Presentazione

Presentazione
Una voce libera per tutti. Sono Antonio Gabriele Fucilone e ho deciso di creare questo blog per essere fuori dal coro.

Il mio libro sul Covid

Il mio libro

Il mio libro

Il mio libro

Il mio libro

Il mio libro

Il mio libro

Il mio libro

Il mio libro, in collaborazione con Morris Sonnino

Il mio libro

Il mio libro

Il mio libro

mercoledì 15 febbraio 2017

Quella battaglia europea che si combatté qui a Roncoferraro

Governolo, frazione di Roncoferraro, edicola di Sant'Antonio sulla strada dedicata a Giovanni dalle Bande Nere


Il 25 novembre 1526 si combatté qui a Roncoferraro (in Provincia di Mantova) una battaglia che ebbe effetti molto importanti su tutta l'Europa.
Questa battaglia si combatté nella località di Governolo.
Ora, porto all'attenzione l'antefatto.
L'imperatore del Sacro Romano Impero Carlo V (1500-1558) d'Asburgo era anche re di Spagna, d'Ungheria e di Napoli.
Carlo V, imperatore del Sacro Romano Impero (1500-1558)

Il suoi nomi erano Carlo V, come imperatore, Carlo I, come re di Spagna, Carlo IV, come re di Napoli, e Carlo II, come re d'Ungheria.
A soli sei anni, egli ereditò i Paesi Bassi (per la morte del padre, l'arciduca d'Austria Filippo I il Bello.
Nel 1516, egli ereditò anche la Castiglia e l'Aragona (l'attuale Spagna) per la morte del nonno materno, re Ferdinando il Cattolico (1479-1516), le morti dei fratelli maggiori della madre Isabella e Giovanni e per l'infermità della stessa madre Giovanna I (detta Giovanna la Pazza, 1479-1555).
Nel 1519, egli divenne anche imperatore del Sacro Romano Impero, per la morte di suo nonno, l'imperatore Massimiliano I d'Asburgo (1459-1519).
Egli aveva in pugno l'intera Europa.
Controllava i domini della Spagna qui in Italia ed aveva anche influenza in Inghilterra, dato che la regina Caterina d'Aragona (1485-1536) era sua zia.
Di conseguenza, egli controllava anche i domini spagnoli nelle Americhe.
Non a torto, egli poteva dire che "sul suo impero splendeva sempre il Sole".
Logicamente, la Francia si trovò in mezzo ai domini spagnoli.
Il re Francesco I di Valois (1494-1547) non vide di buon occhio la cosa.
Francesco I di Valois, re di Francia (1494-1547)

Oltretutto, tra il re e l'imperatore vi fu una contesa sull'Italia.
Entrambi rivendicavano il controllo dei territori italiani, come il Ducato di Milano ed il Regno di Napoli.
Da qui nacque uno scontro che nel 1525 si concretò con la Battaglia di Pavia, la quale finì con la sconfitta del re francese, il quale fu detenuto a Madrid per un anno.
Fu liberato dietro versamento di un riscatto e dovendo lasciare i figli a Madrid.
Tuttavia, egli volle rifarsi.
Così, egli organizzò a Cognac  una lega contro l'imperatore.
Di questa lega fecero parte la Francia, la Repubblica di Venezia e lo Stato Pontificio, con il Papa Clemente VII (al secolo Giulio Zanobi de' Medici, 1478-1534).
Francofilo convinto, il Papa sostenne il re di Francia, rovesciando i rapporti che c'erano prima tra il Papato ed il Sacro Romano Impero.
Papa Clemente VII (1478-1534)

Va ricordato che il suo predecessore, Papa Adriano VI (l'olandese Adriaan Florenszoon, 1459-1523) fu precettore di Carlo V.
Lo scontro cruciale tra i due fronti fu proprio a Governolo.
Da una parte, ci furono il Sacro Romano Impero ed il Ducato di Ferrara e dall'altra ci fu la Lega di Cognac, che fu capitanata da Giovanni de' Medici (detto Giovanni delle Bande Nere, 1498-1526) e da Aloisio Gonzaga (1494-1549).
Lo scontro videro contrapposti le truppe della Lega di Cognac, con i suoi 400 fanti e 400 cavalieri, ed un esercito di 12.000 lanzichenecchi, mercenari tedeschi, che erano agli ordini del generale imperiale Georg von Frunstenberg (1473-1528).
Giovanni delle Bande Nere intercettò i nemici a Borgoforte ma la vera battaglia fu ingaggiata il 24 novembre a Governolo.

