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Una voce libera per tutti. Sono Antonio Gabriele Fucilone e ho deciso di creare questo blog per essere fuori dal coro.

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sabato 23 novembre 2013

No al reddito di cittadinanza!

Cari amici ed amiche.

Sul blog "Campari & De Maistre"  è comparso un articolo intitolato "Due motivi per dire no al reddito di cittadinanza".
Sono d'accordo con quanto scritto:

"Le considerazioni di tipo economico richiedono una chiara consapevolezza del disegno complessivo dei 5 Stelle: dal loro punto di vista, il reddito di cittadinanza non è che il primo passo verso la "decrescita felice". Grillo lo dichiara in modo abbastanza esplicito: la disoccupazione è un falso problema, l’espansione non è sostenibile, bisogna ridurre la produttività e i consumi e quindi lavorare di meno, cercando la felicità (così suppongo) in qualcosa di diverso dal benessere, dall’impegno professionale o dal prestigio sociale. 

Per avvalorare la sua tesi, Grillo si è servito persino di argomentazioni simil-luddiste e simil-marxiane, sostenendo che anche a voler rilanciare l’occupazione, le innovazioni tecnologiche finirebbero con il ridurre il fabbisogno di manodopera, incoraggiando la concorrenza tra lavoratori e quindi spingendo in basso i salari. Una clamorosa stupidaggine. Pure un bambino si accorgerebbe che lo sviluppo della tecnica, anziché ridurre l’occupazione e ingrossare l’"esercito industriale di riserva", ha creato innumerevoli opportunità di lavoro e investimento. E solo un cretino si lagnerebbe del fatto che una gru possa sostituire centinaia di operai: uno dei motivi per cui gli Egizi non avrebbero saputo che farsene di un braccio meccanico, era che disponevano in abbondanza di schiavi. Altro che guerra tra poveri. 


Ma al di là delle strampalate dimostrazioni del comico genovese, bisogna mettere in luce due questioni. Anzitutto, sembra lecito attendersi, dall’introduzione del famoso assegno di 600 euro, l’innesco di una spirale inflazionistica: in un primo momento, per l’ovvia esigenza di adeguare i profitti al livello dei redditi; poi, come effetto finale di un innalzamento dei salari. Ma quel che è più preoccupante, quel che infine conduce all’iperinflazione, è il problema delle "coperture". Per ora, si possono individuare voci di spesa da tagliare. Si può supporre anche di depredare i ricchi, ammesso che costoro accettino di diventare gli agnelli sacrificali di questo scempio assistenzialista e, anziché fuggire in Svizzera, continuino a produrre e a farsi salassare. Prima o poi, però, non ci sarà più nulla da tagliare e nessun ricco da tassare. Motivo per cui si dovrà uscire dall’Unione Europea e dotarsi di una Banca Centrale che stampi moneta. Con un’economia che dovrebbe decrescere, con una sommatoria di beni e servizi sempre più bassa, la crescente massa di denaro circolante diverrebbe carta straccia, non avendo alcun corrispettivo "reale". Per non parlare della sciagura politica che si nasconde dietro la fantasia veterotestamentaria dei fiumi di latte e della manna dal cielo: la follia, cioè, di affidare la linfa del sistema economico a un manipolo di burocrati, sia pure eletti dal popolo – anzi, l’elezione diretta configurerebbe uno scenario persino peggiore. Almeno, Draghi deve preoccuparsi di rispettare regolamenti comunitari; immaginate in che modo un politico userebbe la leva monetaria per condizionare l’opinione pubblica.
".


Oltre a ciò, aggiungo un'altra cosa.
Da disoccupato, non voglio il reddito di cittadinanza ma voglio lavorare. 
L'Italia ha un problema di tasse alte, a cui si aggiungono la forte disoccupazione e l'invecchiamento della popolazione. 
Ora, le persone che lavorano sono sempre meno ed aumentano i pensionati.
Se non si creano nuove opportunità di lavoro, per fare entrare nuovi giovani nel mondo del lavoro, la gente che lavora sarà sempre meno e la base imponibile (l'insieme di coloro che possono pagare le tasse) si assottiglierà sempre di più e ci sarà difficoltà a fare avere le pensioni ai pensionati.
Questo genererà uno squilibrio.
I soliti trolls "grillini" mi attaccheranno, dandomi del "prostituto" ma la realtà è questa.
L'idea del reddito di cittadinanza è praticabile solo se c'è la disoccupazione sotto controllo (massimo al 3 %) e solo per un tempo limitato, ossia per un paio di mesi massimo, entro i quali il disoccupato dovrà trovare lavoro.
In caso contrario, la persona non avrà più diritto di avere nessun sussidio. 
Qui in Italia la disoccupazione è fuori controllo (al 12 % e sarà destinata a salire) e ci sono persone disoccupate da parecchio tempo, molte delle quali si sono rassegnate.
Non è il mio caso.
Io continuo a cercare lavoro.
Beppe Grillo ed i suoi devono finirla di illudere la gente!
Loro parlano di "reddito di cittadinanza" ed attaccano la classe politica.
Il loro programma, però, non porta niente di buono.
Esso è un coacervo di luddismo, marxismo e socialismo utopico.
Basti pensare al no alla TAV Lione-Torino. 
Questo programma non ha nulla di costruttivo.
Grillo ed i suoi vogliono l'acqua ed i servizi pubblici, illudendo i cittadini, parlando loro convenienza.
Però, le gestioni pubbliche hanno costi che pesano sulle tasche dei cittadini.
Grillo ed i suoi la piantino.
Loro pagheranno tutto questo perché illudere una persona significa fare delle promesse che non si potranno mantenere.
Quando si illude una persona, quest'ultima si ribella, non appena scopre l'inganno.
Cordiali saluti.




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