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giovedì 23 luglio 2020

Il populismo gesuita di Papa Francesco



Riporto questo stralcio dell'articolo di Maurizio Stefanini su "Linkiesta", un articolo che è intitolato "Il populismo gesuita Il filo rosso che unisce Perón, Fidel, Chávez e Papa Bergoglio":"“Il populismo gesuita Perón, Fidel, Bergoglio”: il titolo dell’ultimo libro di Loris Zanatta può suonare discretamente provocatorio, ma in realtà il contenuto lo è anche di più, visto che nella serie tra Castro e Francesco è inserito con ampio spazio anche Hugo Chávez. Attenzione: non è un pamphlet semplificatorio di quelli secondo i quali, un po’ sbrigativamente, «l’attuale Papa è comunista».

Semmai, potendo sintetizzare l’analisi di Zanatta, è il contrario. Comunista in senso stretto si è definito Fidel Castro, ma dopo avere in qualche modo «scippato» l’etichetta ai comunisti storici cubani. Perón si è autodefinito «giustizialista», Chávez ha parlato di «bolivarismo» e «socialismo del XXI secolo», altri hanno usato definizioni più o meno anfibie tipo Teologia della Liberazione o «Comunismo di Destra», Francesco ha parlato di «umanesimo organico».

Ma alla fine, insiste Zanatta, tutto viene dalla stessa fonte: quell’idea di costruire un tipo di società organica e collettivista come quella che i Gesuiti avevano realizzato nelle loro “Missioni del Paraguay”.

Professore di Storia dell’America Latina all’Università di Bologna, Loris Zanatta ha scritto in quantità su vari temi poi confuiti in questo saggio: dalla storia
dell’America Latina, al peronismo, e a Evita Perón, passando per il populismo e la storia della chiesa in Argentina nella fase di formazione di Bergoglio. Ma il più recente era stata una biografia di Fidel Castro per Salerno il cui titolo a sua volta era stata una provocazione simile: “Fidel Castro. L’ultimo re cattolico”. «A cosa serve una nuova biografia di Fidel Castro che non ne riveli aspetti segreti, si domanderà a questo punto qualcuno? Ce ne sono già tante!», riconosceva nell’introduzione. «La risposta sta nel titolo: l’ultimo re cattolico».

Come spiegava Zanatta, «non è una formula a effetto per stupire o irretire, né uno spot commerciale per vendere». È proprio la chiave che permette di spiegare il personaggio. L’autore si premurava di tranquillizzare castristi e anticastristi: «Castro fu un comunista, un marxista-leninista. Si definì così e non c’è motivo di cambiargli l’identità che scelse». Ma lo storico, secondo Zanatta, non può limitarsi a riferire la storia come la raccontano i suoi protagonisti, o se no scadrebbe al livello di un mero cronista
".

Ora, a ben guardare, certe scelte di Papa Francesco, che sono molto discutibili, danno l'idea del tipo di pontificato che egli sta implementando.
Per esempio, egli sta facendo una sorta si spoil system a livello della Curia romana e del collegio cardinalizio.
Basti pensare alla creazione di cardinali vicini a lui, come l'arcivescovo di Bologna Matteo Zuppi.
Inoltre, anche questo suo sostegno all'attuale Governo presieduto da Giuseppe Conte rende ancora più chiara l'idea del pontificato di Papa Francesco.
Non parliamo poi del suo approccio alla Cina, il quale è troppo morbido nei confronti del regime comunista, o del non riconoscimento di Gerusalemme come capitale unica ed indivisibile dello Stato di Israele. 
Papa Francesco sostiene un'idea apertamente ostile al modello capitalista occidentale.
Del resto, prima che diventasse Papa, quando dirigeva l'Università del Salvado, Jorge Mario Bergoglio accettava docenti peronisti e comunisti ma non "liberali".
Questo è ricordato a Buenos Aires. 
L'idea di Chiesa e di società di Papa Francesco è quella della "riduzione" gesuita del XVI e del XVII secolo.
Questo "modello" prevede un collettivismo organico, ritenendo liberalismo, il liberal-conservatorismo ed il conservatorismo-liberale forme di dissenso contrarie al benessere della società.
Questo "modello" premia il pauperismo, l'ecologismo e certe forme di governo, come la "democrazia partecipata" di Evo Morales.
Secondo questa concezione, il liberalismo è la causa di perdita dei valori cristiani, quando non è così.
La perdita dei valori cristiani è causata da altro.
Infatti, un buon liberale, liberal-conservatore o conservatore-liberale può essere anche un buon cattolico.
Il vero liberalismo non è ostile alla religione. 
Infatti, esso è laico ma non laicista. 
Semmai, è il relativismo a fare male alla religione e certe ideologie (come il socialismo) sono intrise di relativismo.
Ora, la cattolicità è una realtà molto complessa.
Vi è una corrente "bergogliana", vicina all'idea di politica e di società che ha Papa Francesco, ma vi è anche la corrente opposta, la quale difende il modello occidentale, con il capitalismo.
Anche le stesse correnti non sono omogenee al loro interno
Ora, il Papa deve rappresentare tutti.
Per il mondo cattolico, del quale anch'io faccio parte, egli è Vicario di Cristo sulla Terra.
Ad oggi, questo non avviene poiché il Papa punta ad imporre il suo modello politico su tutta la Chiesa.
Questo crea problemi.
Infatti, si creano divisioni nell'ambito cattolico.
Una situazione del genere è pericolosa per la Chiesa, specie di fronte ad un islamismo aggressivo e ad una Cina comunista che punta ad esercitare la sua influenza su tutto il mondo. 



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Ringrazio l'amico Morris Sonnino di questo screenshot del Corriere della Sera.