Domani sarà la festa di San Tommaso Becket.
Prima di tutto, voglio farvi leggere la mia poesia:
LA JANCA CANNILA DI SAN TUMMASU
"God save al this faire compaignye.".
Accussì 'n chisti anni havi cchiù Diu a sarvari...
comu la Ngriterra...tuttu lu munnu...
comu palora mittìu lu gran pueta Goffredu...
pì chiddu cà murìu pì manu di Arricu...
arciviscuvu Becket, San Tummasu, ibi 'n Cantuaria...
et un autru cà sèculi 'n vèniri si fici d'iddu nimicu...
quannu la petra di lu sepolcru ci rumpìu d'alma laria...
et tutti l'ossa ci jittau...comu nto ciumi...accussì 'n fossa...
et janca staci hodie una cannila 'n chista cattidrali...
pì iddu et pì d'iddu memoria...comu pì lu Patri, pì lu Figghiu et pì lu Spiritu,
pì lu pilligrunu...et cà luci duna cuntru lu scuru di lu Mali.
San Tommaso Becket (1118-29 dicembre 1170) fu per due volte vittima di un reato politico.
La prima volta fu nel 1170.
Egli venne fatto assassinare da re Enrico II.
Questi era diventato nemico del re per un conflitto tra il diritto canonico e le Costituzioni di Clarendon del 1164.
Quattro cavalieri del re entrarono nella cattedrale di Canterbury, urlando: "Dov’è Thomas il traditore?".
Tommaso rispose, dicendo: "Sono qui, ma non sono un traditore, bensì un vescovo e sacerdote di Dio".
Tommaso fu barbaramente ucciso a coltellate.
L'altro oltraggio contro San Tommaso Becket avvenne 368 anni dopo, nel 1538.
A fare ciò fu un altro re di nome Enrico, re Enrico VIII Tudor.
Nel 1534, egli aveva separato la Chiesa inglese da Roma e subito dopo aveva disposto la dissoluzione dei monasteri.
Vennero distrutti anche i grandi santuari e profanate le tombe di santi, come quella di San Cutberto (Saint Cuthbert), nella cattedrale di Durham, e quella di San Tommaso Becket, nella cattedrale di Canterbury.
Oggi, in luogo della sepoltura del santo, vi è una candela sempre accesa, come mostra la foto qui sopra.
Termino con una nota dell'amico Giovanni Covino (SEFT) che ha preso un testo di San Quodvuldeus che è intitolato "Non parlano ancora e già confessano Cristo":
"Inno delle lodi
Salve, candidi fiori dei martiri,
che sulla soglia stessa della vita
l'ira del persecutore travolse
come il turbine le rose nascenti.
Prime vittime offerte al redentore,
tenero gregge di agnelli immolati,
giocate con la palma e la corona
semplici e lieti dinanzi all'altare.
Eterna gloria a te, Cristo Signore,
nato nel tempo da Maria Vergine,
al Padre onnipotente al Santo Spirito
nei secoli dei secoli sia lode. Amen
Il grande Re nasce piccolo bambino. I magi vengono da lontano, guidati dalla stella e giungono a Betlemme, per adorare colui che giace ancora nel presepio, ma regna in cielo e sulla terra. Quando i magi annunziano ad Erode che è nato il Re, egli si turba e, per non perdere il regno, cerca di ucciderlo, mentre, credendo in lui, sarebbe stato sicuro in questa vita e avrebbe regnato eternamente nell'altra.
Che cosa temi, o Erode, ora che hai sentito che è nato il Re? Cristo non è venuto per detronizzarti, ma per vincere il demonio. Tu, questo non lo comprendi, perciò ti turbi e infierisci; anzi, per togliere di mezzo quel solo che cerchi, diventi crudele facendo morire tanti bambini.
Le madri che piangono non ti fanno tornare sui tuoi passi, non ti commuove il lamento dei padri per l'uccisione dei loro figli, non ti arresta il gemito straziante dei bambini. La paura che ti serra il cuore ti spinge ad uccidere i bambini e, mentre cerchi di uccidere la Vita stessa, pensi di poter vivere a lungo, se riuscirai a condurre a termine ciò che brami. Ma egli, fonte della grazia, piccolo e grande nello stesso tempo, pur giacendo nel presepio, fa tremare il tuo trono; si serve di te che non conosci i suoi disegni e libera le anime dalla schiavitù del demonio. Ha accolto i figli dei nemici e li ha fatti suoi figli adottivi.
I bambini, senza saperlo, muoiono per Cristo, mentre i genitori piangono i martiri che muoiono. Cristo rende suoi testimoni quelli che non parlano ancora. Colui che era venuto per regnare, regna in questo modo. Il liberatore incomincia già a liberare e il salvatore concede già la sua salvezza.
Ma tu, o Erode, che tutto questo non sai, ti turbi e incrudelisci e mentre macchini ai danni di questo bambino, senza saperlo, già gli rendi omaggio.
O meraviglioso dono della grazia! Quali meriti hanno avuto questi bambini per vincere in questo modo? Non parlano ancora e già confessano Cristo! Non sono ancora capaci di affrontare la lotta, perché non muovono ancora le membra e tuttavia già portano trionfanti la palma della vittoria.".
Questo testo parla degli Innocenti, i bambini che furono fatti uccidere da re Erode, che cercava Gesù Cristo, per farlo uccidere.
Il potere crea due categorie vittime, coloro che vengono uccisi dagli uomini di potere e questi ultimi, quando vengono soggiogati da esso ed arrivano a fare cose orribili pur di conservarlo.
Cordiali saluti.
Nessun commento:
Posta un commento