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lunedì 20 febbraio 2017

Quella Chiesa che ha deciso di uniformarsi alle opinioni

Cari amici ed amiche,

ringrazio l'amico e collaboratore Angelo Fazio dell'articolo del sito "Aleteia" che è intitolato "Ma chi sono gli Anglicani?".

L'articolo è di Lucandrea Massaro ed è molto interessante.
Di esso, riporto l'ultima parte:

"La Chiesa anglicana oggi

La Comunione anglicana è la federazione delle Chiese che derivano dall’anglicanesimo in quei paesi dove l'ex Impero Britannico ha fondato chiese: Oltre ovviamente alla chiesa “madre” di Inghilterra e Galles, si aggiungono quelle di Irlanda, Africa centrale, America Centrale, America Meridionale, Australia, Bangladesh, Burundi, Canada, Corea, Giappone, Hong Kong, Kenya, India, Indie Occidentali, Isole Falkland, Melanesia, Messico,Myanmar, Nigeria, Nuova Zelanda e Polinesia, Pakistan, Papua-Nuova Guinea, Province dell’Africa meridionale, Province dell’Africa occidentale, Province dell’Asia sud-orientale, Province dell’Oceano Indiano, Sri Lanka, Tanzania,Uganda; Chiese episcopali di Scozia, Brasile, Cuba, Filippine, Gerusalemme e Medio Oriente, Ruanda, Sudan; Chiesa evangelica lusitana; Chiesa protestante episcopale americana (nella quale si organizzarono le parrocchie anglicane, dopo l’indipendenza degli Stati Uniti); infine Chiesa riformata episcopale di Spagna.

Si tratta nei fatti di un «consorzio (fellowship in inglese), entro l’Una Santa Chiesa cattolica e apostolica, di quelle diocesi, province e chiese regionali debitamente costituite, che mantengono e propagano la fede e la disciplina cattolica e apostolica, quali sono generalmente esposte nel Book of Common Prayer, così come è autorizzato in ciascuna». Il consiglio comune dei vescovi si riunisce nella conferenza decennale di Lambeth, presieduta dall’arcivescovo di Canterbury, cui si riconosce essenzialmente un primato d’onore (Treccani.it).

L'ecumenismo e il rapporto con la Chiesa di Roma
A partire dagli anni 1960 le tendenze ecumeniche si sono rafforzate in seno alla Comunione anglicana. Il dialogo è particolarmente vivo con la Chiesa cattolica. Di portata storica sono state le visite degli arcivescovi di Canterbury a Giovanni XXIII (G.F. Fisher, 1960), a Paolo VI (M. Ramsey, 1966; D. Coggan, 1977), Giovanni Paolo II (R. Runcie, 1989; G.L. Carey, 1992, 1996), a Benedetto XVI (R. Williams, 2006), e a sua volta quella di Giovanni Paolo II a Canterbury (1982). Dal 2012 il primate anglicano è Justin Welby che ha incontrato già due volte Papa Francesco.

Un problema molto grande per il dialogo ecumenico è posto dall’ordinazione sacerdotale delle donne, prassi che non accettata né dalla Chiesa cattolica né da quelle ortodosse ma approvata dal Sinodo generale della Chiesa d’Inghilterra (1994). Questa situazione si è ulteriormente complicata con la recente decisione di ordinare le donne anche vescovo (2014). Questo nonostante alcuni passi avanti come il riconoscimento del ruolo di Maria nella storia della Salvezza da parte anglicana (2005) e la dichiarazione cattolico-luterana sulla “giustificazione per fede” (1999).

La questione dell'ordinazione è centrale nei rapporti tra Roma e anglicani fuoriusciti sin dal '600 ed ebbe una soluzione netta con Leone XIII che proclamò nulle le ordinazioni anglicane per la diversa interpretazione del sacrificio della messa e del ruolo dei vescovi tra le due Chiese, con la bolla Apostolicae Curae del settembre del 1896. Con la decisione di ammettere le donne ad ogni grado di sacerdozio, un nuovo ostacolo si posto tra le due comunità ecclesiali, ma ha anche aperto ad una vero e proprio esodo da Londra, verso Roma.

Recenti sviluppi: gli Ordinariati anglocattolici
Il 4 novembre 2009, Benedetto XVI ha promulgato la costituzione apostolica Anglicanorum Coetibus per accogliere quei gruppi di cristiani di tradizione anglicana che volevano entrare in piena comunione con la Chiesa cattolica mantenendo elementi del patrimonio culturale e liturgico anglicano proprio a causa delle trasformazioni dottrinarie in atto all'interno della comunione anglicana. È stata l'origine dei tre ordinariati anglo-cattolici attuali, nei quali in questi cinque anni sono entrati oltre 3.000 ex anglicani, in quasi 90 comunità in Gran Bretagna, Stati Uniti, Canada e Australia (Aleteia, 18 novembre).

