Su Facebook, l'amica Francesca Padovese mi ha fatto avere questo articolo del suo blog "Stand Up and Fight" che è intitolato "L'Unione Europea come l'Unione Sovietica":
"Eravamo da sempre il Paese più europeista. Fino a un anno fa. In dodici mesi la fiducia degli italiani nell’Unione europea è precipitata. Secondo l’ultimo rilevamento dell’Ipsos ha perso addirittura 21 punti percentuali (passando dal 74 per cento al 53).
Un crollo che dovrebbe far riflettere i politici e soprattutto le tecnocrazie europee a cui gli italiani sono sempre più ostili.
Anche perché il crollo della fiducia degli italiani non è un fatto emotivo passeggero, né uno stato d’animo superficiale. Al contrario. Il loro europeismo era a prova di bomba.
UN ESPERIMENTO FOLLE
Hanno accettato di fare sacrifici per entrare nella moneta unica, hanno accettato perfino di farsi spennare da un cambio lira/euro estremamente penalizzante e poi hanno subito – senza fiatare – il sostanziale raddoppio di tutti i prezzi con l’inizio dell’euro (un impoverimento di massa).
La loro fiducia è crollata solo davanti alla scoperta che la sospirata “moneta unica” – che tanto ci era costata – realizzata in quel modo (senza una banca centrale e un governo come referenti ultimi) era una trovata assurda e fallimentare di tecnocrazie incompetenti e arroganti.
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Io concordo con quanto scritto.
In primo luogo, l'Unione Europea si fonda sulla tecnocrazia.
Il fatto che, per esempio, essa abbia una moneta (l'Euro) sulla quale non c'è il controllo di un organo politico lo dimostra.
Ora, nella storia, nessuna realtà politica è nata dopo la sua moneta.
Nell'Unione Europea c'è questa anomalia molto grave.
L'Euro è nato prima della realtà politica che esso dovrebbe rappresentare.
In secondo luogo, l'Euro è stato fatto in funzione di uno Stato solo, la Germania, la Stato che si è voluto ergere a leader, anche senza che gli altri abbiano potuto intervenire.
Infatti, con la Lira, l'Italia poteva svalutare la sua moneta e fare concorrenza alla Germania.
Oggi, non lo può più fare.
Inoltre, altre misure hanno avvantaggiato la Germania.
Pensiamo alle "Quote latte" che penalizzano gli allevatori del nord Italia.
Esse furono fatte perché in Italia c'era un ceto politico incapace che, per salvare l'industria metalmeccanica (che è da sempre il fulcro dei sindacati, che hanno un grosso potere di veto), sacrificò l'agricoltura italiana.
Lo fece perché era debole di fronte all'arroganza di altre organizzazioni, come i sindacati.
Oltre a ciò, c'è la questione dell'identità europea.
L'Europa oggi non ha un'identità.
Ha rifiutato le sue radici giudaico-cristiane, le uniche cose che tenevano uniti i popoli europei.
Basti pensare al Medio Evo.
Dopo la caduta dell'Impero Romano d'Occidente, la Chiesa ricompose quell'accozzaglia di popoli costituita da Romani, Germani, Greci ed altri.
Essa salvò le opere greche e latine e le portò fino a noi.
L'imperatore bizantino Giustiniano I (un imperatore cristiano, 482 AD-565 AD) codificò il "Corpus Iuris Civilis", salvando il diritto romano.
In Spagna, la vittoria nella battaglia di Covadonga (722 AD) permise la Reconquista cristiana.
Ora, l'Unione Europea attuale ha negato tutto ciò.
Si è attaccata alla Rivoluzione francese, al socialismo e persino alla massoneria ma non si rifà al Cristianesimo.
Questo è molto grave.
Tagliare le radici di una civiltà significa farla morire.
Questa Unione Europea ha rifiutato Dio, come l'Unione Sovietica. Essa è uno Stato senza Dio. L'Unione Sovietica fallì miseramente. Finirà così anche l'Unione Europea?
Cordiali saluti.
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