Su "Atlantico Quotidiano", vi è un articolo di Michele Marsonet che è intitolato "Il rischio Biden: approccio passivo con Pechino e resa alla furia iconoclasta del politically correct".Ne riporto questo stralcio:
Tutto questo mentre l’ondata iconoclasta che sta percorrendo gli Stati Uniti non accenna a placarsi. E, lo si noti, ci vanno di mezzo pure figure iconiche del progressismo americano. Da Abraham Lincoln, colui che pose termine alla schiavitù dei neri vincendo la Guerra di Secessione, a Woodrow Wilson, il presidente idealista che intervenne nella Prima Guerra Mondiale garantendo la vittoria delle democrazie e poi promosse la fondazione della Società delle Nazioni, antesignana dell’attuale Onu. Secondo gli iconoclasti razzista pure lui (come Lincoln) e quindi indegno di essere ricordato".
Joe Biden, ex-vicepresidente americano e candidato democratico alla Casa Bianca, non è dato come vincitore certo.
Nonostante i sondaggi dicano il contrario, nell'opinione pubblica, ci sono sensazioni che non Biden per vincitore certo.
Egli non convince.
Non convince gli elettori democratici moderati, per via della sua non presa di distanza da coloro che buttano giù le statue.
Non convince neppure per il fatto che non abbia un'idea chiara di politica estera.
Per esempio, non ha preso una posizione netta nei confronti della Cina.
Questo non dà molta sicurezza.
Anzi, se fossi un elettore americano, io non mi sentirei di votare uno come Biden, ben sapendo che non ha un programma preciso.
A questo punto, molti elettori americani potrebbero decidere di votare il presidente in carica Donald J. Trump per le troppe incognite che Biden ha.
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