Una Chiesa in balia dell'opinione?
Cos'è cambiato, quindi, con posizioni così profondamente radicate ma opposte? Il fatto che non si ritenesse possibile lasciare la questione ai lenti processi procedurali usuali e che venisse considerata anche particolarmente urgente dal nuovo arcivescovo di Canterbury, Justin Welby, fin dall'epoca della sua instaurazione riflette alcuni fattori unici della posizione della Chiesa d'Inghilterra nella vita della Nazione inglese, che hanno a che vedere con i modi complicati in cui questa Chiesa si riferisce alla società e alla cultura più ampie, che è il motivo per cui le aspettative della società fuori dalla sua porta sembrano aver pesato tanto alla fine.

Nel corso della storia, la maggior parte delle Chiese ha teso ad essere cauta nelle modifiche, e la Chiesa d'Inghilterra non ha fatto eccezioni in questioni strutturali, per quanto ampia potesse essere la diffusione di opinioni che spesso ha permesso nelle sue istituzioni. Le questioni in gioco in questo caso, però, erano ritenute relative al rapporto tra la Chiesa e la società più ampia, e per la Chiesa d'Inghilterra come Chiesa che gode della posizione particolare che ha all'interno dello Stato è un settore di sensibilità particolare e crescente (Aleteia, 19 luglio).

Si può dire che la Chiesa d'Inghilterra si è piegata alle aspettative dei cittadini inglesi. Invece che proclamare la Verità, ha deciso di uniformarsi alle opinioni
.".

Possiamo dire che la Chiesa anglicana abbia risentito molto delle opinioni al di fuori del suo ambito, dalla politica alla società.
La Chiesa anglicana si è piegata ad opinioni di questo tipo, creando problemi sia nei rapporti con altre Chiese, come quella cattolica, sia dentro sé stessa.
Il fatto che, per esempio, molti anglicani che non accettino le donne sacerdoti e che passino alla Chiesa cattolica lo dimostra.
Questa è una sfida anche per noi cattolici.
Pensiamo, per esempio, a quei preti ex-anglicani che sono sposati e che rientrano in comunione con Roma.
La Costituzione apostolica "Anglicanorum Coetibus" emanata nel 2009 da Papa Benedetto XVI è stata molto equilibrata.
I preti anglicani sposati possono entrare nella Chiesa cattolica ed essere sacerdoti cattolici ma non possono diventare vescovi.
Qui cito il caso di monsignor Keith Newton.
Monsignor Keith Newton è stato vescovo anglicano sposato di Richborough dal 2002.
Nel 2010, egli ha lasciato la Chiesa anglicana per farsi cattolico (con la sua famiglia) e, ai sensi della già citata Costituzione apostolica, egli ha promosso la fondazione di un Ordinariato personale di Nostra Signora di Walsingham.
Nel 2011, egli è stato consacrato sacerdote della Chiesa cattolica.
Pur non essendo più vescovo, perché sposato, Newton può indossare ancora la mitra, l'anello e la croce pettorale e può portare il pastorale, ed è equiparato a certi abati, in quanto ordinario.
Certamente, questa situazione è una sfida tanto per la Chiesa anglicana quanto per quella cattolica.
Però, le due situazioni sono differenti.
Ricordo, infatti, che noi cattolici abbiamo già dei preti sposati.
Mi riferisco alle Chiese cattoliche orientali. Quindi, la presenza di preti sposati nella Chiesa cattolica non è una cosa eccezionale, anche se rara.
La vera sfida è dentro la Chiesa anglicana.
Com'è scritto nell'articolo, la Chiesa anglicana ha divisioni al suo interno perché ha permesso a certe opinioni correnti di entrare in essa.
Questo ha creato divisioni tra chi vuole proporre certe "innovazioni" e chi è più tradizionalista.
Quando si toccano temi come l'omosessualità, la questione della donna, l'aborto o l'eutanasia, la situazione si fa più tesa.
Secondo me, i rapporti tra anglicanesimo e cattolicesimo dipenderanno soprattutto dalla situazione interna alla prima.
Questa situazione è monito anche per noi cattolici. Non dobbiamo seguire troppo certe opinioni.
Cordiali saluti.

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