Questa è una risposta ad un commento che è stato scritto da me ad un video del presidente della Liguria Giovanni Toti:
" Antonio Gabriele, prepariamoci, meglio che te lo dica subito. E ti chiedo, dato che ti seguono parecchie persone, di cominciare a condividere e a ripeterlo da adesso ai tuoi contatti, reali e virtuali.
Ma veniamo al punto.
Già oggi vedrete qualche curva che si discosta lievemente dall’andamento esponenziale che l’epidemia in Italia (e soprattutto in Lombardia, per i numeri) ha avuto fino a un paio di giorni fa.
Potrebbe (POTREBBE) essere un buon segno.
E potrebbe (POTREBBE) ottimisticamente accadere che tra una decina di giorni o giù di lì il numero dei contagi diminuisca di molto, se TUTTI facciamo la nostra parte.
Ecco, ve lo dico dal cuore: non c’è niente da festeggiare, né oggi né tra dieci o quindici giorni.
E soprattutto non c’è da scaraventarsi fuori di casa gridando “Campioni del mondooo! Poropoporopoporo!” e abbracciando sconosciuti sudati in canottiera.
Se non mi credete, andate a vedere i criteri con cui l’Organizzazione mondiale della Sanità dichiara conclusa un’emergenza epidemica. Vediamo quella di Ebola, per esempio. L’emergenza finisce dopo DUE PERIODI DI INCUBAZIONE COMPLETI in cui non si registrano nuovi contagi. Sono 42 giorni per Ebola. Potrebbero essere 30 per SARS-CoV-2. Dopo di che, è richiesto a ogni paese di mantenere un’elevata sorveglianza per 90 giorni.
Non so se mi sono spiegato, ma spero che sia chiaro. Quando vedremo la luce in fondo al tunnel mancheranno ancora diversi chilometri per essere fuori. Perciò, travolti dall’euforia, non baciate i vicini che detestavate fino a un mese prima. Continuate a rimanere a casa il più possibile ANCHE DOPO. Finché davvero gli epidemiologi non ci diranno che possiamo tornare alla normalità. Che arriverà piano piano, riapriranno le attività, torneremo a sussurrarci pettegolezzi all’orecchio, con prudenza, torneremo in ufficio anziché lavorare dal divano (premuratevi di rendervi riconoscibili, nel frattempo, almeno dai vostri familiari), a cenare al ristorante, magari.
Ma prima di cantare vittoria dovremo rimanere in allerta per un po’.
Mettiamola così. Se tutto va bene, ma proprio bene, facciamo una festa a Ferragosto (ma proprio se ci dice culo eh, a essere molto ottimisti)
ai vostri amici, ai vostri parenti, ai semplici conoscenti. Proviamo a non fare i coglioni, perché resistere a una seconda botta sarebbe molto, molto più dura".
Ma veniamo al punto.
Già oggi vedrete qualche curva che si discosta lievemente dall’andamento esponenziale che l’epidemia in Italia (e soprattutto in Lombardia, per i numeri) ha avuto fino a un paio di giorni fa.
Potrebbe (POTREBBE) essere un buon segno.
E potrebbe (POTREBBE) ottimisticamente accadere che tra una decina di giorni o giù di lì il numero dei contagi diminuisca di molto, se TUTTI facciamo la nostra parte.
Ecco, ve lo dico dal cuore: non c’è niente da festeggiare, né oggi né tra dieci o quindici giorni.
E soprattutto non c’è da scaraventarsi fuori di casa gridando “Campioni del mondooo! Poropoporopoporo!” e abbracciando sconosciuti sudati in canottiera.
Se non mi credete, andate a vedere i criteri con cui l’Organizzazione mondiale della Sanità dichiara conclusa un’emergenza epidemica. Vediamo quella di Ebola, per esempio. L’emergenza finisce dopo DUE PERIODI DI INCUBAZIONE COMPLETI in cui non si registrano nuovi contagi. Sono 42 giorni per Ebola. Potrebbero essere 30 per SARS-CoV-2. Dopo di che, è richiesto a ogni paese di mantenere un’elevata sorveglianza per 90 giorni.
Non so se mi sono spiegato, ma spero che sia chiaro. Quando vedremo la luce in fondo al tunnel mancheranno ancora diversi chilometri per essere fuori. Perciò, travolti dall’euforia, non baciate i vicini che detestavate fino a un mese prima. Continuate a rimanere a casa il più possibile ANCHE DOPO. Finché davvero gli epidemiologi non ci diranno che possiamo tornare alla normalità. Che arriverà piano piano, riapriranno le attività, torneremo a sussurrarci pettegolezzi all’orecchio, con prudenza, torneremo in ufficio anziché lavorare dal divano (premuratevi di rendervi riconoscibili, nel frattempo, almeno dai vostri familiari), a cenare al ristorante, magari.
Ma prima di cantare vittoria dovremo rimanere in allerta per un po’.
Mettiamola così. Se tutto va bene, ma proprio bene, facciamo una festa a Ferragosto (ma proprio se ci dice culo eh, a essere molto ottimisti)
ai vostri amici, ai vostri parenti, ai semplici conoscenti. Proviamo a non fare i coglioni, perché resistere a una seconda botta sarebbe molto, molto più dura".
Rispondo a questa persona facendole notare che già sto facendo ciò.
Prima di scrivere il mio commento, riporto la "Top 10" dei dati aggiornati ad oggi che ho trovato su Google:
Luogo Positivi Guariti Deceduti
Mondo 1.066.706 223.697 56.767
USA 265.001 11.983 6.766
Italia 119.827 19.758 14.681.
Spagna 117.710 30.513 10.935
Germania 89.126 13.597 1.198
Cina 81.620 76.571 3.222
Francia 58.417 10.935 5.377
UK 38.168 191 3.695
Turchia 20.921 484 425
Svizzera 19.225 4.846 575.
Qui a Roncoferraro, in Provincia di Mantova, i positivi sono ancora 8.
Auspico che questi 8 compaesani malati di Coronavirus possano ristabilirsi il prima possibile.
Auspico che questi 8 compaesani malati di Coronavirus possano ristabilirsi il prima possibile.
Non crediamo che appena sarà passata l'emergenza noi possiamo tornare pienamente alla normalità.
La persona che ha scritto questo commento un po' colorito ha scritto una cosa vera.
Del resto, neppure gli stessi esperti sono d'accordo.
C'è chi dice che noi potremo iniziare a pensare di tornare alla normalità dopo Pasqua c'è chi dice che questo inizio avverrà a maggio e c'è chi va oltre.
Inoltre, appena questa ondata epidemica sarà scemata non si potrà tornare subito a fare ciò che si faceva prima dell'arrivo di questo virus.
Per esempio, io penso alle feste di paese.
Non è detto che appena il peggio sarà passato le feste di paese si potranno fare.
Non si sa quando il rischio si abbasserà al punto da essere controllabile.
Quindi, dobbiamo fare un ulteriore sforzo per potere uscire da codesta situazione.
Evitiamo di mandare tutto in vacca.
Oramai, si è in ballo e si balla.
Sono stati fatti degli errori nel gestire la cosa ma ora cosa si deve fare?
Il rischio di una ricaduta ci sarebbe, se si riprendesse di colpo a fare ciò che si faceva prima.
Se ci fosse una ricaduta, sarebbe una catastrofe.
Dunque, stiamo bene attenti.
Non sappiamo quando si tornerà alla normalità ma bisogna lottare.
Non sappiamo quando si tornerà alla normalità ma bisogna lottare.
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