Giovanni dalle Bande Nere (1498-1527)

La battaglia si concluse il 25 novembre, con la sconfitta della Lega di Cognac.
Giovanni delle Bande Nere fu ferito mortalmente ad una gamba.
Di questo fatto, Pietro Aretino (1492-1556) scrisse:

"... l'altezza sua si mosse con la solita terribilità inverso Governo (Governolo), nel circuito del quale si erano fortificati i nemici; e travagliandosi intorno ad alcune fornaci, ecco oimè un moschetto che gli percuote quella gamba già ferita d'archibuso...".


Giovanni fu portato a San Nicolò Po ma non si trovò il medico.
Allora, egli fu portato a Mantova, presso il palazzo di Aloisio Gonzaga, e lì gli venne amputata la gamba dal medico Abram.


Nell'Archivio di Stato di Mantova vi è una lettera di Benedetto Agnello il quale, scrivendo al Marchese di Mantova, il giorno 25 novembre, cosi comunica:

" ... Il Signor Giovanni De Medici è stato ferito da una botta di falconetto e per questo, si dice, sta molto male; ancora non l'hanno portato allo alloggiamento del Signor Duca. Prega Vostra eccellenza che voglia commettere a maestro Abramo che venghi in qua subito volando. Esso Signore è stato ferito scaramanzando con li Lanzichenecchi li quali si trovino anchor a Governolo et essendo andati là molti fanti di questo esercito gli hanno tratto di molte botte di falconetti, del che si sta qua molto suspesi perché non si può maginar dove habbiano havuta detta artigliería. Il Signor Duca ha ordinato che li Lanzichenecchi et altre genti di questo esercito che marchiavano (marciavano) a questa via, retornino in Bressana perché iudico che li Lanzichenecchi non si seguirono altramenti massima in caso che passino il Po come si intende che hanno il modo de passarlo... ".


Purtroppo per Giovanni, la cancrena progredì. Morì a Mantova il 30 novembre 1526.
La morte di Giovanni dalle Bande Nere fu un enigma per lungo tempo.
Si accusò il medico Abram di non essere stato un buon dottore.
Come riporta il quotidiano "La Nazione", Giovanni di Giovanni de' Medici (Forlì, 6 aprile 1498 - Mantova, 30 novembre 1526), detto dalle Bande Nere, non fu ucciso dal maestro Abram, il chirurgo che lo operò per una ferita alla coscia prodotta da un colpo di artiglieria di piccolo calibro (falconetto) di circa 6-7 cm ''per compiacere gli imperiali'', come creduto da alcuni. Ma quel che le cronache dell'epoca riportano con certezza è l'attribuzione delle cause della morte a una cancrena che si manifestò dopo l'amputazione della gamba destra, in seguito al ferimento durante quello scontro armato che ci fu a Governolo il 25 novembre 1526.
La scoperta è avvenuta grazie alla riesumazione della salma del condottiero effettuata dal paleopatologo Gino Fornaciari dell'Università di Pisa e dalla sua equipe di ricercatori, avvenuta tra il 19 novembre e il 10 dicembre 2013, e finanziata dalla Società italiana di ortopedia e traumatologia e sostenuta dal Dipartimento Radiologico dell'Area fiorentina. Le sepolture di Giovanni dalle Bande Nere e della moglie Maria Salviati situate nelle Cappelle Medicee di Firenze sono state così ispezionate e facendo emergere maggiori dettagli sulle cause della loro morte.
Ha spiegato oggi il professore Fornaciari, presentando i primi risultati dell'ispezione condotta: ''Il chirurgo Abram intervenne su un arto gravemente compromesso da una semiamputazione traumatica, limitandosi a completarla e a regolarizzare i monconi''. Il chirurgo che amputò la gamba destra a Giovanni dalle Bande Nere, dunque, secondo Fornaciari, agì con grande professionalità, non sbagliò l'intervento e non cercò di provocarne la morte.

Abram eseguì l'operazione in maniera precisa: ''La tibia fu segata immediatamente al di sotto della metà prossimale e l'operazione ne interessò solo la porzione laterale, dove è evidente il taglio orizzontale".

"Infatti -ha spiegato Fornaciari- dal lato mediale non si rilevano segni di taglio, ma solo scheggiature con andamento obliquo a sezione chirurgica ed osservata al microscopio stereoscopico, evidenzia una forte proliferazione di callo osseo endostale, conseguente alla ferita di archibugio dell'anno precedente. Per quanto riguarda il moncone della fibula, si osserva una scheggiatura obliqua ed un taglio chirurgico orizzontale in corrispondenza dell'estremità distale. Il canale midollare non presenta segni riparativi''.Solo dopo quasi cinque secoli, l'arcano è stato risolto.
Avendo sconfitto la Lega di Cognac a Governo, gli imperiali passarono il Po e senza più ostacoli, quell'esercito di lanzichenecchi arrivò a Roma il 6 maggio 1527.
Roma fu saccheggiata ed i suoi monumenti religiosi furono deturpati dai lanzichenecchi luterani.
Il Papa dovette scappare a Castel Sant'Angelo e si asserragliò lì.
Nel 1529, il Papa arrivò alla pace con Carlo V e si ritirò ad Orvieto.
Tuttavia, egli finì alla mercé dell'imperatore e questo influenzò molte situazioni importanti.
Per esempio, in Inghilterra ci fu il caso di re Enrico VIII Tudor (1491-1547).
Enrico VIII Tudor, re d'Inghilterra (1491-1547)

