Cari amici ed amiche.
Attraverso Facebook, l'amico Angelo Fazio ha portato alla mia attenzione questa foto, con questa didascalia:
"BRASILE-VATICANO GMG: PAPA, SEGUIRE LA CROCE E FARSI CONTAGIARE DAL SUO AMORE PER ''USCIRE DA NOI STESSI'' PER ANDARE VERSO CHI SOFFRE, PER CHI HA BISOGNO DI AIUTO
Con la Croce "Gesù si unisce alle famiglie che sono in difficoltà, che piangono la perdita dei loro figli, o che soffrono nel vederli preda di paradisi artificiali come la droga; con essa, Gesù si unisce a tutte le persone che soffrono la fame in un mondo che ogni giorno getta via tonnellate di cibo; con essa, Gesù si unisce a chi è perseguitato per la religione, per le idee, o semplicemente per il colore della pelle; in essa, Gesù si unisce a tanti giovani che hanno perso la fiducia nelle istituzioni politiche perché vedono egoismo e corruzione o che hanno perso la fede nella Chiesa, e persino in Dio, per l'incoerenza di cristiani e di ministri del Vangelo".
Rio de Janeiro (AsiaNews) - Via Crucis alla Giornata mondiale della gioventù: più di un milione di giovani a Copacabana, la spiaggia di Rio che è uno dei simboli mondiali del divertimento senza pensieri. Ma questi giovani sono venuti a evocare la Croce. Essa, dice il Papa, ci invita a lasciarci contagiare dal suo amore, "ci insegna a guardare sempre l'altro con misericordia e amore, soprattutto chi soffre, chi ha bisogno di aiuto", ci invita a seguire lui che "si unisce al silenzio delle vittime della violenza, che non possono più gridare, soprattutto gli innocenti e gli indifesi; con essa, Gesù si unisce alle famiglie che sono in difficoltà, che piangono la perdita dei loro figli, o che soffrono nel vederli preda di paradisi artificiali come la droga; con essa, Gesù si unisce a tutte le persone che soffrono la fame in un mondo che ogni giorno getta via tonnellate di cibo; con essa, Gesù si unisce a chi è perseguitato per la religione, per le idee, o semplicemente per il colore della pelle; in essa, Gesù si unisce a tanti giovani che hanno perso la fiducia nelle istituzioni politiche perché vedono egoismo e corruzione o che hanno perso la fede nella Chiesa, e persino in Dio, per l'incoerenza di cristiani e di ministri del Vangelo".
Finalmente manca quella pioggia che ha costretto l'organizzazione della Gmg a spostare a Copacabana tutti i grandi appuntamenti di questi giorni, visto che la spianata "de la fé" è allagata.
Ma non manca lì entusiasmo dei giovani tra i quali, anche stasera, il Papa passa a lungo. Saluta con calore, bacia bambini, scambia la papalina con una offertagli da un ragazzo, scende dalla jeep per ricevere una piccola statua della Vergine, ne benedice una di san Francesco, raccoglie magliette gialle della Gmg che gli vengono lanciate. Un clima di gioia che non stride con la Via della croce, celebrata con grande partecipazione.
