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venerdì 21 dicembre 2012

William McMahon e Silvio Berlusconi, un parallelismo

Cari amici ed amiche.

Nel fare la ricerca sui Primi Ministri australiani, mi sono imbattuto in sir William McMahon, la cui carriera da Primo Ministro è raccontata sul sito ufficiale in questo modo:


"Prime Minister William McMahon's new ministers seated around the Cabinet table in Parliament House. Seated clockwise from left are Senators Cotton and Anderson, Dr AJ Forbes, Billy Snedden, Alan Hulme, Doug Anthony, the Prime Minister, John Gorton, Ian Sinclair, Nigel Bowen, P Nixon, C Barnes, Senator Drake-Brockman, Phillip Lynch, Ralph Hunt, Andrew Peacock, Doug Fairbairn, Leslie Bury, WC Wentworth, Reg Swartz, Don Chipp, Dr Mackay, KMK Cairns and Senator Greenwood, 1971.


NAA: A1200, L94982

William McMahon became Prime Minister on 10 March 1971, at the age of 63. When his government lost office at the federal election in December 1972, he became the first prime minister to lose office at the ballot box since Ben Chifley lost the 1949 election.

Governor-General Paul Hasluck swore in the Coalition ministry of William McMahon and Country Party leader Doug Anthony on 10 March 1971. There were 15 Cabinet positions – 17 in the outer ministry and 10 ministers without a portfolio.

After the successful referendum in May 1967, the Australian government was no longer prevented by the Constitution from governing on behalf of Aboriginal people. The McMahon ministry was the first to have a Minister for Aboriginal Affairs. WC Wentworth was appointed to this post, with Peter Howson the junior minister assisting.

The ministry was far from stable. Like John Gorton, McMahon failed to achieve unity. The former prime minister was himself part of the problem – the price of his resignation as leader had been the deputy leadership of the Liberal Party and the senior Cabinet post of Defence. Gorton resigned from Cabinet in August 1971 after McMahon challenged him with breaching Cabinet solidarity by charging other ministers with leaking Cabinet information.

McMahon was no more fortunate outside parliament. Leader of the Opposition Gough Whitlamled a Labor delegation on a visit to the People’s Republic of China in July 1971. McMahon seized on this, charging Whitlam with being a pawn of a Communist power and a spokesman for the enemy being fought in Vietnam. Then on 15 July 1971, United States President Richard Nixon announced his proposed visit to China. The Opposition coup and McMahon’s unfortunate attempt to gain political capital was an embarrassment for the Coalition.



The top secret Cabinet minute recording the decision to withdraw Australian troops from Vietnam by the end of 1971, dated 26 July 1971.

NAA: A5909, 319, p. 1

On 26 July 1971 Cabinet decided on an ‘accelerated withdrawal’ of Australian troops in Vietnam, anticipating a scaling down of the US forces there.

McMahon modified the offshore mining legislation of the Gorton government, and Cabinet dealt with new issues in the delineation of the continental shelf between Australia and Indonesia.

Aboriginal land rights and economic development were firmly on the McMahon government’s agenda. The government accepted the recommendations of the Gibb committee on Aboriginal employment in the pastoral industry in the Northern Territory, including the lease of land at Wattie Creek to the Gurindji people who had occupied a section of the Vestey company lease in protest since 1966. The 1971 decision in the Gove land rights case in the Northern Territory Supreme Court had rejected Yolngu rights to land in eastern Arnhem Land and prompted protests. In 1972 protestors set up a tent embassy on the lawns in front of Parliament House. That same year the McMahons toured the Northern Territory, opening a new residential college outside Darwin for Aboriginal students.

Late in 1972 the government faced both an economic decline, with inflation and unemployment increasing, and a federal election. The election on 2 December returned a Labor government and on 5 December 1972 Gough Whitlam was sworn in as Prime Minister.



Sonia McMahon, Prime Minister William McMahon and Navy Minister Jim Killen on the campaign trail in December 1972, before voters elected the Labor government led by Gough Whitlam.

NAA: A6135, K5/12/72/43
Sources

Hughes, Colin, Mr. Prime Minister: Australian Prime Ministers, 1901–1972, Oxford University Press, Melbourne, 1976.

Sekuless, Peter, ‘William McMahon’, in Michelle Grattan (ed.), Australian Prime Ministers, New Holland, Sydney, 2000.
From the National Archives of Australia collection

Australia–Indonesia discussions on delimitation of Continental Shelf – Decision 111 (GA), 1971, NAA: A5908, 42

NAA: A5909, 319
".