Questi volle divorziare da Caterina d'Aragona per sposarsi con Anna Bolena (1501/1507-1536) ed avere il figlio maschio che la prima moglie non poté dargli.
Intorno al 1526, egli iniziò a corteggiare Anna, che era una dama di compagnia della regina.
Il cardinale e  Lord Cancelliere Thomas Wolsey (1471-1530) pensò di far dichiarare nullo il matrimonio con la regina in base alle precedenti nozze con il fratello defunto del re, il principe di Galles Arturo (1486-1502), che creavano un vincolo di parentela tra Enrico e Caterina, rendendo illecita la loro unione secondo il diritto canonico. Nonostante la dispensa ottenuta nel 1505 iniziarono le trattative segrete per annullare il matrimonio.
Caterina d'Aragona, regina d'Inghilterra (1485-1536)

In funzione di ciò, Wolsey fece alleare l'Inghilterra alla Lega di Cognac.
La vittoria a Governolo dei lanzichenecchi, il Sacco di Roma e la sottomissione di fatto del Papa all'imperatore fecero saltare tutto.
L'imperatore Carlo V non avrebbe mai permesso la rottura del matrimonio tra sua zia, Caterina d'Aragona,  ed il re d'Inghilterra. 
Wolsey cadde in disgrazia. I suoi nemici riuscirono a farlo cadere in disgrazia agli occhi del re.
Nel 1529, il cardinale fu privato del titolo di Lord Cancelliere e rispedito a York, della cui sede episcopale cui era arcivescovo.
Nel novembre 1530, egli fu arrestato ed accusato di praemunire, ossia di usare la sua posizione di cardinale della Chiesa cattolica per scavalcare l'autorità regia.  In pratica, fu accusato di tradimento. 
Fu arrestato ma durante il viaggio egli si sentì male .
Morì a Leicester.
I rapporti tra il Papato e Londra peggiorarono.
Nel 1532, il Parlamento votò l'Atto di Sottomissione del clero. 
Questo portò alle dimissioni del Lord Cancelliere Thomas More (San Tommaso Moro, 1478-1535) il quale nel 1529 aveva sostituito Wolsey.
Nell'agosto del 1532, morì l'arcivescovo di Canterbury William Warham (nato nel 1450).
La posizione cauta di quest'ultimo placò il re ed evitò situazioni gravi.
Nell'ottobre 1532, il re sposò Anna Bolena segreta a Dover. 
Il 23 maggio 1533 il re si fece annullare il matrimonio con Caterina dal nuovo arcivescovo di Canterbury Thomas Cranmer (1489-1556), il quale dichiarò valida l'unione con Anna ed Enrico sposò anna due giorni dopo, in seconda cerimonia. 
Cranmer era filo-protestante ed era segretamente sposato con la nipote del teologo luterano Andreas Osiander.
Thomas Cranmer, arcivescovo di Canterbury (1489-1556)

Era filo-luterano anche il Cancelliere dello Scacchiere Thomas Cromwell (1485-1540).
Questi spinsero il re verso lo scisma.
Dopo l'annullamento, il re inglese sposò Anna Bolena, nel 1533.
La Curia romana cassò la sentenza di Cranmer e dichiarò valido il matrimonio con Caterina d'Aragona ed intimò a re Enrico VIII di tornare con quest'ultima, sotto pena di scomunica.
Il re andò avanti per la sua strada ed il Papa lo scomunicò con Cranmer e Cromwell.
Nel novembre 1534, il re fece votare al Parlamento l'Atto di Supremazia, con cui rescisse i rapporti tra l'Inghilterra e la Chiesa cattolica.
Il re divenne capo della Chiesa inglese e (su consiglio di Cromwell) iniziò a sopprimere i monasteri.
Gli oppositori, come Thomas More ed il vescovo di Rochester John Fisher (San Giovanni Fisher 1469-1535) furono mandati al patibolo. 
La Battaglia di Governolo portò tutto questo.











Nessun commento:

Posta un commento

Translate

Il peggio della politica continua ad essere presente

Ringrazio un caro amico di questa foto.