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Il mio libro, in collaborazione con Morris Sonnino

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lunedì 20 febbraio 2017

Un Parlamento di trasformisti

Cari amici ed amiche,

come riporta "Il Giornale", mai come in questa legislatura ci sono stati così tanti cambi di schieramento in Parlamento.
Vi riporto uno stralcio dell'articolo:

"Scissioni, separazioni litigiose, divorzi consensuali e ricongiungimenti amari. Nel calderone del trasformismo parlamentare per ricordare numeri simili a oggi, è necessario tornare indietro di vent'anni, al 1996, quando la vittoria dell'Ulivo e la successione di quattro governi diversi (Prodi, due volte D'Alema e Amato) inaugurava la stagione dei cosiddetti «voltagabbana».

Ora quel record finora rimasto intatto, 400 cambi di gruppi in cinque anni, sta per essere frantumato dall'era degli esecutivi Letta, Renzi, Gentiloni. Dall'inizio dell'ultima legislatura, la XVII, se ne contano già 396. Di questo passo, dovesse arrivare al suo termine naturale, si sfonderebbe il muro delle 500 giravolte, come calcola Openpolis: la media mensile del valzer di casacche è cresciuta del 50% rispetto alla legislatura precedente con Berlusconi al governo prima dell'arrivo di Monti.

Il ritmo degli arrivi e delle partenze, dei biglietti di sola andata verso la maggioranza o di ritorno all'opposizione, è raddoppiato e fotografa una frantumazione che si misura sul sostegno alla maggioranza renziana. Il risultato è un Parlamento che si rispecchia in una miriade di sigle che poco hanno a che fare con le liste elettorali votate dai cittadini alle urne. Openpolis ha aggiornato i calcoli: alla Camera su 11 gruppi parlamentari, solo quattro sono espressione delle liste (Pd, M5S, Lega e Fratelli d'Italia), mentre al Senato sui 10 solo 3 (Pd, M5S e Lega). I 396 cambi di casacca registrati finora, con relativi spostamenti di denaro (deputati e senatori che cambiano portano con sé rispettivamente un tesoretto annuo di 49.200 euro e di 59.200) sono avvenuti in soli 47 mesi, con una media di 8,4 cambi al mese. Il 23,97% dei deputati e il 36,56% dei senatori ha compiuto almeno un passaggio da un gruppo all'altro. Sul totale degli eletti, il 28,21% ha fatto almeno un salto in un altra forza politica (la percentuale era al 18,86 nella scorsa legislatura).

Quando nel dicembre 2010 i deputati Razzi e Scilipoti lasciarono i loro gruppi - Pd e Italia dei Valori - per votare la fiducia al governo Berlusconi, il centrosinistra li bollò come «traditori». Ma le osmosi tra gli schieramenti, oggetto allora di polemiche feroci, sono diventate ordinaria amministrazione con gli esecutivi Letta e Renzi, dove hanno raggiunto livelli ben superiori. Al netto del picco registrato sotto Letta, influenzato dalla scissione di Forza Italia e Ncd (che ha fatto schizzare al 66,82% i cambi alla Camera e all'80,57% di quelli al Senato tra i gruppi di centrodestra), si è infatti passati da una media di cinque cambi al mese con il governo Berlusconi a otto con Renzi
.".

Se quello che sta accadendo al Partito Democratico arrivasse a compimento, il numero di cambi di partito e di schieramento sarebbe ancora più alto.
Certo, la Costituzione permette ciò (perché non prevede vincolo di mandato) ma questa situazione è negativa.
Una persona viene eletta alla Camera dei Deputati o al Senato con i voti presi da un partito e poi si alza una mattina e cambia partito e schieramento o decide di fare una scissione.
Questo è molto grave perché scredita la politica agli occhi di tutti.
Questo fenomeno non risparmia nessuno.
Il vecchio Popolo della Libertà si è scisso in Nuovo Centrodestra, Forza Italia, Alleanza Liberalpopolare-Autonomie e Conservatori e Riformisti.
Il Nuovo Centrodestra è in maggioranza con il Partito Democratico, Alleanza Liberalpopolare-Autonomie ammicca al Partito Democratico e Forza Italia e Conservatori e Riformisti sono all'opposizione.
La sinistra Partito Democratico si sta scindendo.
Il Movimento 5 Stelle perde pezzi.
La politica rischia davvero di uscire con le ossa rotte.
Ci sono anche parlamentari che hanno cambiato casacca più di una volta.
Mi viene in mente il senatore Paolo Naccarato, il quale è stato prima nella Lega Nord, poi in Grandi Autonomie e Libertà, poi nel Nuovo centrodestra ed oggi è di nuovo in Grandi Autonomie e Libertà.
Ora, tutto ciò rischia davvero di screditare la politica agli occhi dei cittadini e questo non è bene per la democrazia.
Cordiali saluti.

4 commenti:

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