Ora, qui in Italia il cognome McMahon è noto ai più per via di suo figlio Julian, un famoso attore che ha interpretato il demone Cole nella serie TV americana "Charmed" (che a noi è nota come come "Streghe"), il dottore Christian Troy dell'altra serie TV americana "Nip/Tuck" ed il Dottor Doom nel film "I Fantastici Quattro".
Ora, però, vorrei focalizzare l'attenzione sul padre, William McMahon (Sydney, 23 febbraio 1908-31 marzo 1988).
Nel 1971, McMahon divenne leader del Partito Liberale australiano e poi venne nominato Primo Ministro.
Fieramente anticomunista, egli divenne Primo Ministro in una situazione difficile.
In Vietnam c'era la guerra e ed il servizio militare di leva obbligatori erano diventati impopolari.
Inoltre, il leader dell'opposizione laburista Gough Whitlam aveva proposto un sistema mutualistico universale, che piacque molto all'opinione pubblica.
McMahon, allora, reagì.
Egli criticò la proposta del leader laburista di riconoscere la Cina comunista.
La visita in Cina del presidente americano Richard Nixon venne usata come un boomerang contro McMahon.
La crescita dell'inflazione mise a dura prova la sua fama di grande economista.
Il suo timbro vocale lo rese ridicolo agli occhi dell'opinione pubblica e la stampa gli si mise contro.
Nel 1972, McMahon fu sconfitto dallo sfidante Whitlam.
Fino al 1974, egli fece parte del governo ombra di Billy Snedden.
Nel 1977, egli divenne cavaliere e rimase in Parlamento fino al 1982.
Morì di cancro nel 1988 a Sydney.
Ora, leggendo la storia di questo personaggio della politica australiana, non ho potuto non pensare al presidente Silvio Berlusconi.
Tra questi due personaggi c'è un parallelismo.
Tutti e due si sono sempre battuti contro il comunismo.
Nel caso del presidente Berlusconi, il comunismo non era solo all'estero ma anche qui in Italia.
Ricordo bene l'anno (1994) in cui salì il presidente Berlusconi.
Il ceto politico moderato (rappresentato dalla Democrazia Cristiana e dai partiti ad essa alleati) era stato distrutto da "Tangentopoli" (1992)  ed i comunisti (del Partito Comunista Italiano che aveva cambiati nome in Partito Democratico della Sinistra)  stavano per salire al potere.
Il presidente Berlusconi, allora, fondò Forza Italia e si alleò con la destra (Alleanza Nazionale) e la Lega Nord.
Contro di lui era stata fatta una cattiva stampa, proprio come contro McMahon.
Inoltre, il presidente Berlusconi cercò di ammodernare il nostro Paese in ogni modo.
In parte ci riuscì.
Però, operare qui in Italia non è facile.
La I Repubblica (che cessò proprio nel 1992) era fondata su un compromesso tra Democrazia Cristiana e Partito Comunista Italiano.
Basti pensare alle cooperative ed i sindacati, che ancora oggi sono la "cinghia di trasmissione"  del Partito Democratico, l'erede del Partito Comunista Italiano.
Quando mi si dice che il Partito Democratico attuale non abbia nulla a che fare con i comunisti mi viene da ridere.
I suoi massimi esponenti provengono dalla scuola comunista.
Basti pensare alla storia di Massimo D'Alema, piuttosto che a quella di Anna Finocchiaro o a quella di Pier Luigi Bersani.
Non basta cambiare il nome ad un partito ma serve un cambio culturale.
Nel Partito Democratico c'è ancora l'identità comunista.
Basti pensare al suo rapporto con con i sindacati di sinistra ed in particolare con la CGIL.
La sua linea politica è influenzata da questo sindacato.
Il presidente Berlusconi si trovò contro tutto questo sistema.
Per migliorare le cose sarebbe servito un cambio radicale di sistema.
Cambiare questo sistema così fossilizzato, però, è molto difficile.
L'8 novembre 2011, dopo una serie di attacchi dalla stampa, dall'opposizione, da certa magistratura e da certi "poteri forti", il presidente Berlusconi ha dovuto lasciare la carica di Presidente del Consiglio dei Ministri e a fare posto a Mario Monti, che ha formato un governo tecnico retto anche dal Partito Democratico.
Come William McMahon, nessun Presidente del Consiglio ebbe una stampa così negativa.
Eppure, McMahom è oggi è ricordato come un ottimo Ministro dell'Economia e, se fosse stato più giovane, sarebbe stato anche un ottimo Primo Ministro.
Io credo che la storia renderà merito anche al presidente Berlusconi.
Nel 1994, egli evitò ai comunisti di salire al potere e di fare danni.
Ancora oggi, gli attuali esponenti del Partito Democratico coltivano l'idea dell'imposta patrimoniale.
Basto pensare all'IMU (Imposta Municipale Unica) che è stata fatta dal governo di Mario Monti.
Essa è stata caldeggiata dal Partito Democratico (che come dice il suo segretario Pier Luigi Bersani sostiene con lealtà il governo Monti) ed è di fatto una patrimoniale sulla casa che sta strozzando famiglie ed imprese.
Come il presidente Berlusconi, anche McMahon è stato attaccato nel privato.
Per esempio, ci fu chi lo accusò di omosessualità.
Nel caso del presidente Berlusconi, le cose sono note a tutti.
Su di lui, è stata fatta una campagna mediatica grave e calunniosa.
E' stato accusato anche di pedofilia, nel "caso Ruby".
Io credo che McMahon sia stato scomodo a molti, com'è scomodo il presidente Berlusconi.
Io penso che (come McMahon) anche il presidente sarà ricordato bene da tutti e forse anche rimpianto, se la sinistra dovesse governare per lungo tempo.
Cordiali saluti.





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Ringrazio l'amico Morris Sonnino di questo screemshot de "Il Corriere della Sera".