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Una voce libera per tutti. Sono Antonio Gabriele Fucilone e ho deciso di creare questo blog per essere fuori dal coro.

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giovedì 20 dicembre 2012

Dal blog di Vito Schepisi: la Costituzione usata

Cari amici ed amiche.

Sul blog di Vito Schepisi, ho trovato questo articolo intitolato "La Costituzione usata":


"Ho visto alcuni passi della replica, naturalmente non ho visto il Benigni della tribuna politica più furba del mondo. Ho pensato che per fare politica i partiti accaparrano finanziamenti, a volte rubano, truffano, e saccheggiano. Questa volta hanno trovato il modo di far pagare ai contribuenti italiani uno spot televisivo, uno spottone di parte, grosso come un macigno, a poche settimane dal voto e senza limiti di tempo e di spesa.
Un costo di 5,8 milioni di Euro, in tempi di “spending review” e di motivato disgusto per i costi della politica, non sarebbe passato inosservato, se non ci fosse stato quel coro di omertà “politicamente corretta”, ad iniziare da quella del Presidente della Repubblica, per coprire l’ulteriore scempio al pluralismo, ammantato di retorica culturale, in uno spazio di tutti.
Chiamano cultura ora anche la promozione politica! Arriverà che chiameranno libertà la censura, liberazione il carcere ed a spacciare la tortura per metodo educativo.
Non so quanti milioni d’italiani si siano messi dinanzi alla tv a ridere di questo guitto furioso. Io non c’ero. Non avevo tempo e voglia di sentir dire cose ovvie frammiste a idiozie, non per sentire le solite benignate partigiane che, per il reiterato e obliquo conformismo della sinistra italiana, seguono le trasformazioni nel tempo della falce e il martello.
Non avevo tempo e voglia per ascoltare comizi camuffati da satira. Mi restituissero, piuttosto, quella parte del canone che io a Benigni non darei mai.
Il guitto toscano come comico non mi dispiace, meno come predicatore e come strumento politico. Sulla Costituzione ha detto cose ovvie infarcite da quella retorica di regime che una costituzione liberale non dovrebbe mai far suscitare. L’enfasi non è uno strumento di ragione e di riflessione, non lo è mai stato, piuttosto è uno strumento di confusione. Nuoce, piuttosto che favorire comprensione e buoni propositi.
Nessuna forza politica ha mai chiesto una rivisitazione dei principi fondamentali della Costituzione. Tutto ciò che s’ispira ai principi fondamentali di libertà, di fratellanza e di democrazia regge contro il tempo, perché si basa su sentimenti intramontabili per tutti gli uomini che nascono liberi. La Costituzione, però, risente degli anni nella sua parte seconda: quella che tratta dell’Ordinamento della Repubblica.
L’inadeguatezza è nota ed è discussa da molto tempo. Basti ricordare che nel 1983 le camere promossero una Commissione Bicamerale con il compito di "formulare proposte di riforme costituzionali e legislative, nel rispetto delle competenze istituzionali delle due Camere, senza interferire nella loro attività legislativa su oggetti maturi ed urgenti, quali la riforma delle autonomie locali, l'ordinamento della Presidenza del Consiglio, la nuova procedura dei procedimenti d'accusa".
La Bicamerale, presieduta dal liberale Aldo Bozzi, si sperse, però, come tutte le cose italiane.
La Costituzione italiana sull’Ordinamento della Repubblica è farraginosa e obsoleta. C’è poco da essere “la più bella del mondo”. Non siamo a un concorso di bellezza. La Costituzione può essere d’aiuto, invece, ad un Paese che non riesce ancora ad esprimersi con coerenza democratica.
In una Nazione libera deve poter garantire la stabilità e le forme di governo più compatte, nel rispetto della sovranità popolare. L’articolo 1 sul potere esercitato dal popolo nei limiti e nelle forme stabilite dalla Costituzione non può restare solo un inutile orpello, né si può pensare che, a differenza di quanto si sancisce nei principi fondamentali, la Costituzione voglia privilegiare la partitocrazia e gli interessi particolari delle caste.
La più bella del mondo? Ma se in paragone con le carte fondamentali degli altri paesi liberi del mondo, per l’ordinamento dello Stato e per le forme di rappresentanza politica, la nostra Costituzione ci penalizza non poco?
Oooh! Che si spacci per cultura ciò che è ignoranza?
".

