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Una voce libera per tutti. Sono Antonio Gabriele Fucilone e ho deciso di creare questo blog per essere fuori dal coro.

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Il mio libro, in collaborazione con Morris Sonnino

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sabato 25 aprile 2020

Una risposta a Marco Tarquinio, direttore dell'"Avvenire"


Mi sento di rispondere al Marco Tarquinio, direttore del quotidiano della Conferenza Episcopale Italiana "Avvenire", il quale ha scritto un editoriale che merita di essere discusso.

Questo ne è uno stralcio:

"Sì, lo so: non pochi tra quanti hanno davanti la nostra prima pagina con il suo titolo gigante – «25 aprile: resistere, resistere, resistere» – penseranno a Borrelli. Non ad Angelo, il capo della Protezione Civile e quotidiano protagonista della lotta contro la pandemia da coronavirus, ma a Francesco Saverio, il magistrato che guidò la Procura di Milano negli anni della lotta a Tangentopoli e della faticosa nascita della cosiddetta Seconda Repubblica. Ma il pensiero non è al passato, è all’oggi e al domani. Perché – come scrive il presidente Mattarella nel Messaggio per la 75ª Festa della Liberazione che anche noi abbiamo l’onore di contribuire a diffondere – «fare memoria della Resistenza (…) significa ribadire valori di libertà, giustizia e coesione sociale», idee-guida che consentirono di sconfiggere il nazifascismo, di costruire l’Italia democratica e di aprire il cantiere di una nuova Europa.

Settantacinque anni. Tre quarti di secolo di libertà e di sviluppo in un panorama internazionale infelicemente ineguale. Quindici lustri di pace e di crescente benessere per la nostra gente in un mondo che resta senza pace e senza equità. Non certo una società perfetta la nostra, anche prima che il Covid-19 ne proclamasse la fragilità, ma un buon posto per nascere e vivere; uno di quelli che altri, nati altrove, continuano solo a sognare. Eppure, a poco a poco, tanti hanno smarrito slancio e fiducia, mancato occasioni e visto umiliati i sogni. Sino a scoprirsi cittadini di una terra dove non si mettono al mondo i figli che si vorrebbero (e che ci servirebbero), dove la tenacia e la competenza dei giovani (e dei meno giovani) non vengono accolte e valorizzate, dove gli anziani vanno in pensione un po’ prima, ma hanno meno difesa sanitaria del necessario. Certo, succedono ancora e sempre tante cose buone e belle in Italia, ma non abbastanza, ma non a tutti".

Forse io sarò un cattolico strano.
Forse io sarò un imbecille, una persona da paragonarsi ad un automobilista ubriaco che imbocca l'autostrada contromano e che dice che gli altri gli stiano venendo addosso.
Forse sarò un pazzo.
A questo punto, comincio a dubitare di molte cose.
Però, leggere questo editoriale del direttore del quotidiano che dovrebbe rappresentare Conferenza Episcopale Italiana (quindi la nostra Chiesa) mi lascia attonito.
Infatti, io mi sarei aspettato queste parole da un giornale comunista "duro e puro" come "Il Manifesto" o "Il Fatto Quotidiano" e non da un quotidiano come "Avvenire".
Infatti, le nostre libertà sono sospese.
Abbiamo un governo non votato da nessuno che (di fatto) ha pieni poteri.
Però, sembra tutto questo non sia notato dal dottor Tarquinio.
Il nostro Paese dovrebbe essere simile agli USA, con le loro libertà ed il loro benessere.
Ad oggi, esso rischia certamente di diventare simile ad un Paese del continente americano ma del Sud America.
Il nostro Paese rischia di diventare come il Venezuela. 
Persino le nostre chiese sono chiuse.
Dato che il quotidiano "Avvenire" è il giornale della Conferenza Episcopale Italiana, un cattolico (come me) si aspetta di leggere in prima pagina qualcosa che parli del fatto che le messe siano sospese e del fatto che l'ANPI possa celebrare pubblicamente il 25 aprile. 
Perché Tarquinio non parla di quanto accaduto a Soncino (in Provincia di Cremona) in cui un prete si è visto arrivare i carabinieri mentre diceva messa?
Al posto suo, io avrei denunziato la cosa pubblicamente e avrei fatto una campagna martellante contro simili episodi. 
Un episodio come quello che è accaduto a Soncino è molto grave.
Il prete in questione, un certo padre Lino, ha rispettato tutte le norme di sicurezza. 
Allora, il 25 aprile conta di più della nostra Pasqua di nostro Signore?
Chi la pensa come me sarebbe un cattolico inadeguato per questa Chiesa di oggi?
Forse, un cattolico conservatore ed amico degli USA e di Israele, come il sottoscritto,  non va più bene per questa Chiesa italiana?
Visto l'andazzo, sono domande che mi pongo.






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Ringrazio l'amico Morris Sonnino di questo screemshot de "Il Corriere della Sera".