L'amica Irene Bertoglio ha condiviso con me ed altri amici questa riflessione di Gustave Thibon (1903-2001):
"Che la tua pietà sia pura, disinteressata, trasparente. In tal modo, colui che vuoi salvare s'innalzerà veramente fino a te, oppure, nulla trovando in te che gli assomigli e che lo attiri, non ti degnerà nemmeno di uno sguardo. Ma, se nella tua pietà si cela una inconfessata tentazione di fuggire la tua solitudine, un oscuro bisogno di dominare o di plasmare un legame, una qualunque impurità, questa sarà il vostro solo punto di contatto, e il tuo sogno di redenzione svanirà. Dobbiamo salvare soltanto gli esseri di cui assolutamente possiamo fare a meno. Ma, se abbiamo bisogno di chi è al disotto di noi, finiremo per abbassarci fino a lui.".
Queste parole mi ricordano un'esperienza personale.
Quando frequentavo la scuola superiore, il caro Istituto Professionale per i Servizi Sociali "Don Primo Mazzolari" di Mantova" avevo avuto una delle esperienze che difficilmente avrei dimenticato.
Ero in prima e, viste alcune brutte esperienze precedenti, facevo fatica ad inserirmi.
Parlando con alcuni di questi miei nuovi compagni di di classe di una brutta esperienza che riguardava il mio compleanno.
In pratica, due anni prima avevo voluto fare una festa con i miei amici del mio paese.
Tutti avevano detto che sarebbero venuti.
Invece, nessuno di loro era venuto ed io avevo speso dei soldi per niente.
Ci ero rimasto male ed avevo iniziato ad odiare il mio compleanno.
Avevo raccontato la storia a questi miei compagni.
Passate le vacanze di Natale, il 31 gennaio 1995, avevo visto i miei colleghi entrare in classe con dei pacchettini.
Erano una penna stilografica (con pennino in iridio, che conservo ancora oggi) ed un profumo di marca "Grigio Perla".
Questo aveva sancito l'inizio di un'amicizia.
Era la prima volta che delle persone avevano fatto una colletta per farmi un regalo di compleanno.
Ora, questi miei colleghi di classe avevano cercato di darmi la loro amicizia e volevano farlo in modo gratuito e senza secondi fini.
L'amicizia vera è questa.
Essa fa parte della carità.
L'amicizia è carità.
L'amicizia, infatti, è una forma di amore tra persone.
Certo, l'amicizia non è come l'amore coniugale.
Quest'ultimo è un'altra cosa.
Però, anche l'amicizia rientra in quella frase di Gesù Cristo che recita: "Ama il prossimo tuo come te stesso".
Amare il prossimo significa anche amare Dio.
Non si può amare Dio ed odiare il prossimo.
Una cosa del genere non ha senso!
Invece, chi ama Dio, inevitabilmente, ama il prossimo.
Anche questa è fede.
Cordiali saluti.
Nessun commento:
Posta un commento