Ieri sera, presso l'oratorio della Parrocchia di San Giovanni Battista in Roncoferraro (Mantova), si è tenuto un incontro dedicato all'Anno della fede, anno che è iniziato l'11 ottobre 2012 e che finirà il 24 novembre 2013.
Questo evento coincide con il 50° anniversario del Concilio Vaticano II.
L'incontro è stato intitolato "Dio, lo conosci?" ed è stato organizzato dall'Unità Pastorale di San Leone Magno.
I suoi moderatori sono stati il parroco di Roncoferraro don Alberto Bertozzi e quello di Villa Garibaldi don Giovanni Telò.
Quest'ultimo, ha parlato del tema della serata, esordendo con questa citazione di un testo scritto da un autore del XIX secolo (di cui non si conosce il nome) ed intitolato "Racconti di un pellegrino russo":
"Per grazia di Dio sono cristiano, per le mie azioni un grande peccatore, per condizione un pellegrino senza dimora del genere più umile, che vaga da un luogo all'altro. Tutti i miei averi consistono in una bisaccia di pan secco sulle spalle e la Sacra Bibbia sotto la camicia. Nient'altro.".
Poi, don Giovanni ha posto questo quesito:
"Ma che cos'è la fede?".
Le risposte possono che l'uomo comune può dare si riferiscono a pratiche esteriori (che sono pur sempre importanti) come l'accendere un lumino in chiesa, pregare prima di addormentarsi o ricevere la benedizione della propria casa, con l'acqua benedetta.
Essere fedeli oggi è molto difficile.
Il mondo è secolarizzato e in esso stanno emergendo altre religioni.
I cristiani (intesi come praticanti) sono sempre meno ma devono diventare il "sale della Terra".
Per conoscere bene la fede, bisogna farsi aiutare dal "Compendio del Catechismo della Chiesa Cattolica".
In particolare, per la fede valgono queste frasi:
"L'uomo sostenuto dalla grazia divina, risponde con l'obbedienza della fede, che è affidarsi pienamente a Dio e accogliere la sua Verità, in quanto garantita da Lui, che è la Verità stessa (Compendio dell Catechismo della Chiesa cattolica, 25)".
"Credere in un solo Dio in tre Persone: Padre, Figlio e Spirito Santo (Compendio, 27) ".
"La Fede, "dono gratuito di Dio a quanti la chiedono umilmente", è necessaria per essere salvati, è un atto umano, è certa (si fonda sulla Parola di Dio), è operosa per mezzo della carità, è in continua crescita grazie alla preghiera, è assaporare la gioia di stare con Dio (Compendio 28)".
"La fede è un atto personale ed ecclesiale (Compendio 30).".
Secondo la riflessione del cardinale Carlo Maria Martini, la fede è la risposta dell'uomo a Dio, il quale si rivela come Colui che ama.
Fede, nella radice ebraica della parola, significa "appoggiarsi", come chi si appoggia a una roccia.
La fede è appoggiarsi a Dio, solo a Lui, perché di Lui ci si fida. Questo è fondamentale.
Il Santo Padre, Papa Benedetto, XIV, ha scritto una Lettera Apostolica intitolata "Porta fidei" .
Don Giovanni ha citato alcuni passi di essa.
Uno di questi recita:
"Riscoprire i contenuti della fede professata, celebrata, vissuta e pregata, e riflettere sullo stesso atto in cui si crede, è un impegno che ogni credente deve fare proprio, soprattutto in questo Anno della Fede.".
I quattro verbi al participio passato (professata, celebrata, vissuta e pregata) rappresentano le quattro sezioni del Catechismo della Chiesa Cattolica.
La fede abbraccia ogni dimensione dell'uomo.
Essa si ha seguendo la Parola di Dio, scegliendo di ricercare Dio ogni giorno, convertendosi (ossia cambiando vita), cercando di comunicarla ed essendo sempre in dialogo.
Frequentare la messa è molto importante.
Essa è il segno tangibile della comunità.
Poi, don Giovanni ha terminato con delle citazioni.
Io ne riporto qualcuna:
"Ah, generale, non si può più vivere di frigoriferi, di bilanci, di parole crociate, mi creda. Non si può più". Non si può vivere senza poesia, senza coloro né amore" (Antoine de Saint Euxpéry, scrittore 1900-1944).
"Un cristiano, finché è inquieto, può stare tranquillo" (Julien Green, scrittore, 1900-1998).
"Se Manca l'amore da cui partono le opere, se manca la sorgente, se manca il punto di partenza che è l'Eucaristia, ogni impegno pastorale risulta solo una girandola di cose.
Dobbiamo essere dei contempl-attivi, cioè gente che partendo dalla contemplazione lascia sfociare sempre il dinamismo e il suo impegno nell'azione." (monsignor Tonino Bello, vescovo, 1935-1993).
"Ci impegniamo noi noi e non gli altri, unicamente noi e non gli altri. Ci impegniamo senza giudicare, senza accusare chi non si impegna, senza condannare chi non si impegna." (don Primo Mazzolari, parroco di Bozzolo, 1890-1959).
Poi, don Giovanni ha lasciato la parola al pubblico.
Il primo ad intervenire sono stato io.
Io ho parlato di un processo di smantellamento della cristianità, un processo incominciato con la Riforma protestante e che passò attraverso l'Illuminismo, la Rivoluzione francese e le ideologie del secolo scorso (comunismo e nazismo) che portarono prima alla distruzione dell'unità della Chiesa, poi alla negazione di Gesù Cristo e poi alla negazione di Dio.
Inoltre, facendo riferimento a quanto sta succedendo alla Chiesa anglicana (con la "Broad Church"), ho denunciato la penetrazione di certe idee nelle Chiese.
Don Giovanni ha risposto dicendo che la vera rottura ci fu con l'Illuminismo.
Esso provocò il distacco da Dio dell'uomo.
Questa secolarizzazione è dovuta al pensiero illuminista che parla di un uomo che può fare da sé, senza Dio.
E' intervenuta, poi, una catechista.
Ella ha parlato di un'esperienza vissuta mentre era con dei bambini.
Ella aveva chiesto loro di dare un pensiero a Gesù e a Maria.
Quando poi ella aveva chiesto ai bambini di tali pensieri, una bambina la aveva risposto dicendole: "Che io non sia mai separata da loro".
Poi, la catechista ha raccontato che, durante l'offertorio in una messa, la stessa bambina aveva preso due monete dal suo borsello e che ne aveva data una alla sorella maggiore perché potesse dare anch'ella la sua offerta.
Un'altra persona ha chiesto a don Giovanni di alcune sue esperienze di dialogo e di fede.
Egli ha parlato del dialogo con chi non crede che (spesso e volentieri) può essere molto istruttivo.
Un'altra persona è intervenuta dicendo che il problema della Chiesa di oggi è un eccessivo clericalismo.
Don Giovanni Telò ha denunciato questa cosa, una presenza troppo forte del prete, spesso a scapito della comunità.
In questo senso, il Concilio Vaticano II non è stato applicato.
Inoltre, don Giovanni ha proposto anche di fare una riunione in cui ognuno possa parlare della propria storia di fede.
Se dovesse farla, sappia che io ci sarò!
Cordiali saluti.
Nessun commento:
Posta un commento