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martedì 26 novembre 2013

Ricimero, il grande burattinaio: ascesa e fine

Cari amici ed amiche.

Vi parla di un personaggio che lasciò l'impronta nell'ultimo periodo dell'Impero Romano d'Occidente: Ricimero.
Flavio Ricimero (405-18 agosto 472) fu un generale dell'impero Romano d'Occidente.
Egli fu di origini gote (sua madre era la principessa Vallia, figlia del re dei Visigoti, e suo padre era un principe dei Suebi) e cristiano ariano.
Operò nella corte dell'imperatore Valentiniano III (419-455) e si distinse combattendo al comando del generale Flavio Ezio (390-454, quello che sconfisse gli Unni nella Battaglia dei Campi Catalaunici nel 451).
Nel 455 Valentiniano III fu ucciso e salì al potere il senatore Petronio Massimo (396-22 aprile 455) che a sua volta fu ucciso dalla gente quando il re dei Vandali Genserico saccheggiò Roma. 
Nel maggio 455, il generale Avito (395-456) divenne imperatore.
Egli ebbe l'appoggio dei Visigoti, che si erano stanziati in Spagna.
Avito nominò Ricimero capo dell'esercito dell'Impero Romano d'Occidente, un impero che oramai era ridotto all'Italia, a parte della Gallia e a parte delle attuali Slovenia e Croazia.
Infatti, la Britannia era stata abbandonata e veniva invasa dai Sassoni e dagli Angli.
La Gallia del nord fu invasa dai Franchi (esclusa la zona occidentale che divenne un regno romano in mano al generale Siagrio), la Spagna era in mano ai Visigoti e l'Africa (attuali Mauritania, Marocco, Algeria, Tunisia e Libia) era in mano ai Vandali.
Ricimero creò un esercito con mercenari germanici.
Genserico aveva lasciato una flotta in Corsica, per bloccare le navi italiche.
Ricimero affrontò i Vandali vicino alla Corsica e li sconfisse e li sconfisse di nuova in Sicilia, vicino ad Agrigento.
Questo gli diede popolarità e fece sì che egli acquistasse potere.
La sua mossa fu semplice: fare cadere l'imperatore Avito e mettere una persona di sua fiducia sul trono romano.
La scelta fu semplice, il generale Giulio Valerio Maggioriano (420-7 agosto 461), che era suo amico.
In quanto barbaro, Ricimero non poteva salire al trono.
Il 16 ottobre 456, Ricimero si scontrò con Avito vicino a Piacenza.
Avito fu sconfitto e costretto ad abdicare.
Divenne vescovo ma fu ucciso poco dopo.
Il 1 aprile 457, divenne imperatore Maggioriano.
L'imperatore d'Oriente Leone I il Trace (411-474) riconobbe l'incoronazione di Maggioriano e nominò Ricimero patrizio.
I rapporti tra Ricimero e Maggioriano si guastarono presto.
Maggioriano, infatti, fu un uomo capace ed indipendente e questo spiacque a Ricimero che si vide restringere il potere.
Nel 461, Maggioriano fu sconfitto da Genserico, forse per il tradimento di Ricimero, il quale ne provocò l'assassinio.
Per tranquillizzare il Senato, Ricimero mise sul trono Libio Severo Serpenzio (420-465) e lo mise come imperatore fantoccio.
Il vero potere era in mano a Ricimero.
Le fonti descrivono Libio Severo come un uomo pio e religioso.
Ciò non piacque all'imperatore d'Oriente Leone I e al generale Egidio, che era in Gallia, quando seppe della morte di Maggioriano.
Egidio volle venire a Roma, per fermare Ricimero, ma venne assassinato.
Nel 465, anche Libio Severo morì, ovviamente assassinato, forse dallo stesso Ricimero.
Dopo la morte di Libio Severo, Ricimero governò da solo per otto mesi,  finché l'imperatore d'Oriente non mandò in Italia il suo genero Antemio (420-472).
Ricimero dovette accettare come imperatore Antemio,  di cui sposò la figlia Alipia.
Antemio aveva il compito di riprendere il controllo della Gallia e dell'Africa.
Tuttavia, i rapporti con Ricimero non furono buoni.
Nel 468 fu fatta una spedizione contro i Vandali ma essa fallì miseramente. Secondo alcuni, la spedizione fallì per il tradimento di Ricimero.  
Due anni dopo, il senatore Romano si ribellò ad Antemio, che lo condannò a morte.
Romano era collaboratore di Ricimero, che ruppe con l'imperatore.
Due anni dopo, Ricimero si spostò a Milano, per muovere guerra ad Antemio.
Il vescovo Epifanio di Pavia (439-498) cercò di proporre una tregua ma non ci riuscì.
Ricimero sconfisse Antemio e lo uccise.
Nel caso di Antemio, pare che l'uccisione fosse stata fatta da Ricimero in persona. 
Tuttavia, la morte colpì anche Ricimero.
Due mesi dopo avere ucciso Antemio, Ricimero si ammalò di febbre e morì.
Ricimero è ancora oggi visto come un personaggio controverso.
Fu sicuramente ambizioso.
Da un lato, egli cercò di proteggere l'Impero Romano d'Occidente dagli attacchi dei barbari ma dall'altro, egli contribuì a portarlo alla rovina per via dell'instabilità politica, con l'uccisione degli imperatori.
Non potendo egli diventare imperatore, si affidò ad altri e li fece uccidere non appena essi diventavano scomodi per lui.
Certo è il fatto che dopo di lui, l'Impero Romano d'Occidente non fosse sopravvissuto più di quattro anni.
Di lui ci resta una chiesa che si trova a Roma, la Basilica di Sant'Agata dei Goti.
Questa chiesa era stata dedicata al culto ariano e consacrata al cattolicesimo nel 593.
Secondo una leggenda, pare che il diavolo non volesse che la chiesa fosse convertita al culto cattolico e che avesse protestato insediandosi in una scrofa e lanciando gemiti e nuvole di zolfo di notte.
Questo avvenne per tre giorni, finché che il diavolo non venne scacciato da una nuvola profumata che si mise sull'altare maggiore. 
Il mosaico votivo voluto da Ricimero andò perduto nel 1589.
La chiesa fu poi rifatta.
Cordiali saluti.










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Ringrazio l'amico Morris Sonnino di questo screemshot de "Il Corriere della Sera".