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Una voce libera per tutti. Sono Antonio Gabriele Fucilone e ho deciso di creare questo blog per essere fuori dal coro.

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Il mio libro, in collaborazione con Morris Sonnino

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domenica 2 dicembre 2012

L'Inferno,cos'è?

Cari amici ed amiche.

Ora, vi voglio parlare di un luogo metafisico (o fisico) in cui ci sono i tormenti, l'Inferno.
Com'è contemplata una salvezza eterna (per chi nella vita ha tenuto un atteggiamento virtuoso) così la visione umana contempla anche una dannazione eterna, per chi ha rifiutato Dio e scelto il peccato.
Questo è l'Inferno, un luogo di tormenti eterni e di dolore.
Già le religioni precristiane parlavano di un luogo analogo.
Pensiamo ad Amenti, il luogo in cui gli Egizi antichi credevano che andassero le anime dei dannati.
Qui vi era il dio malvagio Setesh, il dio che si contrappose a Ra.
Qui vi erano le anime dei malvagi ed i mostri primordiali.
Anche la religione greca contemplava un luogo simile, il Tartaro, un luogo di  tenebre e di tormenti per i malvagi.
Però, fu la religione ebraica la prima a trattare il tema come lo trattiamo noi.
Gli ebrei antichi parlavano di un luogo chiamato Sheol.
Esso fu un luogo in cui le anime venivano dimenticate e vivevano nel tormento e nell'oblio.
In un certo senso, lo Sheol corrispondeva all'Inferno e al Limbo di noi cristiani.
Gli ebrei, però, identificavano questo luogo con un luogo fisico, la Valle della Gehenna, una valletta vicina a Gerusalemme che è percorsa dal torrente Hinnom e che era povera ed arida.
Qui veniva liberato il capro espiatorio, durante la festa dello Yom Kippur.
Della Gehenna parla anche il Nuovo Testamento, il fondamento della nostra religione.
Proprio noi cristiani abbiamo dato un'idea dell'Inferno, per come lo si intende nel senso comune.
Secondo la nostra tradizione, l'Inferno è luogo in cui furono rilegati Lucifero ed i suoi angeli che si ribellarono a Dio.
Esso è un luogo di tormento per i malvagi.
Dante Alighieri, nella sua Divina Commedia, diede una visione dell'Inferno.
Esso immaginò l'Inferno come una fossa a forma di cono rovesciato.
Le sue pareti sono cerchi concentrici, in cui ci sono i gironi che ospitano vari dannati.
Per certi versi, Dante si ispirò anche alla visione ebraica dello Sheol.
Infatti, in quel luogo vi era anche il Limbo, una parte dell'Inferno che era riservata alle anime delle persone non battezzate.
In questa parte i tormenti furono meno gravi perché queste anime erano riconosciute come virtuose, nonostante non fossero dentro la Chiesa.
Questo non nega la possibilità di salvarsi alle anime nel Limbo.
In fondo all'Inferno c'era un lago gelato.
In questo lago c'erano anime note, come quella del conte Ugolino della Gherardesca, tra i traditori.
Ora, ogni uomo deve aspirare a salvarsi.
In un certo senso, l'Inferno ha una funzione "educativa", per rifiutare il male.
L'uomo deve rifiutare il male.
Termino con una mia poesia:

PHILOMATHES ET EPISTEMON 

Lu Mali havi l'omu a cannusciri...
comu scrivìu Japicu...di Scozia rè et di 'Ngriterra...
unni Mammon staci comu lu tintu Belial ammasciaturi...
pirchì a chiddu havi l'omu a fari guerra...
et accussì di chistu Philomathes et Epistemon parranu...
pirchì havi l'omu ad essiri di Diu surdatu...
pì Cristu nostru Signuri...et si pigghia la spata comu Micheli,
arcanciilu et Santu comu fù natu,
et di Belzebù...nec di Pan lu niuru somniari...nenti fari poti la feli!


Cordiali saluti.




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Ringrazio un caro amico di questa foto.