Malignamente, una persona (il solito disturbatore) mi aveva scritto affermando che quanto scritto da Vito Schepisi sia completamente differente da quello che scrivo io.
Questa persona ha scritto ciò per fare vedere che io sono isolato.
O meglio, nel suo cervellino, questa persona crede di fare vedere che io sono isolato.
Io non vedo questa grande differenza.
Che questa Costituzione non funzioni più è cosa nota ed assodata.
Per quanto riguarda la seconda parte, quella che tocca l'ordinamento dello Stato, la Costituzione va cambiata radicalmente.
Si deve passare al federalismo, si deve abbandonare il bicameralismo perfetto e vanno aumentati i poteri del Presidente del Consiglio o si deve passare al presidenzialismo.
Anche la prima parte va rivista.
Ad esempio, in funzione del federalismo, va cambiato l'articolo 5.
Anche la questione della difesa della proprietà privata va rivista.
L'articolo 42 recita:

"La proprietà è pubblica o privata. I beni economici appartengono allo Stato, ad enti o a privati.
La proprietà privata è riconosciuta e garantita dalla legge, che ne determina i modi di acquisto, di godimento e i limiti allo scopo di assicurarne la funzione sociale e di renderla accessibile a tutti.
La proprietà privata può essere, nei casi preveduti dalla legge, e salvo indennizzo, espropriata per motivi d'interesse generale.
La legge stabilisce le norme ed i limiti della successione legittima e testamentaria e i diritti dello Stato sulle eredità. ".

In primo luogo, bisognerebbe introdurre il principio di giusto indennizzo per i beni espropriati.
Ergo, quando si fa un'infrastruttura di pubblica utilità, il proprietario delle terre che vengono espropriate deve essere risarcito in modo congruo.
Inoltre, si deve anche introdurre il principio che vede i beni di utilità fondamentale non tassabili.
Per esempio, le prime case, le case che sono di proprietà di coloro che vivono in esse non dovrebbero essere tassate.
Un'imposta come l'IMU sulla prima casa dovrebbe diventare incostituzionale.
Anche gli articoli inerenti all'iniziativa privata andrebbero cambiati:
Gli articoli 41 e 43 recitano rispettivamente:

"L'iniziativa economica privata è libera.

Non può svolgersi in contrasto con l'utilità sociale o in modo da recare danno alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana.

La legge determina i programmi e i controlli opportuni perché l'attività economica pubblica e privata possa essere indirizzata e coordinata a fini sociali. "

e:

"A fini di utilità generale la legge può riservare originariamente o trasferire, mediante espropriazione e salvo indennizzo, allo Stato, ad enti pubblici o a comunità di lavoratori o di utenti determinate imprese o categorie di imprese, che si riferiscano a servizi pubblici essenziali o a fonti di energia o a situazioni di monopolio ed abbiano carattere di preminente interesse generale.".

Un conto sono le infrastrutture, che devono restare pubbliche, un altro sono le aziende che gestiscono i servizi, che invece si dovrebbero privatizzare.
Anzi, oggi noi abbiamo un problema enorme dovuto ad aziende pubbliche che sono diventate luoghi in cui mettere i politici non eletti e che fanno aumentare la spesa pubblica e le tasse.
Anche il concetto di "utilità sociale" va rivisto.
Per esempio, un'impresa privata ha un'utilità sociale, poiché crea posti di lavoro.
Winston Churchill (un uomo che in fatto di saggezza non ebbe nulla da invidiare ai padri costituenti italiani) disse: 

"L'impresa privata non è una tigre da uccidere o una vacca da mungere ma è un robusto cavallo che traina un carro molto pesante. ".

Oltre al merito, io critico anche il metodo con cui si sta facendo propaganda alla Costituzione.
Come ha scritto Schepisi, qui si sta facendo una propaganda simile a quella di un regime.
Tutti devono essere indottrinati secondo un pensiero unico e, da "cane da guardia della libertà", la televisione diventa un mezzo di propaganda e la rete di Stato (pagata da noi italiani) diventa il megafono di una parte politica mentre vengono criticate quelle reti private che mostrano esponenti politici di altri schieramenti. 
Questo non va bene.
Cordiali saluti. 






