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Il mio libro, in collaborazione con Morris Sonnino

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venerdì 22 novembre 2013

La scrittura di Santa Teresa del Bambin Gesù

Cari amici ed amiche.

L'amica Irene Bertoglio mi ha portato all'attenzione la foto di questo scritto di Santa Teresa del Bambino Gesù, con questo commento:

"INTELLIGENZA e SENTIMENTO. — Segni sostanziali: Curva 4/10; Angoli A 6/10; Angoli B 5/10; Angoli C 6/10; Intozzata I modo 5/10; Intozzata II modo 4/10; Mantiene il rigo 8/10; Discendente 2/10; Larga di lettere 7/10; Larga tra lettere 5/10; Larga tra parole 8/10; Sinuosa 8/10; Minuta 7/10; Chiara 8/10; Nitida 8/10; Disuguale metodicamente 7/10; Bella calligraficamente 7/10. — Modificanti: Aste in linea retta 7/10; Aste col concavo a destra 3/10; Filiforme 7/10; Fine 7/10; Ricci soggettivismo 6/10. — Accidentali: Fluida 8/10; Vezzosa grazia 7/10.
Intelligenza: Santa Teresa di Gesù Bambino presenta un'intelligenza che può rivaleggiare con un'intelligenza maschile superiore e spicca ancor più perché arricchita di tutta la finezza e la grazia del sentimento femminile che sa cogliere a volo le delicatezze e le sfumature più varie, più fuggevoli e più significative che si trovano nel creato. È un'intelligenza atta a vagare per le vie della lirica a sfondo affettivo e pieno di insinuazioni prese dall'immaginativa che sa leggere meravigliosamente nelle bellezze della natura. In grado quasi uguale, la sua lirica potrebbe essere espressa col pennello e con la raffinatezza dei colori.
È un'intelligenza che sa penetrare nell'animo umano, sa sceverarne le situazioni morali, sa volgerlo e rivolgerlo con arte per ridurlo ad aprirsi, avendo la conoscenza pronta delle vie di accesso e la grazia per toccarlo delicatamente senza urtarlo e per schiuderlo alla confidenza. È un'intelligenza che riesce per cose scientifiche: esegesi, scienze naturali, discussioni storiche e sociali.
Ha una comunicativa bella, ampia, delicata, ricca di immagini che servono in modo mirabile a spezzettare la verità della quale tratta.
Gli spettacoli della natura si aprono un varco facile, nuovo e personale nell'anima sua.
Sentimento: E' ricco di una sensibilità sorprendente. È un sentimento che vola verso la singolarità per spiccare e farsi notare in mezzo a tanti altri sentimenti di altri esseri femminili.
Quello che sta sullo stelo della personalità e di tutte le espressioni personali è certamente l'« io » che ha vaghezza di spaziare beneficando, non per fermarsi sul beneficio, ma affinché il beneficio ritorni all« io », come riconoscenza, come riguardo, come sorriso: riconoscenza, riguardo, sorriso di chi ha ricevuto.
È un sentimento che desidera, anela che tutti in certo qual modo si debbano occupare di lei, ammirare le doti peregrine, prepararle doni, parlare di lei.
Tale sentimento non è sensualità, da cui il soggetto per natura rifugge, ma ha la forza di ammaliare, di allacciare, di far perdere la testa alle più solide fortezze maschili, che tuttavia non oserebbero intossicare un tanto profumo, ma si accontenterebbero di avere un posto in un cuore così fatto di attrattiva e di malìa.
L'irascibilità in lei sarebbe sorta contro quelle persone che l'avessero contrariata, non assecondata, ma sarebbe stata un'irascibilità delicata che facilmente non l'avrebbe indotta alla vendetta, oppure l'avrebbe indotta ad una vendetta dignitosa.
L'invidia non ha posto nell'animo suo, ma l'emulazione le occupa l'animo e il cuore, perché il soggetto difficilmente soffre che si stia più avanti.
L'orgoglio, l'ambizione e la vanità fisica, morale e intellettiva, l'avrebbero inalberata, sebbene in modo artistico e raffinato.
Niente avarizia, ma piuttosto giustizia ed economia. In quanto a gola, niente di intemperanza, ma scelta di cibi di preparazione accurata e confacente ad uno stomaco raffinato.


