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Il mio libro, in collaborazione con Morris Sonnino

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mercoledì 26 dicembre 2012

Dissoluzione dei monasteri in Inghilterra, fu un atto politico?

Cari amici ed amiche.

Due anni fa, scrissi un articolo sulla dissoluzione dei monasteri in Inghilterra.
Questo fu uno dei fatti salienti della politica scismatica di re Enrico VIII d'Inghilterra.
Ora, però, vorrei fare un'analisi politico-religiosa del fatto.
Com'è noto, il 03 novembre 1534, re Enrico VIII (28 giugno 1491-28 gennaio 1547) fece votare al Parlamento inglese l'Atto di Supremazia (Act of Supremacy) con cui staccò la Chiesa inglese da Roma.
Da quel momento, la Chiesa d'Inghilterra (Anglicana Ecclesia) divenne una Chiesa di Stato in mano al re.
I vescovi (prima) e tutti gli uomini che ricoprivano ruoli di responsabilità (poi) dovettero giurare nelle mani del re come Capo Supremo della Chiesa d'Inghilterra, pena la condanna a morte per alto tradimento.
I casi di suor Elizabeth Barton, di San Giovanni Fisher  e di San Tommaso Moro furono esempi di ciò.
Ora, però, la politica religiosa dell'Inghilterra fu confusa.
Da una parte, ci furono coloro che, pur avendo giurato, erano restii ad ogni cambiamento e volevano mantenere la Chiesa d'Inghilterra uguale a prima.
Tra questi, ci furono il re Enrico VIII ed i vescovi Stephen Gardiner ed Edmund Bonner.
Questi due, con la Riforma adottata durante il regno di re Edoardo VI (1547-1553) tornarono a riconoscere la supremazia papale e divennero molto importanti durante il regno della regina Maria Tudor (1553-1558) .
Dall'altra parte, ci furono coloro che volevano implementare la Riforma protestante.
Furono tra questi, l'arcivescovo di Canterbury Thomas Cranmer ed il Cancelliere dello Scacchiere Thomas Cromwell.
Anche la famiglia della nuova regina Anna Bolena (1501-1536) e la stessa regina erano pro-protestantesimo.
In effetti, durante il primo periodo della nuova Chiesa anglicana staccata da Roma, proprio durante il regno di Anna, si tentò di portare la Riforma protestante in Inghilterra.
Per esempio, vennero introdotte nelle chiese Bibbie tradotte in lingua inglese.
Le traduzioni furono fatte dal luterano (ed ex-monaco agostiniano) William Tyndale.
Inoltre, vennero ridotti a tre i Sacramenti.
I Sacramenti erano il Battesimo, l'Eucaristia e la Penitenza.
Cranmer tentò anche di togliere alcune ricorrenze cattoliche, come il Mercoledì delle Ceneri o Triduo Pasquale.
Nel maggio 1536, Anna Bolena fu fatta decapitare da re Enrico VIII (perché accusata di incesto, adulterio e stregoneria) ed il re si sposò con Jane Seymour (1509-1537), che divenne madre di re Edoardo VI ma non pté vedere il proprio figliolo, perché morì di parto.
Nel 1537, re Enrico VIII emise i Sei Articoli di fede.
Con essi, annullò ogni tentativo di Riforma protestante e (pur rimanendo scismatico) tornò ai dogmi cattolici.
Tuttavia, il gruppo protestante (capitanato da Cromwell e da Cranmer) passò ad una "Riforma silenziosa".
Da una parte, Cranmer iniziò a favorire persone filo-protestanti per dare loro i posti di responsabilità nella Chiesa inglese, tanto che alla morte di re Enrico VIII (28 gennaio 1547) metà episcopato inglese era filo-protestante.
Dall'altra, ci fu l'opera di Cromwell che consistette nella dissoluzione dei monasteri.
Essa iniziò nel 1534, con un'autorizzazione da parte del re a Thomas Cromwell di "visitare" i monasteri.
Il pretesto fu l'occasione per rendere i religiosi edotti delle nuove norme delle Chiesa inglese con cui il controllo papale fu sostituito da quello regio.
In realtà, la "visitazione dei monasteri" servì a Cromwell per inventariarne i beni.
Nel gennaio del 1535, quando fu assorbita la costernazione dovuta al fatto che a fare la visitazione fosse stato un laico e non un ecclesiastico, l'autorità di Cromwell fu delegata ad una commissione di laici.
Nell'estate del 1535, vennero inviati nelle chiese gli ammonitori che avevano il dovere di dire dai pulpiti che:


  • Frati, monaci e suore commettevano ogni sorte di peccato ed erano ricchi e corrotti.
  • Frati, monaci e suore sfruttavano il lavoro altrui e non davano niente in cambio.
  • Se il re avesse avuto il possesso dei beni monastici, sarebbero state abolite le tasse.
Nella seconda metà del 1535, i visitatori fecero relazioni in cui si diceva che monaci, suore e frati facessero peccati sessuali ed ogni altro abominio.
Venne, quindi, fatta una legge che diceva che tutti i monasteri con entrare inferiori alle 200 Sterline dovessero essere chiusi e confiscati.
Tutti i monasteri più piccoli furono chiuse e le terre confiscate.
L'operazione, però, non portò introiti, tanto che il re riabilitò alcuni monasteri, per poi confiscarli ancora.
Ci furono profanazioni di tombe di santi, come quella di San Tommaso Becket, nel 1538.
Nel 1539, il Parlamento emise un'altra legge che sopprimeva anche gli altri monasteri, quelli grossi.
Tra il 1539 ed il 1540, furono soppressi i santuari ed i monasteri più importanti, come quello di Whitby (nella foto), l'abbazia di Glastonbury e l'abbazia di Colchester.
L'abate di Glastonbury, Richard Whiting, fu condannato a morte nel 1539.
Vennero distrutte anche le reliquie dei santi.
I monasteri furono saccheggiati.
Le terre furono confiscate e rivendute alla nobiltà di corte.
Questo portò due grossissimi cambiamenti nella politica inglese.
Infatti, il Parlamento venne di fatto secolarizzato e si formò una nobiltà vicina alla Riforma.
Inoltre, sopprimendo i monasteri, si tolse il focus dell'opposizione cattolica in Inghilterra.
Questi favorì la riforma protestante.
Quando re Enrico VIII morì e salì al trono re Edoardo VI (un re bambino), i protestanti poterono implementare la Riforma. 
Questo, per certi versi, è un tema attuale.
Basti pensare a chi oggi, qui in Italia, vorrebbe tassare la Chiesa o togliere le feste religiose. 
Cordiali saluti. 









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Ringrazio l'amico Morris Sonnino di questo screemshot de "Il Corriere della Sera".