Presentazione

Presentazione
Una voce libera per tutti. Sono Antonio Gabriele Fucilone e ho deciso di creare questo blog per essere fuori dal coro.

Il mio libro sul Covid

Il mio libro

Il mio libro

Il mio libro

Il mio libro

Il mio libro

Il mio libro

Il mio libro

Il mio libro, in collaborazione con Morris Sonnino

Il mio libro

Il mio libro

Il mio libro

venerdì 17 febbraio 2017

La stregoneria e la botanica

Cari amici ed amiche,

sul blog "Vivere come donne nel Medio Evo" vi è un articolo intitolato "La conoscenza della botanica nel Medio Evo, la sapienza femminile ed il mito della strega".
Dell'articolo riporto questo stralcio:

"Introduzione

Il Medioevo è stato un periodo in cui le conoscenze sulle piante si fermarono e quelle conoscenze che si erano accumulate nelle epoche precedenti furono gelosamente custodite nei cosiddetti “Giardini dei semplici”, ossia i giardini botanici dei monasteri dove i soli monaci avevano il “monopolio” delle conoscenze sulle piante e sui loro impieghi.

La conoscenza delle piante era riservata in quest’epoca ad alcune categorie del sesso maschile, specie per quanto riguarda l’uso e la conoscenza delle erbe medicinali. Alle donne, invece, questa conoscenza era moralmente e socialmente preclusa a causa dei luoghi comuni che hanno reso famoso questo periodo storico.

La donna non poteva curare pur avendo il sapere medico, un sapere tante volte maggiore di quello dei maschi, e la donna che aveva tale sapere era vista male dalla società, era la strega.

Di fatto ci si trova davanti ad un enorme paradosso, perché mentre da un lato ci è pervenuta l’immagine di una donna condannata all’ignoranza totale, è più che mai noto quanto detto prima, ossia che la donna in molti casi dimostrava nella realtà dei fatti, nella vita quotidiana un sapere sulle erbe e le loro proprietà, i loro impieghi, assai maggiore di quello maschile. Nella realtà dei fatti era la donna il medico nella famiglia del popolo, nella piccola comunità famigliare e spesso anche in quella che era la comunità di un borgo o di una piccola città. Era la donna che sapeva riconoscere le specie medicamentose, quelle velenose e spesso sapeva anche diagnosticare quella che oggi è nota come intossicazione o avvelenamento, nei casi meno gravi. Non a caso la donna del Medioevo, si preferiva tenerla lontana dalle conoscenze mediche poiché secondo la mentalità dell’epoca, quelle conoscenze erano nelle sue mani un’arma pericolosa e infatti essa avrebbe potuto abusare della conoscenza delle specie velenose per curare una ferita all’animo orgoglioso di sé o di un’amica contro l’insulto di un cavaliere poco galante o di una pericolosa rivale. Il Medioevo da un lato è il maestro degli avvelenamenti e nella maggior parte dei casi operati da donne. In realtà quindi, la figura di una donna ignorante in tutto è più un mito, un’ombra che non realtà. La conoscenza di queste donne fu però duramente punita e lo vedremo nei paragrafi successivi, dove si riprenderà anche la tesi sulla strega di alcuni illuministi francesi e delle controparti clericali.


La conoscenza dimenticata

Il fatto che la donna, quell’essere immondo e portatore del peccato stando alla mentalità medievale, avesse più conoscenze in materia medica di un uomo, era per questi il peggior insulto pubblico e privato, un insulto che nemmeno la natura difendeva e che davanti ad essa era costante, perpetuo. Lo storico francese Michelet [1], nella sua opera La strega, spiega come la donna in ogni epoca fu in un certo senso la strega, la strega che condivideva le sue conoscenze con nessuno tranne sé stessa. Il Medioevo fu poi per la donna-strega quella che possiamo chiamare anche “Epoca dell’Oro” e al tempo stesso “L’Epoca del Terrore” perché mai come nel Medioevo la donna fu tanto protagonista e regista della storia, in ogni episodio ed in ogni ruolo, nel Bene e nel Male e mai fu tanto per questo perseguitata, condannata e giustiziata.

« Per le religioni, la donna è madre, amorosa custode e nutrice fedele. Gli dèi sono come gli uomini; le nascono e muoiono in grembo » dice il Michelet, «Quanto la fedeltà le costa! ». Contrariamente a quanto molti pensano, non fu la religione cristiana ad inventare la figura della strega, non fu nemmeno la Chiesa, né furono le religioni precedenti a quella cristiana; la vera Dea, si oserebbe dire, che generò la prima strega, fu l’Ignoranza, indipendentemente da chi la manovrasse. Ah questa Dea dai poteri veramente illimitati e sconosciuti, questa benefattrice tanto generosa, non dà mai torto a nessuno, accontenta tutti fin per il più piccolo umano capriccio, di lei c’è bisogno da sempre, perché senza di lei c’è la guerra, c’è astio tra torto e ragione, ma quando lei arriva anche se c’è il caos si sta bene, perché solo con il caos ormai da sempre può regnare la pace, una pace che però di fatto non esiste, la storia ha avvisato tutti: è una finta pace che non può durare per sempre.

