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sabato 24 novembre 2012

La partecipazione dei martiri alla vittoria del Cristo capo. Dall'epistolario di san Paolo Le-Bao-Tinh agli alunni del Seminario

Cari amici ed amiche.

L'amico Giovanni Covino (SEFT) ha messo questo testo intitolato "La partecipazione dei martiri alla vittoria del Cristo capo. Dall'epistolario di san Paolo Le-Bao-Tinh agli alunni del Seminario":


"Martirologio Romano: Memoria dei santi Andrea Dung Lac, sacerdote, e compagni, martiri. Con un’unica celebrazione si onorano centodiciassette martiri di varie regioni del Viet Nam, tra i quali otto vescovi, moltissimi sacerdoti e un gran numero di fedeli laici di entrambi i sessi e di ogni condizione ed età, che preferirono tutti patire l’esilio, il carcere, le torture e l’estremo supplizio piuttosto che recare oltraggio alla croce e rinnegare la fede cristiana.


Io, Paolo, prigioniero per il nome di Cristo, voglio farvi conoscere le tribolazioni nelle quali quotidianamente sono immerso, perché infiammati dal divino amore, innalziate con me le vostre lodi a Dio: eterna è la sua misericordia (Sal 135,3).
Questo carcere è davvero un'immagine dell'inferno eterno: ai crudeli supplizi di ogni genere, come i ceppi, le catene di ferro, le funi, si aggiungono odio, vendette, calunnie, parole oscene, false accuse, cattiverie, giuramenti iniqui, maledizioni e infine angoscia e tristezza.
Dio, che liberò i tre giovani dalla fornace ardente, mi è sempre vicino; e ha liberato anche me da queste tribolazioni, trasformandole in dolcezza: eterna è la sua misericordia.
In mezzo a questi tormenti, che di solito piegano e spezzano gli altri, per la grazia di Dio sono pieno di gioia e letizia, perché non sono solo, ma Cristo è con me. Egli, nostro maestro, sostiene tutto il peso della croce, caricando su di me la minima e ultima parte: egli stesso combattente, non solo spettatore della mia lotta; vincitore e perfezionatore di ogni battaglia. Sul suo capo è posta la splendida corona di vittoria, a cui partecipano anche le membra.
Come sopportare questo orrendo spettacolo, vedendo ogni giorno imperatori, mandarini e i loro cortigiani, che bestemmiano il tuo santo nome, Signore, che siedi sui Cherubini (cfr. Sal 79,2) e i Serafini?
Ecco, la tua croce è calpestata dai piedi dei pagani! Dov'è la tua gloria? Vedendo tutto questo preferisco, nell'ardore della tua carità, aver tagliate le membra e morire in testimonianza del tuo amore.
Mostrami, Signore, la tua potenza, vieni in mio aiuto e salvami, perché nella mia debolezza si è manifestata e glorificata la tua forza davanti alle genti; e i tuoi nemici non possono alzare orgogliosamente la testa, se io dovessi vacillare lungo il cammino.
Fratelli carissimi, nell'udire queste cose, esultate e innalzate un perenne inno di grazie a Dio, fonte di ogni bene, e beneditelo con me: eterna è la sua misericordia. L'anima mia magnifichi il Signore e il mio spirito esulti nel mio Dio, perché ha guardato l'umiltà del suo servo e d'ora in poi le generazioni future mi chiameranno beato (cfr. Lc 1,46-48): eterna è la sua misericordia.
Lodate il Signore, popoli tutti; voi tutte, nazioni, dategli gloria (Sal 116,1), poiché Dio ha scelto ciò che nel mondo è debole, per confondere i forti; ciò che è spregevole, per confondere i potenti (cfr. 1Cor 1,27). Con la mia lingua e il mio intelletto ha confuso i filosofi, discepoli dei saggi di questo mondo: eterna è la sua misericordia.
Vi scrivo tutto questo, perché la vostra e la mia fede formino una cosa sola. Mentre infuria la tempesta getto l'àncora fino al trono di Dio: speranza viva, che è nel mio cuore.
E voi, fratelli carissimi, correte in modo da raggiungere la corona (cfr. 1Cor 9,24); indossate la corazza della fede (cfr. 1Ts 5,8); brandite le armi del Cristo, a destra e a sinistra (cfr. 2Cor 6,79), come insegna san Paolo, mio patrono. È bene per voi entrare nella vita zoppicanti o con un occhio solo (cfr. Mt 18,8-9), piuttosto che essere gettati fuori con tutte le membra.
Venite in mio soccorso con le vostre preghiere, perché possa combattere secondo la legge, anzi sostenere sino alla fine la buona battaglia, per concludere felicemente la mia corsa (cfr. 2 Tm 4,7).
Se non ci vedremo più nella vita presente, questa sarà la nostra felicità nel mondo futuro: staremo davanti al trono dell'Agnello immacolato e canteremo unanimi le sue lodi esultando in eterno nella gioia della vittoria. Amen.".



Pubblico questo testo proprio oggi.
Oggi, infatti, si celebra il Concistoro, evento il cui il Santo Padre Benedetto XVI nomina sei nuovi cardinali che sono l'arcivescovo di Manila Luis Antonio Tagle, il patriarca maronita di Libano Bechara Rai, l'arcivescovo di Abuja (Nigeria) John Oorunfemi Onayekan, il arcivescovo malakarese Baselios Thottunkal, il metropolita di Bogotà (in Colombia) Ruben Gomez e il prefetto della Casa Pontificia, lo statunitense James Harvey.
I cardinali indossano le vesti color porpora.
Questo colore ricorda la passione di Cristo e ricorda ad ogni cardinale il dovere di difendere la Chiesa fino a sacrificare la propria vita.
Gesù stesso disse queste parole che il Vangelo secondo Matteo (capitolo 16, versetti 24-28) riporta:

"[24] Allora Gesù disse ai suoi discepoli: "Se qualcuno vuol venire dietro a me rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua. 

[25] Perché chi vorrà salvare la propria vita, la perderà; ma chi perderà la propria vita per causa mia, la troverà. 

[26] Qual vantaggio infatti avrà l'uomo se guadagnerà il mondo intero, e poi perderà la propria anima? O che cosa l'uomo potrà dare in cambio della propria anima? 

[27] Poiché il Figlio dell'uomo verrà nella gloria del Padre suo, con i suoi angeli, e renderà a ciascuno secondo le sue azioni. 
[28] In verità vi dico: vi sono alcuni tra i presenti che non morranno finché non vedranno il Figlio dell'uomo venire nel suo regno.". 

Questo è il vero martirio.
Il martirio è la testimonianza della fede.
Testimoniare la fede non significa "uccidere gli infedeli", cosa che qualcuno crede.
Testimoniare la fede significa fare della propria vita una testimonianza, con opere ad essa conformi.
Allora, riflettiamo.
Cordiali saluti. 


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