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Il mio libro, in collaborazione con Morris Sonnino

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domenica 5 febbraio 2017

Manifesti contro il Papa, sono stati i conservatori?

Cari amici ed amiche,

come riporta "Il Giornale", dietro all'affissione dei manifesti contro Papa Francesco ci sarebbero alcune frange della curia che si rifarebbero all'area conservatrice.
Vi riporto uno stralcio dell'articolo de "Il Giornale":

"C'era una volta Super Francesco. Con i romani che ritraevano Bergoglio come un supereroe sui muri della città.

Oggi sembra tutta un'altra storia. Con decine di manifesti che ieri mattina sono comparsi nel quartiere Prati, non lontano dal Vaticano, con scritto in romanesco e senza mezzi termini: «A Francè, ma n'do sta la tua misericordia?».

Nella foto un Bergoglio accigliato, pensieroso, una brutta immagine insomma. L'accusa rivolta al Papa è subito spiegata: «Hai commissariato Congregazioni, rimosso sacerdoti», si legge nel manifesto, «Hai decapitato l'Ordine di Malta e i Francescani dell'Immacolata, ignorato Cardinali». È proprio quest'ultimo punto, quello sui porporati, a far cadere i sospetti sugli ambienti più tradizionalisti della Curia romana, spalleggiati da alcuni fedeli arrabbiati e delusi dal Papa che avrebbero stampato e affisso illegalmente (la polizia sta indagando) i manifesti nel cuore della notte. Il riferimento («Hai ignorato i cardinali») è agli ormai famosi «dubia», i dubbi espressi da quattro porporati (Burke, Caffarra, Meisner e Brandmüller) riguardo ad alcuni paragrafi dell'esortazione apostolica «Amoris Laetitia» sull'accesso alla comunione per i divorziati risposati. Il Papa non ha risposto ai quesiti dei quattro cardinali, e così è stato accusato di aver ignorato i suoi collaboratori. Oltre a questo, l'altro forte riferimento d'attualità presente sul manifesto è quello riguardante l'Ordine di Malta, da diverse settimane nell'occhio del ciclone, con il Gran Maestro Fra' Matthew Festing che si è clamorosamente dimesso dopo aver incontrato in Vaticano Bergoglio. Sia la Santa Sede, sia i Cavalieri di Malta, per voce del Gran Cancelliere, Albrecht Boeselager, hanno gettato acqua sul fuoco, precisando che non c'è alcun braccio di ferro in corso. Ma i creatori dei poster sono stati spietati, polemici e taglienti, accusando il Pontefice di aver decapitato il millenario ordine cavalleresco. «Francesco fa solo il suo dovere, mi sembrano messaggi affrettati e precipitosi», commenta a Il Giornale il cardinale Giovanni Lajolo, Presidente emerito del Governatorato Vaticano. E continua: «Anche se Bergoglio avesse preso delle decisioni forti, non è uno sprovveduto, avrà le sue ragioni». Conclude: «Non è detto che ogni azione del Papa debba essere accolta da tutti: il dissenso è ammesso ma non in questi termini, dev'essere rispettoso». Dentro le mura vaticane non sono pochi quelli che credono a un'azione di disturbo nata negli ambienti più conservatori della Chiesa; un'azione ben studiata che questa volta supera ogni trovata grottesca, come quando alcuni giorni prima dell'inizio del conclave del 2013 apparvero sempre nei dintorni del Vaticano, dei finti cartelloni elettorali che invitavano a votare come nuovo Papa uno tra i cardinali più gettonati.".


Ora, esprimo un'opinione.
Questa affissione di manifesti contro Papa Francesco è la dimostrazione dello stato di confusione che vi è dentro la Chiesa.
Il metodo con cui la cosa è stata portata all'attenzione è discutibile ma nel merito non tutto ciò che è stato scritto sui manifesti è campato per aria.
Da cattolico, io dico che sono molto preoccupato.
Storicamente, ci sono sempre state discussioni dentro la Chiesa.
Ci sono tendenze conservatrici, progressiste, filo-italiane, filo-francesi, filo-tedesche e di altro tipo.
Fa parte della storia.
Mi pare inutile girarci attorno: anche la politica fa il suo gioco dentro la Chiesa.
Il problema è il fatto che (purtroppo) Papa Francesco non lo abbia capito.
Essere Papa vuole dire essere super-partes.
Il Papa deve essere un arbitro riguardo a certe questioni politiche e (a volte) deve sacrificare la sua opinione personale per il bene della Chiesa.
Il Papato è anche sacrificio.
Lo stesso San Pietro sacrificò le sue opinioni per il bene della Chiesa.
Papa Francesco, invece, ha puntato troppo sulla sua opinione.
Questo rischia di creare divisioni.
Sia chiaro, il mio non è un ragionamento teologico o religioso ma politico.
Papa Francesco ha commesso degli errori a livello politico.
Pensiamo alla questione del riconoscimento della Palestina e della scelta dell'interlocuzione con Abu Mazen, che non è di certo un personaggio affidabile.
Pensiamo anche alla questione dell'Enciclica "Laudato si" il Papa ha espresso certi pareri per ciò che concerne l'ambiente.
Guardando in generale, quanto scritto può essere condiviso.
Difendere l'ambiente è importante.
Nello specifico, però, su alcuni temi ambientali, l'opinione è discussa e discutibile.
Pensiamo alla questione del "Global Warming", che (storicamente parlando) non è tutta colpa dell'uomo.
Questa questione ha creato perplessità anche negli stessi vescovi americani.
Riguardo all'immigrazione, il Papa parla di "accoglienza".
Però, un Paese come il nostro è in crisi e per noi diventa difficile fare entrare tutti.
Inoltre, vi è anche il rischio del terrorismo.
Tra i vescovi ci sono stati quelli che hanno avuto un'opinione diversa da quella del Papa.
Pensiamo ai vescovi spagnoli.
Essere Papa significa anche dovere sacrificare le proprie opinioni, per non creare divisioni e discordie dentro la Chiesa.
Cordiali saluti.


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Ringrazio un caro amico di questa foto.