Oggi, si commemora il XXVIII anniversario della strage di Via d'Amelio, la strage di mafia che ci fu a Palermo e che costò la vita al giudice Paolo Borsellino.
Ora, giudici come Giovanni Falcone, Paolo Borsellino, Antonino Caponnetto (nella foto) ed altri combatterono seriamente contro la mafia, portando a dei risultati importanti.
Alcuni di loro (come Falcone e, per l'appunto, Borsellino) persero la vita in questa guerra.
Oggi, questo importante lavoro è stato in buona parte distrutto.
Purtroppo, con i governi insipienti capita questo.
L'attuale Governo è insipiente.
Basti pensare alle scarcerazioni dei mafiosi e alla questione dell'usura, cosa che è praticata dalla mafia.
Infatti, aggravata dal Coronavirus, la crisi ha messo in ginocchio molte attività e famiglie.
In più, le misure prese da questo Governo stanno facendo più male che bene.
Dunque, il rischio che molti si rivolgano ad usurai che possono essere legati alla mafia c'è.
Il lavoro fatto da giudici come Falcone e Borsellino rischia seriamente di essere compromesso.
Per combattere la mafia, serve uno Stato che funziona.
Lo Stato deve essere con il cittadino.
Per esempio, essere con il cittadino significa avere una giustizia efficiente e funzionante, avere un fisco giusto ed una burocrazia snella.
Purtroppo, lo Stato italiano non ha queste caratteristiche.
Un lavoro fatto con sacrifici di vite umane rischia di essere compromesso.
Speriamo che i membri di questo Governo si rendano conto di ciò.
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