3 commenti:

  1. "Nessuna forza politica ha mai chiesto una rivisitazione dei principi fondamentali della Costituzione. Tutto ciò che s’ispira ai principi fondamentali di libertà, di fratellanza e di democrazia regge contro il tempo, perché si basa su sentimenti intramontabili per tutti gli uomini che nascono liberi. La Costituzione, però, risente degli anni nella sua parte seconda: quella che tratta dell’Ordinamento della Repubblica".
    Ecco il passo a cui facevo riferimento e in effetti ho proprio posto l'accento sulla differenza tra la prima parte (immutabile) e la seconda (mutabile).
    Le riforme che tu dici non mutano affatto i principi fondamentali della costituzione e in parte sono anche d'accordo e tra l'altro il principio del giusto indennizzo è stato già proclamato dalla Corte europea dei diritti dell'uomo. Tutti siamo a favore di miglioramenti tipo questo! E in questo caso la costituzione non è immutabile se si tratta di migliorare e allargare i principi che essa prevede! Tra l'altro la Cost è a favore di un'economia capitalistica (proprietà privata e iniziativa economica privata) quindi come vedi tu dai un giudizio negativo aprioristico. L'unico limite è l'interesse generale e la dignità dell'uomo (per fortuna!!!). Faresti bene a darle un'occhiata qualificata ossia studiando qualche libero di diritto costituzionale prima di avventurarti in analisi di questo tipo.
    L'immutabilità cui io (e vito) ci riferiamo riguarda la cancellazione di alcuni principi come quello (si ricava implicitamente da svariate norme) della laicità che osta ad es. all'introduzione della religione di stato.
    Su questo, sì, sei solo. Prova a chiedere a vito cosa ne pensa!
    Saluti.

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  2. ps "utilità sociale": es. le banche non sono libere (per fortuna) di fare quello che vogliono pur essendo imprese private e ciò perché la legge ne conforma e vincola l'attività in prospettiva della loro "utilità sociale" (prestiti alle famiglie, alle altre imprese, mutui per la casa ecc...). Come vedi la cost non è una carta di feroci comunisti ma uno splendido compromesso per contemperare libertà (in questo caso economica) e benessere della collettività.
    Interpretare la cost, anche singole espressioni, non è cosa da chi giurista non è. Meglio "ascoltare" che parlare in questo caso e senza nessuna offesa ovviamente! Per es. riguardo alla storia della chiesa tu ne sai sicuramente più di me e proprio per questo non mi avventuro in dibattiti su questo: ne uscirei con le ossa rotte (come tu in questo caso).
    Ascolta fucilone, ascolta e non essere prevenuto quando si sente odore di sinistra. Non tutto è bianco o nero!
    La prima parte della cost. è praticamente perfetta e sono ben accolti da tutti miglioramenti giammai stravolgimenti. Sulla seconda siamo tutti d'accordo: ha bisogno di un rinnovamento (ma non da parte di berlusconi perchè il suo progetto è stato già bocciato, quindi avanti il prossimo!)
    Saluti.

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  3. Stai difendendo l'indifendibile!
    Qui nessuno sta toccando la laicità, che è garantita da Patti Lateranensi, che furono fatti ben prima della Costituzione.
    Vedi, io e te abbiamo due concetti diversi di laicità!
    Tu sei un laicista, io sono per la laicità!
    Tu vuoi che la dimensione religiosa del popolo sia confinata al privato.
    Io non voglio che ciò accada.
    La religiosità fa parte di un popolo.
    Questo lo capì anche Napoleone, che fece un concordato con il Papa.
    Io ho il testo della Costituzione e l'ho letto più volte.
    Oggi, essa è inadeguata!
    Va cambiata in tanti punti, dall'organizzazione dello Stato alla difesa della proprietà!
    Quanto alla dignità dell'uomo, anche le costituzioni anglosassoni hanno questo principio e (credimi) alla nostra costituzione esse non hanno nulla da invidiare.
    Semmai, sarà l'opposto!

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Ringrazio l'amico Morris Sonnino di questa foto presa dalla pagina Facebook di Christian Ricchiuti, esponente di Fratelli d'Italia.