Ad animare la celebrazione 280 persone, fra artisti e volontari. La rappresentazione di ciascuna stazione, molto suggestiva, si è svolta contemporaneamente lungo la Via Crucis e sul palco davanti al Papa. A segnare ogni tappa una meditazione legata ai problemi, alle sofferenze e alle domande esistenziali dei giovani di oggi: l'essere missionari, la conversione. C'è un volontario di una comunità di persone che lottano per uscire dalla tossicodipendenza, che ha chiesto a Dio di insegnargli a essere come il Buon Samaritano per raccogliere l'uomo che giace sulla strada, una donna che ricorda le battaglie per difendere la vita dal concepimento alla morte naturale, una donna evoca le "vittime della cultura della morte", come le donne che si prostituiscono, le famiglie che vivono nella miseria, i malati senza cure, gli anziani, i giovani senza lavoro, un'altra le "cadute" degli handicappati. Infine una coppia di innamorati dice che le passioni non sono fondamenti sicuri, ma si costruisce sulla roccia solo quando le fondamenta sono l'amore
"Un'antica tradizione della Chiesa di Roma racconta che l'Apostolo Pietro, uscendo dalla città per fuggire dalla persecuzione di Nerone, vide Gesù che camminava nella direzione opposta e stupito gli domandò: "Signore, dove vai?". La risposta di Gesù fu: "Vado a Roma per essere crocifisso di nuovo". In quel momento, Pietro capì che doveva seguire il Signore con coraggio, fino in fondo, ma capì soprattutto che non era mai solo nel cammino; con lui c'era sempre quel Gesù che lo aveva amato fino a morire sulla Croce. Ecco, Gesù con la sua Croce percorre le nostre strade per prendere su di sé le nostre paure, i nostri problemi, le nostre sofferenze, anche le più profonde. Con la Croce Gesù si unisce al silenzio delle vittime della violenza, che non possono più gridare, soprattutto gli innocenti e gli indifesi; con essa, Gesù si unisce alle famiglie che sono in difficoltà, che piangono la perdita dei loro figli, o che soffrono nel vederli preda di paradisi artificiali come la droga; con essa, Gesù si unisce a tutte le persone che soffrono la fame in un mondo che ogni giorno getta via tonnellate di cibo; con essa, Gesù si unisce a chi è perseguitato per la religione, per le idee, o semplicemente per il colore della pelle; in essa, Gesù si unisce a tanti giovani che hanno perso la fiducia nelle istituzioni politiche perché vedono egoismo e corruzione o che hanno perso la fede nella Chiesa, e persino in Dio, per l'incoerenza di cristiani e di ministri del Vangelo. Nella Croce di Cristo c'è la sofferenza, il peccato dell'uomo, anche il nostro, e Lui accoglie tutto con le braccia aperte, carica sulle sue spalle le nostre croci e ci dice: Coraggio! Non sei solo a portarle! Io le porto con te e io ho vinto la morte e sono venuto a darti speranza, a darti vita".
"E così possiamo rispondere alla seconda domanda: che cosa ha lasciato la Croce in coloro che l'hanno vista, in coloro che l'hanno toccata? Che cosa lascia in ciascuno di noi? Lascia un bene che nessuno può darci: la certezza dell'amore incrollabile di Dio per noi. Un amore così grande che entra nel nostro peccato e lo perdona, entra nella nostra sofferenza e ci dona la forza per portarla, entra anche nella morte per vincerla e salvarci. Nella Croce di Cristo c'è tutto l'amore di Dio, la sua immensa misericordia. E questo è un amore di cui possiamo fidarci, nel quale possiamo credere. Cari giovani, fidiamoci di Gesù, affidiamoci totalmente a Lui! Solo in Cristo morto e risorto troviamo salvezza e redenzione. Con lui, il male, la sofferenza e la morte non hanno l'ultima parola, perché Lui ci dona speranza e vita: ha trasformato la Croce da strumento di odio, di sconfitta, di morte in segno di amore, di vittoria e di vita".
"Ma la Croce di Cristo ci invita anche a lasciarci contagiare da questo amore, ci insegna allora a guardare sempre l'altro con misericordia e amore, soprattutto chi soffre, chi ha bisogno di aiuto, chi aspetta una parola, un gesto e ad uscire da noi stessi per andargli incontro e tendergli la mano. Tanti volti hanno accompagnato Gesù nel suo cammino verso il Calvario: Pilato, il Cireneo, Maria, le donne... Anche noi davanti agli altri possiamo essere come Pilato che non ha il coraggio di andare controcorrente per salvare la vita di Gesù e se ne lava le mani. Cari amici, la Croce di Cristo ci insegna ad essere come il Cireneo, che aiuta Gesù a portare quel legno pesante, come Maria e le altre donne, che non hanno paura di accompagnare Gesù fino alla fine, con amore, con tenerezza. E tu, come sei? Come Pilato, come il Cireneo, come Maria?. Gesù ti sta guardando in questo momento e ti sta chiedendo: vuoi aiutarmi a portare la croce?"
