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giovedì 16 novembre 2017

Chiese di Francia, una follia

Leggete questa nota di Giulio Meotti che ho trovato su Facebook:
"In Francia si parla di far pagare un biglietto di ingresso alle chiese. Al di là dell'aspetto pratico di autofinanziamento, c'è la grande questione culturale. Possiamo trasformare le chiese in cinema e musei? Sono ancora vive? Cosa accade a un mondo in cui non sappiamo più cosa fare delle nostre cattedrali? "La nostra coscienza è diventata un nervo scoperto", diceva Romain Gary nel 1969. Sta venendo giù il vecchio mondo. Quello di Notre-Dame de Paris, la cui prima pietra fu posata nel 1163, dell'incoronazione di quasi tutti i re nella cattedrale di Reims, della basilica di San Denis, ultima dimora dei sovrani, della cattedrale di Chartres cantata da Peguy. Oggi si edificano moschee. Ne scrivo sul Foglio.".

Questa cosa riportata da Meotti mi spaventa.
Le chiese possono anche essere luoghi di arte e di cultura ma, prima di tutto, è un luogo sacro, un luogo di preghiera.
Giusto oggi, ero a Mantova ed ero entrato nella chiesa dei Santi Simone e Giuda in Via Fernelli per fare delle foto per il prossimo articolo che  invierò all'Associazione Culturale "Pensiero e Tradizione".
Il testo sarà per l'articolo sulla rivista "La Civetta", il giornale trimestrale di tale associazione.
Dell'articolo in questione non anticipo nulla.
Mentre scattavo le foto mi è venuta in mente una riflessione.
La chiesa è un luogo sacro, un luogo in cui si prega e in cui una comunità si riunisce per incontrare il Signore nel pane e nel vino consacrati dell'Eucaristia.
Se poi la chiesa ha delle opere di valore artistico, storico e culturale vi è un valore aggiunto.
L'aspetto culturale è un valore aggiunto.
La chiesa può essere visitata quando non ci sono appuntamenti di preghiera importanti o le messe.
Però, usare delle chiese consacrate come musei, cinema o (come accade nel Regno Unito) coffee bar mi sembra troppo.
Mi sembra troppo fare pagare il il biglietto di ingresso.
Una persona può entrare in una chiesa a vedere le opere d'arte (sempre in modo rispettoso, vista la sacralità del luogo) ma può entrarvi anche per pregare.
Allora, una persona deve pagare il biglietto anche solo per pregare?
Una cosa del genere è una follia.
Una cosa del genere è il segnale di una perdita del concetto di sacralità e, di conseguenza, della perdita della nostra identità, che sul Cristianesimo trovò uno dei suoi fondamenti.
Questo non è certamente il modo giusto per riempire le chiese che si sono svuotate a causa del relativismo culturale europeo.


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