Riporto questo stralcio dell'articolo:
"Fino a poco tempo fa, un italiano su tre entrava almeno una volta alla settimana in chiesa. Poi è arrivato lui. Oggi quel numero è sceso a circa uno su quattro: dal 33% al 27,5%. I dati riguardano anche altri luoghi di culto, ma essendo in Italia, i numeri riguardano quasi esclusivamente le chiese.
Sono dati Istat. E’ cresciuto anche il numero di chi, schifato dalla piega umanitarista presa dalla Chiesa, nei luoghi di preghiera non mette mai piede. Si è passati dal 22,7% al 19,3%. Le percentuali scendono anche tra il nocciolo duro di chi frequenta le chiese, le donne: si è passati dal 44,2% al 32,7%.".
Ora, da cattolico, esprimo il mio parere.
Non è non andando più in chiesa che si risolvono i problemi.
Io sono cattolico e vado in chiesa.
Certo, confesso di avere molte perplessità su certe prese di posizione dell'attuale Papa.
Anzi, ho più di una perplessità non sul piano dogmatico (dato che ad oggi non riscontro nessuna "bizzarria" del Papa riguardo al dogma, finché egli non farà un passo concreto verso cambiamenti discutibili in tal senso) quanto sul piano politico ed ideologico.
Non condivido la presa di posizione di Papa Francesco in merito all'immigrazione, come non condivido la presa di posizione del medesimo in merito alla questione tra Israele e Palestina.
Queste mie perplessità mi hanno fatto perdere l'amicizia di alcuni nel mondo cattolico della mia zona.
Nonostante ciò, non smetto di andare a messa, sia per una questione di fedeltà alla Chiesa come istituzione fondata da Cristo, a prescindere dal Papa, sia per la mia anima.
Certamente, le prese di posizione del Papa in merito a certi rischiano davvero di dividere la Chiesa e la cattolicità.
Il Papa non può permettersi ciò.
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