Cari amici ed amiche.
L'amico Andrea Casiere mi ha segnalato questo suo articolo sul suo blog "Monarchia Tradizionale" che è intitolato "Considerations sur la France".
Io faccio un parallelismo con la storia inglese.
Anche per questo, ho messo il titolo in francese "Considerations sur l'Angleterre".
Io penso che ci siano molti punti in comune.
Prendiamo, ad esempio, la Costituzione Civile del Clero, che fu redatta nella Francia rivoluzionaria, nel 1790.
Essa fu un tentativo di creare la rottura tra la Chiesa francese e Roma.
Ora, più di due secoli prima, in Inghilterra ci fu una cosa analoga, cosa che riuscì, l'Act of Supremacy, documento fatto votare in Parlamento da re Enrico VIII Tudor (28 giugno 1491-28 gennaio 1547).
Questo documento impose la supremazia del potere regio sulla Chiesa d'Inghilterra, rescindendo il legame tra questa e Roma.
Secondo gli anglicani (i fedeli della Chiesa d'Inghilterra) dell'epoca, la supremazia papale sulla loro Chiesa fu legittima, ritenendo che essa fosse stata fondata da Giuseppe d'Arimatea nel 67 AD e che quindi il suo percorso fosse stato indipendente da Roma.
Ciò fu in parte vero.
Fu vero che prima dell'arrivo di Sant'Agostino di Canterbury (19 novembre 534-26 maggio 604) ci fu già una Chiesa nelle Isole Britanniche.
Fu altrettanto vero, però, che le invasioni dei popoli germanici (Angli, Sassoni e Juti) distrussero questa cristianità e che l'arrivo di Sant'Agostino avesse ricostituito una Chiesa fedele a Roma.
Secondo gli storici, questa decisione di re Enrico VIII diede un maggiore gli diede maggiore.
In realtà, guardando bene la storia, potrebbe non essere così.
A re Enrico VIII interessava avere l'annullamento del matrimonio con Caterina d'Aragona (16 dicembre 1485-7 gennaio 1536) e, molto probabilmente, se Papa Clemente VII (26 maggio 1478-26 settembre 1534) avesse accolto la richiesta del monarca inglese, le cose sarebbero andate diversamente.
Le cose, invece, precipitarono e il 3 novembre 1534 fu fatto votare l'Act of Supremacy.
Secondo i piani di Enrico, con questo atto si sarebbero dovute creare una monarchia più forte ed una Chiesa cattolica scismatica.
Le cose andarono diversamente, per potere ottenere l'annullamento del matrimonio, Enrico si rimise al parere di Thomas Cranmer (28 luglio 1489-21 marzo 1556), un filo protestante che nel 1532 divenne arcivescovo di Canterbury.
Enrico era un re e non un teologo.
Cranmer annullò il matrimonio (1533) ed insieme al ministro Thomas Cromwell (1485-28 luglio 1540) spinse la situazione a tal punto che la rottura con Roma divenne inevitabile.
Con l'Act of Supremacy sembrò che il re diventasse forte.
La maggior parte del clero giurò, come anche la maggioranza degli uomini di governo.
Le eccezioni furono poche, come il vescovo di Rochester John Fisher (1469-22 giugno 1535), il ministro Thomas More (7 febbraio 1478-6 luglio 1535) ed i frati francescani.
Molti, però, giurarono senza sapere per cosa giurarono.
Lo stesso re era convinto di potere rompere con Roma senza cambiare la Chiesa.
La realtà fu ben diversa.
Con la Chiesa in mano allo Stato inglese, si affermarono delle forze che non volevano solo la rottura con Roma ma anche un cambiamento nel dogma.
Tra queste forze annoveriamo Cranmer, Cromwell e la famiglia della nuova regina Anna Bolena (1507-19 maggio 1536).
Queste forze puntarono a portare la Riforma in Inghilterra.
Dapprima, essi tentarono di fare un attacco diretto ai dogmi, facendo mettere in ogni chiesa una Bibbia scritta inglese e riducendo a tre i Sacramenti.
La cosa non riuscì perché il re si oppose e nel 1537 fece redigere i "Sei Articoli di fede" che riportarono la Chiesa d'Inghilterra verso i dogmi cattolici.
Allora, Cromwell puntò la sua attenzione sui monasteri, cosa che tra l'altro fece già da prima..
Essi erano luoghi in cui avrebbero potuto esserci gli oppositori alla Riforma e, quindi, distruggendo il monachesimo, si sarebbe potuto imporre la Riforma.
Cranmer, intanto, spingeva per nominare figure vicine alla Riforma nei posti di maggiore responsabilità nella Chiesa.
Il re si rimetteva ai loro pareri, per scarsa competenza in materia.
Enrico VIII non era un teologo era un monarca.
Egli si opponeva solo quando la spinta verso la Riforma era palese.
Per questo, fece redigere i "Sei Articoli".
In realtà, i protestanti stavano lavorando di nascosto.
La situazione fu chiara quando il re morì e salì al trono suo figlio Edoardo VI (12 ottobre 1537-6 luglio 1553), un re bambino e quindi debole.
Qui il protestantesimo si affermò, con l'influenza di Cranmer e del duca di Somerset, zio del re e reggente Edoardo Seymour. (1506-22 gennaio 1552).
Questo indebolì la monarchia.
Infatti, a comandare fu questo nuovo gruppo di potere protestante.
Nel 1553, con l'avvento della regina Maria I (1516-1558) si cercò di tornare al cattolicesimo ma l'Inghilterra si spaccò tra chi era protestante e chi rimase cattolico.
Nel 1558 Maria I morì e divenne regina la sorellastra Elisabetta I (1533-1603).
Aderendo al sentimento nazionale, Elisabetta riuscì a controllare la situazione.
L'impressione che si ha di Elisabetta di una regina invincibile che nel 1559 riprese il controllo della Chiesa anglicana e la ripristinò in modo definitivo.
La realtà fu diversa.
Molto spesso furono i consiglieri a spingerla verso certe decisioni.
Il caso di Maria Stuarda (8 dicembre 1542-8 febbraio 1587) fu emblematico.
Rileggete il mio articolo intitolato "Chi uccise Maria Stuart?".
Questo ci può fare capire quello che succcesse nel XVII, con la decapitazione del re Carlo I Stuart che avvenne il 30 gennaio 1649.
Formalmente, il re ebbe potere ma non appena egli si mosse contro l'interesse di alcune lobby, egli pagò un prezzo.
Cordiali saluti.
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