Quanto al senso del tatto, rifugge dalle cose che fanno ribrezzo e che sono scabrose; ha l'epidermide così sensibile che soffre terribilmente specie per il freddo che con molta difficoltà viene scacciato dalle sue membra.
Quanto alla vista, si incanta in tutto quello che ha dello spettacolare.
Quanto all'udito, sente l'attrattiva per tutto ciò che ha del musicale. Sarebbe riuscita a suonare strumenti delicati: violino, arpa, cetra e simili.
Al fallimento dei suoi desideri, delle sue aspirazioni, tende ad accasciarsi e facilmente da l'accesso ad un'accidia singolare che mal si saprebbe descrivere per i disastrosi effetti di angoscia, di scoraggiamento, di malattie fisiche e psichiche che ne sono la conseguenza.
La sua impressionabilità, in questi casi, per se stessa l'avrebbe condotta ad un che di nevrastenia, di esaurimento cerebrale.
Per quanto attiene il suo apparato psichico intellettivo e sentimentale, la sua critica è penetrante e finissima e debellante. La satira è a modo dell'arbifer elegantiarum, ma più nascosta, meno urtante e meno spavalda, sicché il ridicolo è più efficace.
La sincerità è alla stregua dei suoi giudizi diretti dal soggettivismo e dall'abilità del saper fare.
Tutto questo nell'ambiente di agiatezza dove è nata e vissuta prima della scelta dello stato.
Nell'ambiente monacale — dato che non avesse corretto le tendenze naturali — avrebbe messo in vista i suoi doni intellettivi e del sentimento. Si sarebbe in qualche modo, magari con le insinuazioni e con una certa specie di adulazione verso i dirigenti, intromessa per essere trattata diversamente dalle altre, per avere quelle comodità richieste dal suo temperamento fisico. Avrebbe amato la gara per aver modo di comunicare agli esterni le sue doti, per essere celebrata, per essere nominata e cercata. Avrebbe levato delle lagnanze se si fosse mancato di riguardo per le sue esigenze fisiche. Avrebbe cercato di manipolare le anime più semplici e più facili ad essere prese, per fare eleggere quella superiora che fosse stata più di suo gradimento.
Se fosse nata e vissuta nella miseria, con poca istruzione e cultura, avrebbe menato una vita come di modista, forse di indossatrice, forse anche di modello, semplicemente però per sbarcare il lunario. Non si sarebbe mai associata ad indegnità che disonorano la natura umana, ma si sarebbe dilettata di essere la preferita e avrebbe fatto del tutto per essere tale. La tristezza però l'avrebbe in qualche modo cullata tra le sue braccia, perché non è una creatura che possa appagarsi di soddisfazioni mediocri.
Se fosse nata ricca, avrebbe camminato per una via di cultura ampia, si sarebbe data a viaggi di istruzione e forse difficilmente si sarebbe piegata al matrimonio.
Se fosse stata ricchissima avrebbe sfoggiato in beneficenze, non direttamente per essere celebrata, ma per assecondare l'ambizione della singolarità e per dilettarsi degli accenti di riconoscenza dei beneficati. Avrebbe trattato i poveri, i miseri con carità, cioè, con tutte le delicatezze volute dalla carità, essendo facile alla compassione.
Se fosse stata una regina, avrebbe usato tutta la sua influenza per ottenere amnistie, dilettandosi nel sentirsi nominata.
Se fosse stata moglie di un ministro di Stato, avrebbe allestito al marito un tesoro di consigli, di consigli efficaci, per il bene della società.
Se fosse stata scelta per opere politiche, avrebbe sfoggiato in oculatezza, in discrezione, in perspicacia.

(Analisi grafologica di Santa Teresina di P. Girolamo Moretti)".
 
Ringrazio Irene.
E' davvero sorprendente il fatto che la scrittura possa rivelare le caratteristiche della persona che scrive.
Una lettera scritta in un modo piuttosto che in un altro, piuttosto l'inclinazione della stessa, può dire tante cose.
Può dire che quella persona è nervosa piuttosto che calma e riflessiva.
Può anche denunciare la disgrafia.
In questa lettera di Santa Teresa del Bambino Gesù si nota il carattere determinato della santa.
Forse, questa determinazione si vede la volontà di testimoniare la fede a questo mondo che già ai suoi tempi stava dimenticando Dio.
Deve essere ricordata così.
Cordiali saluti.
 

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