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sabato 23 novembre 2013

Da Navan a Bobbio, la strada di San Colombano

Cari amici ed amiche.

C'è un "via" che unisce l'Irlanda all'Italia e in particolare all'Emilia-Romagna, a Bobbio, nell'attuale Provincia di Piacenza.

Questa via fu tracciata da San Colombano (542-615).
Egli nacque a Navan, nell'Irlanda centro-orientale, nel Leinster.
La leggenda narra che sua madre vide il Sole uscire dal suo seno per recare una grande luce.
A quindici anni, egli si fece monaco, nonostante l'opposizione della madre, e studiò nel monastero di Clinish Island, ove venne accolto dall'abate Sinneill, che aveva studiato con San Columba di Iona (521-597) a Clonard.
Qui, Colombano imparò il latino e la teologia.
Colombano andò poi a Bangor (nell'attuale Irlanda del Nord) ove sotto la guida dell'abate Comgall praticò l'ascetismo.
Con 12 monaci, Gall (san Gallo), Autierne, Cominin, Eunoch, Eogain, Potentino, Colum (Colomba il giovane), Deslo, Luan, Aide, Léobard, e Caldwald, San Colombano partì per l'Inghilterra (590), ove visitò l'Isola di Man, l'Isola di San Patrizio (ove, secondo la leggenda, è sepolto Giuseppe d'Arimatea con il Graal) e varie parti della Cornovaglia, tra cui Titangel, il luogo in cui re Uther Pendragon si unì alla moglie di Gorlois, lady Ygraine, con cui concepì re Artù.
Poi, arrivò nella Francia Meronvingia, ove fondò monasteri.
Nel 593, egli si fermò a Luxeuil, in Borgogna, ove diresse tre monasteri e scrisse la Regula monachorum, la Regula cenobialis e il Poenitentiale.
In seguito, San Colombano entrò in conflitto con il re di Borgogna Teodorico II, dopo un conflitto con il clero locale (per via del calcolo della Pasqua) e in seguito alle critiche rivolte dal santo a Brunechilde, nonna del re, per via del comportamento di quest'ultima.
Nel 609, San Colombano fu espulso da Luxuil e incarcerato a
Besançon.
Fuggì ma fu nuovamente arrestato nel 610.
Il re volle rimpatriarlo, riportandolo in Irlanda.
Secondo una leggenda, egli chiese di visitare la tomba di San Martino a Tours.
Il permesso gli fu negato.
Il battello si diresse miracolosamente verso l'approdo, dove si incagliò e i soldati riuscirono a muoverlo di nuovo solo dopo che gli fu concesso quanto desiderava. A Nantes l'assoluta mancanza di vento impedì la partenza verso l'Irlanda e quando la scorta si fu miracolosamente addormentata, Colombano, sfuggì di nuovo alla sorveglianza.
Sfuggito al re burgundo, San Colombano scappò in Neustria, ove fu protetto dal re franco Clotario II.
In Neustria furono fondati nuovi monasteri, come l'abbazia di Jumieges.
Nel 612, egli partì per l'Italia.
Si fermò in Svizzera, poiché il suo compagno di viaggio San Gallo si ammalò.
Secondo la leggenda agiografica, per essersi voluto fermare in seguito alla malattia, Colombano avrebbe imposto al discepolo di non celebrare più messa fino alla sua morte. Nel momento della morte di Colombano, Gallo avrebbe avuto in sogno la visione di Colombano che in forma di colomba bianca saliva al cielo e avrebbe celebrato dunque la sua prima messa in suo onore.
Qui fondò l'abbazia di San Gallo.
San Colombano ripartì per l'Italia e varcò le Alpi, attraverso il Passo Settimo.
Giunse a Milano e si pose sotto la protezione del re longobardo Agilulfo e della regina Teodolinda.
Il re era ariano.
Teodolinda fu molto influenzata dal santo, tanto dal dare l'impulso alla conversione degli ariani Longobardi al cattolicesimo.
I sovrani gli chiesero della questione dello Scisma dei Tre Capitoli  .
In cambio il santo ottenne la possibilità di creare sul suolo demaniale un nuovo centro di vita monastica. Il luogo, segnalato da un certo Giocondo, venne esaminato dalla stessa regina Teodolinda, salita sulla vetta del Monte Penice, nel cuore dell'Appennino,  ove fece costruire un santuario dedicato alla Vergine Maria.
Questo fece del luogo un avamposto longobardo verso le terre liguri, che erano in mano ai Bizantini.
Nel 615, San Colombano arrivò a Bobbio.
Secondo la leggenda agiografica, nonostante la presenza di una fitta boscaglia, che ostacolava il trasporto dei materiali da costruzione, san Colombano avrebbe sollevato i tronchi come fuscelli, facendo il lavoro di trenta o quaranta uomini. La leggenda riferisce anche dell'episodio dell'orso e del bue, che fu in seguito numerose volte raffigurato nell'arte: un orso uscito dalla foresta avrebbe ucciso uno dei due buoi aggiogato all'aratro di un contadino, ma san Colombano avrebbe convinto l'orso a lasciarsi aggiogare all'aratro per terminare il lavoro al posto del bue ucciso.
Nella Quaresima del 615, San Colombano si ritirò nell'eremo di San Michele a Coli.
L'abbazia fu in mano ad Attala, suo discepolo, che gli successe, nella guida dell'abbazia di Bobbio, quando egli morì il 23 novembre 615.
San Colombano contribuì a portare il messaggio cristiano in questa Europa imbarbarita.
Anche a lui si deve lo sviluppo culturale e religioso del nostro continente.
Cordiali saluti.



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