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mercoledì 22 luglio 2020

Uragano in Vaticano?



L'articolo di Carlo Cambi su "Panorama" è intitolato "Tempesta perfetta in Vaticano". 
Forse, si dovrebbe parlare di "uragano".
Tra le irregolarità nella gestione della Fabbrica di San Pietro, i tagli agli straordinari per chi lavora in Santa Sede e le gravi accuse di finanziamenti da Pechino, Papa Francesco non dorme sonni tranquilli.
Ci sono molti dossier.
Basti pensare allo scandalo di Sloane Avenue, ossia allo scandalo del palazzo di Londra che è stato pagato 350 milioni di Euro, con i soldi dell'asfittico obolo di San Pietro.
Tutti stanno con il fiato sospeso in attesa delle rivelazioni del broker anglo-molisano Gianluigi Torzi.
L'altro broker londinese, Raffaele Mincione, parla di "tangenti ed offerte di escort" per mettere a tacere il brutto affare che sfiora gli alti vertici della Curia, dal cardinale Angelo Becciu all'arcivescovo Edgar Peña Parra, che il Papa ha voluto come ministro delle Finanze, dopo avere fatto fuori malamente il cardinale australiano George Pell.
Il tutto è da verificare ma la cosa non è bella.
Inoltre, il Papa non parla di ciò che accade ad Hong Kong.
Il 30 giugno scorso, il sito di Marco Tosatti pubblica un post molto corposo in cui si dà conto che il leader della protesta in Hong Kong Guo Wengui accusa il governo cinese di avere varato un piano per corrompere il Vaticano, versando nelle casse vaticane 2 miliardi di Dollari.
Il piano si chiama Bgy (Blue Gold Yellow) e consisterebbe nel tentativo di controllo della Santa Sede attraverso la rete e di corruzione per mezzo di denaro ed offerte sessuali.
La rivelazione di Guo Wengui sarebbe stata fatta alla "Battle Room" di Steve Bannon, l'ex-stratega di Donald Trump, il quale ha annunciato la riapertura della scuola italiana di studi strategici all'Abbazia di Trisulti, anche se con corsi online.
Da tempo, Bannon avverte l'Italia di un "pericolo cinese".
Saranno parole di un mitomane?
Forse ma è difficile dirlo.
Sarà per questo che il Papa non parla tanto di Hong Kong?
Si parla tanto della trattativa tra il Vaticano e Pechino per una visita del Cina.
Fatta sta che dal soglio di Pietro non sia venuta fuori manco una protesta contro ciò che Xi Jinping sta facendo ad Hong Kong.
Ora, è evidente che la gestione dell'insieme stia mostrando i suoi limiti.
Questo non è bene perché a fronte delle sfide di oggi servono un Papato forte ed una Chiesa capace di affrontare la situazione. 

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