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Una voce libera per tutti. Sono Antonio Gabriele Fucilone e ho deciso di creare questo blog per essere fuori dal coro.

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Il mio libro, in collaborazione con Morris Sonnino

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domenica 21 luglio 2013

Il gotico ed i misteri

Cari amici ed amiche.

L'amico Angelo Fazio, attraverso Facebook, mi ha portato all'attenzione questo testo che è tratto da un'omelia di Papa Benedetto XIV, durante una sua visita negli Stati Uniti d'America del 2008:


"Sono particolarmente lieto che ci siamo radunati nella cattedrale di san Patrizio. Forse più di ogni altra chiesa negli Stati Uniti, questo luogo è conosciuto ed amato come “una casa di preghiera per tutti i popoli” (cfr Is 56,7; Mc 11,17). Ogni giorno migliaia di uomini, donne e bambini entrano per le sue porte e trovano la pace dentro le sue mura. L’Arcivescovo John Hughes che – come ci ha ricordato il Cardinale Egan – è stato il promotore della costruzione di questo venerabile edificio, volle erigerlo in puro stile gotico. Voleva che questa cattedrale ricordasse alla giovane Chiesa in America la grande tradizione spirituale di cui era erede, e che la ispirasse a portare il meglio di tale patrimonio nella edificazione del Corpo di Cristo in questo Paese. Vorrei richiamare la vostra attenzione su alcuni aspetti di questa bellissima struttura, che mi sembra possa servire come punto di partenza per una riflessione sulle nostre vocazioni particolari all’interno dell’unità del Corpo mistico.
Il primo aspetto riguarda le finestre con vetrate istoriate che inondano l’ambiente interno di una luce mistica. Viste da fuori, tali finestre appaiono scure, pesanti, addirittura tetre. Ma quando si entra nella chiesa, esse all’improvviso prendono vita; riflettendo la luce che le attraversa rivelano tutto il loro splendore. Molti scrittori – qui in America possiamo pensare a Nathaniel Hawthorne – hanno usato l’immagine dei vetri istoriati per illustrare il mistero della Chiesa stessa. È solo dal di dentro, dall’esperienza di fede e di vita ecclesiale che vediamo la Chiesa così come è veramente: inondata di grazia, splendente di bellezza, adorna dei molteplici doni dello Spirito. Ne consegue che noi, che viviamo la vita di grazia nella comunione della Chiesa, siamo chiamati ad attrarre dentro questo mistero di luce tutta la gente.

Non è un compito facile in un mondo che può essere incline a guardare la Chiesa, come quelle finestre istoriate, “dal di fuori”: un mondo che sente profondamente un bisogno di spiritualità, ma trova difficile “entrare nel” mistero della Chiesa. Anche per qualcuno di noi all’interno, la luce della fede può essere attenuata dalla routine e lo splendore della Chiesa essere offuscato dai peccati e dalle debolezze dei suoi membri. L’offuscamento può derivare anche dagli ostacoli incontrati in una società che a volte sembra aver dimenticato Dio ed irritarsi di fronte alle richieste più elementari della morale cristiana. Voi che avete consacrato la vostra vita a rendere testimonianza all’amore di Cristo e all’edificazione del suo Corpo sapete dal vostro contatto quotidiano con il mondo intorno a noi, quanto a volte si sia tentati di cedere alla frustrazione, alla delusione e addirittura al pessimismo circa il futuro. Con una parola: non è sempre facile vedere la luce dello Spirito intorno a noi, lo splendore del Signore risorto che illumina la nostra vita ed infonde nuova speranza nella sua vittoria sul mondo (cfr Gv 16,33).

