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giovedì 11 luglio 2013

Non antepongano a Cristo assolutamente nulla. Dalla "Regola" di san Benedetto



Cari amici ed amiche.

L'amico Giovanni Covino (SEFT) mi ha inoltrato questo testo intitolato "Non antepongano a Cristo assolutamente nulla. Dalla "Regola" di san Benedetto":


"Come il sole disperde/le nebbie del mattino,/egli vinse le effimere/suggestioni del mondo.
Prima di ogni altra cosa devi chiedere a Dio con insistenti preghiere che egli voglia condurre a termine le opere di bene da te incominciate, perché non debba rattristarsi delle nostre cattive azioni dopo che si è degnato di chiamarci ad essere suoi figli. In cambio dei suoi doni, gli dobbiamo obbedienza continua. Se non faremo così, egli come padre sdegnato, sarà costretto a diseredare un giorno i suoi figli e, come Signore tremendo, irritato per le nostre colpe, condannerà alla pena eterna quei malvagi che non l'hanno voluto seguire alla gloria. Destiamoci, dunque, una buona volta al richiamo della Scrittura che dice: È tempo ormai di levarci dal sonno (cfr. Rm 13, 11). Apriamo gli occhi alla luce divina, ascoltiamo attentamente la voce ammonitrice che Dio ci rivolge ogni giorno: «Oggi se udite la sua voce non indurite i vostri cuori» (Sal 94, 8). E ancora: «Chi ha orecchi ascolti ciò che lo Spirito dice alle chiese» (Ap 2, 7). E che cosa dice? Venite, figli, ascoltate, vi insegnerò il timore del Signore. Camminate mentre avete la luce della vita, perché non vi sorprendano le tenebre della morte (cfr. Gv 12, 35). Il Signore cerca nella moltitudine del popolo il suo operaio e dice: C'è qualcuno che desidera la vita e brama trascorrere giorni felici? (cfr. Sal 33, 13). Se tu all'udire queste parole rispondi: Io lo voglio! Iddio ti dice: Se vuoi possedere la vera e perpetua vita, preserva la lingua dal male e le tue labbra non pronunzino menzogna: fuggi il male e fa` il bene: cerca la pace e seguila (cfr. Sal 33, 14-15). E se farete questo, i miei occhi saranno sopra di voi e le mie orecchie saranno attente alle vostre preghiere: prima ancora che mi invochiate dirò: Eccomi. Che cosa vi è di più dolce, carissimi fratelli, di questa voce del Signore che ci invita? Ecco, poiché ci ama, ci mostra il cammino della vita. Perciò, cinti i fianchi di fede e della pratica di opere buone, con la guida del vangelo, inoltriamoci nelle sue vie, per meritare di vedere nel suo regno colui che ci ha chiamati. Ma se vogliamo abitare nei padiglioni del suo regno, persuadiamoci che non ci potremo arrivare, se non affrettandoci con le buone opere. Come vi è uno zelo cattivo e amaro che allontana da Dio e conduce all'inferno, così c'è uno zelo buono che allontana dai vizi e conduce a Dio e alla vita eterna. In questo zelo i monaci devono esercitarsi con amore vivissimo; e perciò si prevengano l'un l'altro nel rendersi onore, sopportino con somma pazienza le infermità fisiche e morali degli altri, si prestino a gara obbedienza reciproca. Nessuno cerchi il proprio utile, ma piuttosto quello degli altri, amino i fratelli con puro affetto, temano Dio, vogliano bene al proprio abate con sincera e umile carità. Nulla assolutamente anteponiamo a Cristo e così egli, in compenso, ci condurrà tutti alla vita eterna.".

Mi vengono in mente le parole di San Benedetto che recitano: "Nihil amori Christi praeponere". 
Nulla deve essere anteposto a Cristo.
Egli è Alfa ed Omega, inizio e fine di tutto.
Amare Cristo significa amare Dio poiché Egli è Dio e regna in unità con lo Spirito e con il Padre per tutti i secoli.
Il comandamento di Cristo, che sintetizza il Decalogo del Vecchio Testamento, dice: "Ama il tuo Dio con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima, con tutta la tua mente e con tutte le tue forze ed ama il tuo prossimo come te stesso". 
Per questo, non si può mettere nulla prima di Cristo.
Amare Cristo significa anche amare il prossimo, perché nel prossimo (specialmente se è più debole)  si vede il Cristo sofferente.
Queste parole risuoneranno anche domenica, nelle letture della Messa
In qualche modo, le parole di oggi anticipano la Messa che si celebrerà domenica.
Il mondo passerà ma le parole di Dio (e Dio stesso) non passeranno!
Cordiali saluti. 




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