Su "La Verità", vi è un articolo interessante che è intitolato "Chi critica l'ideologia LGBT viene schedato su Google. Compresi gli omosessuali".
Purtroppo, gli spazi di libertà in rete sono sempre meno.
Io, per esempio, non posso più condividere più i link di questo blog su Facebook.
Ora, qualcuno ha avuto un'altra trovata su Google.
È stata creata un'app su Google che colora di rosso i nomi dei presunti "omofobi".Tra questi, vi sono anche gli stessi omosessuali che (per esempio) dicono "no" alla ddl Zan-Scalfarotto, un legge apertamente liberticida.
Siamo alla follia.
Chi critica l'idea del matrimonio tra persone dello stesso sesso rischia di avere lo stigma di "omofobo".
Allora, se è così, tingano pure il mio nome di rosso.
Intanto, vi invito tutti ad andare su "Parler Free Speech Social Network".
Continuerò a postare i link di questo blog su quella piattaforma.
A fine anno, potrei chiudere il profilo Facebook.
Con la scusa di "tutelare una minoranza", si stanno limitando le libertà di espressione delle idee.
Questo è grave.
Arrivare a condannare una persona semplicemente per il fatto che dica di essere contro il matrimonio omosessuale (e non contro gli omosessuali) è una follia.
Sia chiaro, che i diritti individuali degli omosessuali debbano essere difesi e riconosciuti è ovvio ma ora si vuole fare un esperimento di "ingegneria sociale", arrivando a stravolgere la società stessa con leggi ad hoc.
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