Ringrazio l'amico e socio Morris Sonnino dello spunto.
Ora, che l'accanimento terapeutico sia sbagliato è cosa ovvia.
Dare ad un malato terminale delle terapie che non porteranno alcun beneficio è cosa disumana.
Semmai, bisogna capire una volta per tutte il significato dei termini "accanimento terapeutico".
Prendiamo, per esempio, il caso di Eluana Englaro, la ragazza morta nel 2009, dopo essere stata in coma per anni a causa di un incidente.
Ella è stata fatta morire con il blocco della nutrizione e dell'idratazione.
Questo è certamente vergognoso.
Considerare il cibo e l'acqua "terapie" è assurdo.
In pratica, Eluana Englaro è stata fatta morire di fame e di sete.
Bisogna definire bene la questione dell'accanimento terapeutico.
Mi pare evidente che se, da una parte, l'accanimento terapeutico è sbagliato, dall'altra, non si può accettare l'eutanasia.
Il concetto di eutanasia è abominevole poiché esso porta ad un concetto secondo cui un uomo che non rispetta certi "canoni" deve essere soppresso.
Questo concetto fu scritto sul "Mein Kampf" di Adolf Hitler.
Queste sono le parole:
"Chi non è sano e degno di corpo e di spirito, non ha diritto di perpetuare le sue sofferenze nel corpo del suo bambino. Qui, lo Stato nazionale deve fornire un enorme lavoro educativo, che un giorno apparirà quale un'opera grandiosa, più grandiosa delle più vittoriose guerre della nostra epoca borghese".
Questo è un concetto inaccettabile.
Chi nel mondo cattolico lo sostiene propugna un'idea contro la dottrina cattolica.
Invece, bisogna chiedere la collaborazione di quella scienza che fa ricerca contro le malattie, oltre a favorire la politica delle cure palliative, le quali servono a migliorare quello che resta da vivere ai malati terminali.
Non si accettino "soluzioni" inumane.
Nessun commento:
Posta un commento