"Cari giovani - conclude il Papa - alla Croce di Cristo portiamo le nostre gioie, le nostre sofferenze, i nostri insuccessi; troveremo un Cuore aperto che ci comprende, ci perdona, ci ama e ci chiede di portare questo stesso amore nella nostra vita, di amare ogni nostro fratello e sorella con questo stesso amore. Così sia!".
Ringrazio Angelo dello spunto.
Anche i giovani devono essere portatori della croce di Cristo.
Il Santo Padre, Papa Francesco, l'ha detto a chiare durante questa Giornata Mondiale della Gioventù che si sta tenendo a Rio de Janeiro.
Cosa significa portare la croce?
Portare la croce significa amare il prossimo, fino a seguirlo nei momenti di difficoltà.
Un esempio è proprio Angelo, una persona con cui ho il piacere e l'onore di collaborare.
Lui è un giovane di soli 27 anni ma ha fatto una scelta di vita (che io rispetto sinceramente ) di vivere cristianamente per gli altri.
Ammiro molto uno come Angelo perché ha grande coraggio.
Portare la croce significa anche servire la comunità attraverso il sacerdozio, la politica o il volontariato.
Portare la croce significa soprattutto andare controcorrente rispetto a questo mondo che pensa solo all'io.
In un mondo del genere, si viene vilipesi, offesi e ritenuti dei "bigotti", "baciapile" e "farisei".
Oggi, per esempio, dirsi contro l'aborto è ritenuto un insulto alla società civile.
Dirsi contro i matrimoni gay è ritenuto un atto di discriminazione verso i più deboli.
Basti pensare ai giovani che protestano in Francia contro i matrimoni gay e che vengono arrestati dalla polizia.
Bisogna essere contro la corruzione ma senza il giustizialismo becero o l'anti-politica.
Bisogna condannare l'errore (e non l'errante) senza mai, però, perdere di vista il fatto che anche noi stessi possiamo sbagliare.
Come ha detto (giustamente) il Santo Padre, noi giovani dobbiamo andare nelle periferie a cercare di aiutare i lontani, anche coloro che hanno perso ogni speranza.
Il cristiano non può starsene con le mani in mano.
Deve contemplare la vita ma deve anche operare.
Deve parlare quando di vi sono situazioni di gravi ingiustizia e non deve farsi intimorire da chi vuole mantenere questa ingiustizia.
Deve portare i valori come la carità e l'operosità.
Se non facesse così che cristiano sarebbe?
Termino, facendo i complimenti ai giovani di Alleanza Cattolica di Barcellona Pozzo di Gotto (Messina), tra i quali vi è l'amico Filippo Giorgianni.
Essi hanno organizzato la Giornata Diocesana dei Giovani, in collegamento con la Giornata Mondiale della Gioventù che si tiene a Rio de Janeiro.
Perché cose del genere non si fanno qui a Roncoferraro, in Provincia di Mantova?
Forse, se si mangiasse qualche piatto di "Riso alla pilota" in meno e se si facesse qualche evento simile, Roncoferraro sarebbe migliore!
Cordiali saluti.
The Liberty Bell of Italy, una voce per chi difende la libertà...dalla politica alla cultura...come i nostri amici americani, i quali ebbero occasione di udire la celebre campana di Philadelphia nel 1776, quando fu letta la celeberrima Dichiarazione di Indipendenza. Questa è una voce per chi crede nei migliori valori della nostra cultura.
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Il mio libro, in collaborazione con Morris Sonnino
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Il peggio della politica continua ad essere presente
Ringrazio un caro amico di questa foto.
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