La parola di Dio, tuttavia, ci ricorda che nella fede noi vediamo i cieli aperti e la grazia dello Spirito Santo illuminare la Chiesa e portare una speranza sicura al nostro mondo. “Signore, mio Dio”, canta il salmista, “se mandi il tuo Spirito, sono creati, e rinnovi la faccia della terra” (Sal 104,30). Queste parole evocano la prima creazione, quando “lo Spirito di Dio aleggiava sulle acque” (Gn 1,2). Ed esse spingono il nostro sguardo avanti verso la nuova creazione, a Pentecoste, quando lo Spirito Santo discese sugli Apostoli ed instaurò la Chiesa come primizia dell’umanità redenta (cfr Gv 20,22-23). Queste parole ci esortano ad una fede sempre più profonda nella potenza infinita di Dio di trasformare ogni situazione umana, di creare vita dalla morte e di rischiarare anche la notte più buia. E ci fanno pensare ad un’altra bellissima frase di sant’Ireneo: “Dov’è la Chiesa, lì è lo Spirito di Dio; dov’è lo Spirito di Dio, lì è la Chiesa e ogni grazia” (Adv. Haer. III, 24,1).

Ciò mi conduce ad un'altra riflessione sull’architettura di questa chiesa. Come tutte le cattedrali gotiche, essa è una struttura molto complessa, le cui proporzioni precise ed armoniose simboleggiano l’unità della creazione di Dio. Gli artisti medievali spesso rappresentavano Cristo, la Parola creatrice di Dio, come un “geometra” celeste, col compasso in mano, che ordina il cosmo con infinita sapienza e determinazione. Una simile immagine non ci fa forse venire in mente il nostro bisogno di vedere tutte le cose con gli occhi della fede, per poterle in questo modo comprendere nella loro prospettiva più vera, nell’unità del piano eterno di Dio? Ciò richiede, come sappiamo, una continua conversione e l’impegno di “rinnovarci nello spirito della nostra mente” (cfr Ef 4,23), per acquistare una mentalità nuova e spirituale. Esige anche lo sviluppo di quelle virtù che mettono ciascuno di noi in grado di crescere in santità e di portare frutti spirituali nel proprio stato di vita. Non è forse questa costante conversione “intellettuale” altrettanto necessaria quanto la conversione “morale” per la nostra crescita nella fede, per il nostro discernimento dei segni dei tempi e per il nostro contributo personale alla vita e la missione della Chiesa?
".

