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Una voce libera per tutti. Sono Antonio Gabriele Fucilone e ho deciso di creare questo blog per essere fuori dal coro.

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Il mio libro, in collaborazione con Morris Sonnino

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giovedì 30 novembre 2017

Non c'è alternativa all'economia di mercato

Sul blog "The Italian Tory" vi è un articolo intitolato "Theresa May: ecco perché non fare passi indietro sull’economia di mercato".
Riporto questo pezzo dell'articolo:

"Riflessione che in un primo momento può sembrare, a chi non conosce nulla dell’argomento, superficiale, ma che se spiegata e analizzata riassume quasi quarant’anni di politiche liberiste che hanno permesso alla Gran Bretagna (e all’anglosfera in generale) di stare qualche decennio avanti a noi e di non sentire il colpo della Brexit come lo avrebbe sentito uno staterello socialista.

“Le libere economie di mercato hanno dato livelli di ricchezza e opportunità senza precedenti, ma stanno perdendo il consenso popolare perché lasciano troppe persone indietro. La risposta non può essere quella di voltare le spalle all’economia di mercato libera che, con le giuste regole e comportamenti, è il più grande agente del progresso umano collettivo mai creato.”

Come non essere d’accordo? Questo chiaro segnale che viene dalla Gran Bretagna ci fa capire che al mondo c’è ancora qualcuno che crede nella libertà, mentre in Italia, dove di libertà economica non se ne è mai vista, tutti perdono il loro tempo a sputarle addosso. C’è un motivo di fondo per cui le economie di mercato perdono il consenso popolare, ossia perché respingono la visione paternalista dello Stato e considerano ognuno in grado (come è effettivamente) di procurare il proprio benessere, cosa a cui i popoli non sono stati abituati, per colpa di leader impegnati in rivoluzioni solo per aprire le casse statali, e mai per distruggerle, troppo impegnati a far fuori il più ricco, invece che a lasciargli assumere chi aveva bisogno, troppo impegnati a dire allo Stato cosa doveva fare invece di soffermarsi su cosa lo stato doveva evitare di fare. Cara Boldrini, caro Bersani, cara sinistra tutta in generale, sappiamo che voi stareste bene in un mondo in cui bisogna pagare fior di contante qualsiasi cosa si faccia, ma pensateci un attimo, come potrebbero mai votarvi i giovani se avversate quel tipo di economia che ha permesso agli stessi giovani di volare e viaggiare a prezzi bassissimi? Che permette ai giovani di comprare quello che vogliono al prezzo che vogliono e quando vogliono? Scrivete nel vostro programma, amici della sinistra, quanto verrebbero a costare voli aerei, telefonini, ma anche solo libri o altri oggetti di uso quotidiano, se a voi fosse permesso di tassare fino allo strangolamento i produttori, e credo che nemmeno il più indottrinato comunista vi voterebbe più
. ".

Io rispondo, scrivendo che non c'è alternativa all'economia di libero mercato, al capitalismo.
Le "alternative" (come il sistema comunista) hanno solo fatto danni.
La politica, infatti, non è fatta per creare benessere.
La politica serve a garantire la convivenza civile e l'ordine tra persone.
Ora, i comunisti ed i socialisti dicono: "Il capitalismo genera diseguaglianza".
Io rispondo,  scrivendo che l'eguaglianza non esiste.
Come si dice qui nella zona di Mantova, i comunisti la mettano via..e si arrendano all'evidenza.
San Tommaso Moro (1478-1535) scrisse la sua opera intitolata "Utopia".
L'opera parlava di un'isola, chiamata Utopia, in cui si viveva senza la proprietà privata e su basi del comunismo.
Ebbene, alla fine, lo stesso autore disse che quel tipo di società non sarebbe mai stato realizzabile.
Il nome "Utopia" la dice lunga.
Gli uomini non sono eguali tra loro, per talenti, ambizioni ed altre condizioni.
Dunque, il comunismo insegna l'odio sociale e questo odio sociale ha portato solo guai.
Il comunismo non ha portato eguaglianza ma solo povertà diffusa, ignoranza e miseria.
Con il suo assistenzialismo, il comunismo rende le persone dipendenti dallo Stato e non libere.
A scrivere ciò non è un ricco capitalista ma un figlio di un operaio, quale sono io, che oggi non ha neppure un vero lavoro.
Certamente, nel capitalismo ci sono le diseguaglianze ma ciò è normale e fisiologico.
Tuttavia, con un buon capitalismo una persona può riscattarsi socialmente.
Penso a Bill Gates, che iniziò a lavorare in un garage.
L'impresa privata non deve essere mortificata ma valorizzata poiché essa porta avanti il benessere economico di tutti noi.



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Ringrazio l'amico Morris Sonnino di questo screemshot de "Il Corriere della Sera".