il buon Carozza. Ha inserito all'ultimissimo
punto (addirittura dopo le varie ed eventuali!!!): "Caso Giacchetta a
Zurigo: solidarietà ai 47 connazionali coinvolti nella truffa". Chissà
come avrà stabilito sarebbero solo 47 i truffati, che lui preferisce
chiamare "coinvolti", termine utilizzabile sia per il carnefice che per
la vittima.
Che gran furbata, deve avere pensato mentre invece si
tratta di una provocazione cattiva perpetrata con arroganza, scherno ed
assoluto disprezzo per le regole e per una parte consistente del CGIE.
Vedo già la scena: mentre i pochi rimasti sono già in piedi intenti ad
infilarsi i cappotti, Carozza al microfono:"Attenzione un attimo -
ultimo punto, solidarietà ai coinvolti nella truffa di Giacchetta - Va
bene, solidarietà data - Buon rientro a tutti".".
Gli italiani all'estero vanno tutelati di più.
Il Consiglio Generale degli Italiani all'Estero deve essere l'organo che tutela gli interessi degli italiani emigrati all'estero.
Esso deve fare da trait d'union tra le comunità degli italiani emigrati nel mondo e l'Italia, portando i problemi delle succitate comunità all'attenzione delle istituzioni.
Per esempio, esso potrebbe interloquire con il Governo italiano, per trattare le questioni inerenti alle pensioni dei cittadini emigrati all'estero o anche casi come quello della "truffa" subita dai 47 italiani residenti in Svizzera di cui l'articolo parla.
Il CGIE deve fare qualcosa.
Altrimenti, esso sarebbe solo un altro carrozzone che peserebbe sulle tasche degli italiani.
Il CGIE deve tutelare gli italiani nel mondo.
A fronte della vicenda della "truffa", il CGIE deve interloquire con il Parlamento ed il Governo italiani, i quali debbono dare risposte, per esempio facendo attivare le strutture consolari perché facciano rete con i patronati e pongano rimedio a quel fatto increscioso.
Se non facessi ciò, il CGIE non servirebbe a nulla.
Cordiali saluti.
The Liberty Bell of Italy, una voce per chi difende la libertà...dalla politica alla cultura...come i nostri amici americani, i quali ebbero occasione di udire la celebre campana di Philadelphia nel 1776, quando fu letta la celeberrima Dichiarazione di Indipendenza. Questa è una voce per chi crede nei migliori valori della nostra cultura.
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Il mio libro, in collaborazione con Morris Sonnino
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Il peggio della politica continua ad essere presente
Ringrazio un caro amico di questa foto.
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