Ringrazio Angelo, un fidato collaboratore ed amico mio e di questo blog.
In questo testo si parla dell'arte gotica.
Ora, nello stile gotico vi sono forme che riconducono al divino e alla solennità della liturgia.
Lo stile gotico rappresenta l'evoluzione dell'arte e della fede.
La fede, infatti, si evolse da un atteggiamento di intimismo (che si manifestò nello stile romanico) ad un atteggiamento di elevazione verso l'alto, verso Dio.
Ora, il professore della Columbia University di New York Stephen Murray  ed il professore del dipartimento dell'arte del Vassar College Andrew Tallon hanno fatto delle ricerche nella cattedrale di Amiens, in Piccardia (Francia).
La cattedrale è raffigurata nella foto.
Iniziata nel 1220, la cattedrale di Amiens è un esempio di arte gotica.
Essa fu voluta dal vescovo Evrard de Fouilloy, che ne pose la prima pietra.
Ora, sorge una domanda: come poterono gli uomini del Medio Evo costruire un monumento del genere senza le tecnologie di oggi?
Lo stile gotico ha tre caratteristiche: l'arco a sesto acuto, il contrafforte con arco rampante e la catena di ferro che tiene insieme il tutto.
L'arco a sesto acuto (che fu usato in origine dagli Arabi e che pare fosse stato portato dai cavalieri dell'Ordine Templare) permise di creare dei monumenti più alti, per via delle spinte che cadono vicino ai pediritti.
Quindi, l'arco a sesto acuto permise di fare dei monumenti più alti, a differenza dell'arco a tutto sesto dello stile romanico.
Con quest'ultimo, non si sarebbe potuto fare un monumento simile, poiché le spinte sarebbero state lontane dai pediritti e le arcate sarebbero collassate.
Tuttavia, l'arco a sesto acuto presentò degli svantaggi.
Le crepe nei transetti della cattedrale di Amiens ne sono la prova.
Infatti, esso piega i pilastri verso l'estero in alto e verso l'interno in basso.
Questo alla lunga avrebbe minato la staticità dell'edificio, se esso non fosse stato dotato di contrafforti con archi rampanti.
Tuttavia, nel caso di Amiens, il contrafforte era posto troppo in alto e questo vanificò il tutto.
Allora, nel fregio che si trova sopra gli archi delle navate laterali fu messa una catena di ferro, che tenne insieme il tutto.
Nell'arte gotica c'è scienza.
Gli edifici gotici si reggono sulla base di principi della fisica, spinte che si compensano tra loro.
Ogni elemento (compresi i pinnacoli dei contrafforti) serve a mantenere in piedi il tutto.
Ora, oltre alla fede, nelle cattedrali gotiche vi è un codice segreto?
La risposta è sì!
I professori Tallon e Murray hanno fatto delle scoperte sorprendenti.
Nel cuore della cattedrale di Amiens (l'incrocio tra la navata ed il transetto) sono state fatte delle misure.
Queste misure sono state convertite da metri in piedi romani (la misura del Medio Evo) ed il risultato è stato che l'altezza è pari a 50 piedi romani.
Il numero 50 compare nell'Antico Testamento, precisamente nelle misure dell'Arca di Noè.
Anche gli archi hanno misure bibliche. Essi misurano 144 piedi.
Il numero 144 compare nell'Apocalisse di San Giovanni.
Anche la cattedrale di Notre Dame di Parigi ci sono misure bibliche.
L'altezza del livello inferiore, è di 30 piedi, come quella del livello superiore.
In totale, l'altezza della chiesa è di 60 metri.
Il numero 30 ed il numero 60 sono i numeri del Tempio di Gerusalemme, quello voluto da re Salomone.
Guarda caso, lo stile gotico comparve con l'arrivo dei Cavalieri Templari.
Questi ebbero al loro fianco delle gilde di architetti (come la Compagnia di Padre Soubise, che realizzò la cattedrale di Chartres) che iniziarono a costruire chiese gotiche.
Quindi, le cattedrali gotiche dovevano essere delle riproposizioni del Tempio di re Salomone.
Le gilde ebbero un carattere iniziatico.
Infatti, per non fare conoscere il loro segreti, chi entrava a fare parte di esse doveva fare un rituale di iniziazione.
Queste gilde furono i primi embrioni della massoneria.
In seguito, nell'Inghilterra di re Enrico VIII, queste gilde non fecero piè chiese ed i vari mecenati entrarono in esse.
Da gilde di costruttori di cattedrali, questi gruppi divennero speculativi e puntarono a creare un "tempio spirituale".
Nacque la massoneria che noi conosciamo, il 14 giugno 1717, nella taverna dell'Oca Arrostita di Londra.
Quindi, ripeto per la centesima volta, la massoneria non ha nulla di ebraico.
Essa specula dall'Ebraismo, dal Cristianesimo, dall'Islam, dai Cavalieri dell'Ordine Templare, dagli gnostici e dalle dottrine esoteriche.
Chi pensa il contrario, ossia che la massoneria sia un prodotto ebraico) è ignorante.
L'ignoranza (soprattutto se è un'ignoranza che fa del male, come l'antisemitismo)  non è accettata!
Termino con una mia poesia intitolata "Il re et il muratore":

IL RE ET IL MURATORE

Sì quando contra onne munisterio...
si fé Enrico l'ottavo rege...
sì rege qui 'n Anglia rubò per luxuria le Chiavi...
come l'auro pigliò da le cattedrali...
et per lo mastro et murator li tempi vennero gravi...
et ne la sua gilda vennero li mecenati...
sì per l'omo...fé questa novo 'l tempio...
sì d'heresia...non più per Dio, li sancti et li beati!

Cordiali saluti.








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