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Il mio libro, in collaborazione con Morris Sonnino

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domenica 2 dicembre 2012

Uruguay, i candidati devono conoscere i problemi degli italiani ivi residenti!

Cari amici ed amiche.

Qui sopra vi è la pagina del giornale "La Gente d'Italia", un giornale degli italiani nel mondo.
La signora Marta Martinez Ambrosini, segretaria del Circolo Italiano di Tacuarembò (Uruguay), ha detto la sua opinione sulla questione del voto degli italiani ivi residenti.
Com'è noto, la comunità italiana di Tacuarembò aveva avuto dei problemi, che io avevo portato all'attenzione di tutti fin dal 2008.
Ora, sostanzialmente, sono d'accordo con Marta.
Questo discorso vale per gli italiani che vivono all'estero, come per noi che stiamo qui in Italia.
La nostra politica latita.
Spesso e volentieri, il cittadino non riesce ad interloquire con il politico.
Lo sto vedendo io.
Io milito in un partito, il Popolo della Libertà.
Qui nel mio Comune, Roncoferraro (Mantova), ci sono dei problemi.
Spesso e volentieri non si riesce ad interloquire con i vertici provinciali del partito, che nella zona è lasciato a sé.
Ora, nel caso degli italiani all'estero, la cosa è più seria.
Infatti, gli italiani all'estero hanno problemi burocratici.
Pensiamo alla questione dei corsi della lingua italiana.
Ora, la lingua italiana serve a mantenere l'identità di queste comunità italiane all'estero ed i rapporti con l'Italia.
Come può un giovane italo-uruguayano, italo-canadese o italo-americano sentirsi italiano se non conosce nemmeno l'ABC della lingua italiana?
Bisogna fare delle politiche volte a fare in modo che gli italiani residenti all'estero possano imparare l'italiano.
Per esempio, ci si potrebbe appoggiare alle scuole o alle università italiane.
Lo Stato (o le Regioni) potrebbe dare uno start up ad una scuola o ad un'università per fare in modo che questa apra dei corsi di italiano in città estere come Tacuarembò, New York o altri posti.
In pratica, l'unico costo per lo Stato sarebbe lo start up, mentre tutto il resto verrebbe fornito dall'università.
Le nostre università spendono soldi in corsi inutili, che magari sono frequentati da due persone.
Se anziché fare questo, le università facessero fare dei corsi di lingua italiana all'estero (con lo start up dello Stato), le cose sarebbero migliori.
Questa è una mia idea ma potrebbe essere una cosa attuabile.
Serve una maggiore interazione tra l'Italia e le comunità italiane all'estero, che sono un patrimonio importante.
La politica deve conoscere i problemi della gente.
Cordiali saluti.


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Il peggio della politica continua ad essere presente

Ringrazio un caro amico di questa foto.