Su "Atlantico Quotidiano", vi è un articolo di Roberto Penna che è intitolato "Rinviare per tirare a campare è l’unico programma di Conte, ma il Paese non può permetterselo".
Ne riporto questo stralcio:
"Coloro che, in particolare per interessi di parte, tendono a fornire rappresentazioni benevole del premier Giuseppe Conte, lo descrivono come una figura di mediazione fra il Partito democratico e il Movimento 5 Stelle. In realtà, il presidente del Consiglio preferisce rinviare tutte le questioni più spinose che possono far barcollare la maggioranza giallo-rossa. Ma tra rinvio e mediazione vi è una bella differenza. di scontrarsi in modo irreparabile. Tutto questo in nome del “tirare a campare” il più possibile e scongiurare le elezioni anticipate, in costante coerenza con le ragioni per le quali è stato formato questo governo. Forse grillini e piddini, già abbastanza abituati a minare la loro credibilità, sono pronti a tutto pur di mantenere in vita il Conte 2, Beppe Grillo potrebbe persino ordinare al M5S di farsi piacere il contestatissimo Mes, ma è meglio non rischiare, è preferibile approfittare dell’estate per rimandare tutto a settembre".
L'articolo di Penna fa il paio con il mio scritto su "Italia chiama Italia".
Coloro che sono benevoli con il premier Giuseppe Conte dicono il Governo deve rimanere e che una sua caduta sarebbe una sciagura.
In realtà, questo Governo è nell'immobilismo più totale.
Dunque, a che serve avere un Governo che continua a rinviare i provvedimenti perché la sua maggioranza è a pezzi?
Tra l'altro, con l'attuale Parlamento, non è neppure possibile fare un Governo con una maggioranza diversa.
Non sarebbe il caso di tenere in considerazione l'opzione del voto?
Servono chiarezza e celerità.
L'attuale situazione non è chiara e l'attuale Governo non è celere.
Anzi, per via dei problemi interni alla sua maggioranza, il Governo è nell'immobilismo più totale.
L'Italia non può permettersi di perdere tempo.
A fronte di questa situazione così ingarbugliata, il voto sarebbe la soluzione migliore.
Noi rischiamo di morire di immobilismo.
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