Su "Atlantico Quotidiano", vi è un articolo di Martino Loiacono che è intitolata "Lo “scudo Azzolina”: l’accusa di sessismo sempre buona per squalificare l’avversario e silenziare il dissenso".
Ne riporto questo stralcio:
Oramai, si tratta di una prassi consolidata.
Quando sono criticati e non sanno cosa dire, i membri del Governo rispondono facendo le vittime.
Accade alla ministra dell'Istruzione Lucia Azzolina, la quale dice di subire attacchi perché donna, giovane e membro del Movimento 5 Stelle.
In realtà, ella è attaccata (anzi, criticata) perché è incapace.
Basti pensare alla proposta di mettere nelle aule scolastiche i banchi con le rotelle.
Così, i ragazzini andranno in classe per giocare all'autoscontro.
Per evitare ogni dibattito, la ministra Azzolina se ne esce con l'accusa di sessismo.
Lo stesso dicasi per l'omofobia.
Infatti, si sta approvando il ddl Zan-Scalfarotto, un ddl con il quale (con la scusa dell'omofobia) si vuole impedire a chi è contro una certa ideologia di parlare.
Chi è contro questa legge è tacciato di "omofobia" a prescindere da tutto.
Cosa accade ad una persona che dice di essere contro l'immigrazione clandestina?
Quella persona è accusata di "razzismo".
Con quale termine è definito chi critica l'Islam?
Chi critica l'Islam è definito "islamofobo".
Tutte queste accuse sono pretestuose perché lanciate senza una motivazione.
Oramai, qui in Italia, si usa l'identity policy.
Per evitare ogni dibattito, gli avversari vengono zittiti accusandoli delle cose prima descritte.
Questo è sintomo di scarsa democraticità di chi ci governa.
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