Tuttavia dura tutt’ora e la sola creatura che in un qualche modo, a volte un po’ impacciato e confuso, lotta per venirne fuori, è proprio lei: la donna. La donna divinizzata, temuta, adorata di nuovo e poi di nuovo cacciata, sottomessa, respinta, condannata, bruciata su fascine nel nome di Dio perché strega, anche oggi a suo modo. Certo non possiamo fare un rogo oggi come settecento anni fa, non possiamo più appellarci a nulla per condannare la donna perché in un modo o in un altro è noto da secoli che ce la farà sempre. Invidia maschile? Diciamo che si tratta di un’invidia generale e senza volto, perché sia bella o brutta, ricca o povera, triste, felice o disperata, depressa, pazza, la donna rimarrà sempre un essere superiore nella società e proprio l’uomo che ha fatto di tutto per sottometterla da quando il mondo ha memoria, le è sottomesso e per un semplice ma fondamentale fatto: che l’uomo ha per sua natura un complesso di inferiorità che nel Medioevo ha raggiunto in Occidente la cronicità. Mentre fuori dall’Occidente cristiano, in epoca medievale, la donna socialmente e psicologicamente era un essere sottomesso, ma rispettato, nell’Occidente cristiano fu messa sotto una campana di vetro che aveva al suo interno il mondo e la donna poteva fare quindi di fatto tutto quello che le pareva e soprattutto anche sotto questa campana poté recuperare la conoscenza perduta, specie quella medica, quella delle piante. L’uomo cercò di precluderle la conoscenza, ma fu vano, perché essa trionfò e acquisì la conoscenza. Bastò sapere alla donna per essere etichettata, per essere strega e se per una religione era strega perché seguace di Bacco per un’altra religione come quella cristiana era strega perché era seguace del diavolo. Non è un caso che solo in Occidente siano stati consumati i roghi più grandi della storia.

Mentre in epoca classica la donna non era vista come una strega nel senso medievale del termine, ma come un’incantatrice, un’amante di rara bellezza che conosceva filtri e veleni di varia natura, nel Medioevo, « mille anni più tardi, la si caccia come fosse una bestia selvaggia, è inseguita agli angoli delle strade, umiliata, straziata, lapidata, piegata sui carboni ardenti. Non bastano i roghi al clero, né al popolo le villanie né i sassi al fanciullo, contro la disgraziata. Ma i crudeli processi mostrano il contrario. Molte morirono proprio perché giovani e belle » [2] e oserei aggiungere anche, perché sapevano.

« Dagli dei antichi,» la strega « ha fatto degli dei. Accanto al diavolo del passato, vediamo nascere in lei un diavolo del futuro. Il solo medico del popolo, per mille anni, fu la strega. Gli imperatori, i re, i papi, i baroni più ricchi avevano qualche dottore di Salerno, qualche moro, qualche ebreo, ma la gente di ogni condizione, e si può dire tutti, non consultava che la saga o saggia donna. Se non guariva, la insultavano, la dicevano strega. Ma in genere, per rispetto e paura insieme, la chiamavano buonadonna o belladonna [3], dal nome che si dava alle fate. Le capitò quel che ancora capita alla sua pianta prediletta, la Belladonna, e a benefici altri veleni che usava, antidoti dei grandi flagelli del Medioevo. Il bambino, il passante ignaro, maledice quest'erbe grigie senza conoscerle. I loro colori ambigui lo colmano di terrore. Arretra, passa alla larga. Eppure non sono che "consolanti" (Solanee [4]), che somministrate con discrezione, hanno guarito spesso, calmato tanti mali. » [5]".

Ora, esprimo alcune considerazioni.
Risulta falso che (in qualche modo) il Cristianesimo abbia squalificato il ruolo della donna.
Il Cristianesimo in sé fonda il suo messaggio partendo da una donna che (obbedendo a Dio) concepì il Salvatore, Gesù Cristo.
Sto parlando della Vergine Maria.
Quindi, il Cristianesimo ha sempre dato un ruolo importante alla donna.
Ricordo che gli esorcisti raccontano che le persone possedute dal demonio si mettano ad urlare e ad inveire contro la donna proprio perché ella ricorda la Vergine Maria.
In secondo luogo, l'Inquisizione, la quale passò alla storia con una "leggenda nera" anche per numerosi processi di stregoneria, fu particolarmente operativa a partire dal XV secolo.
Prima, l'Inquisizione fu presente.
Essa fu istituita da Lucio III nel 1184, per reprimere il movimento cataro. 
Nel XVI secolo, essa si fece più forte, per via della Riforma protestante.
Proprio nei Paesi protestanti i processi per stregoneria (con le conseguenti esecuzioni) furono più numerosi poiché lì le ossessioni sataniche erano assai più sentite.
In Inghilterra, quando re Enrico VIII ruppe con la Chiesa cattolica (nel 1534), una delle accuse che furono mosse contro monaci e monache fu quella di praticare la stregoneria, per potere iniziare la dissoluzione dei monasteri (nel 1536) ed incamerarne i beni.
Ora, nel Medio Evo, la conoscenza della botanica era assai più diffusa tra i monaci semplicemente perché essi viaggiavano di più (e quindi venivano a contatto anche con altre culture) e perché avevano sempre dei libri a disposizione.
Ricordo che nel Medio Evo i libri erano scritti a mano (dai monaci amanuensi) e quindi erano pochi e costosi.
Solo un nobile, un vescovo, un abate o una badessa poteva comprare dei libri.
Comunque, poteva capitare che anche una donna potesse sapere qualcosa di botanica.
Di sicuro, queste conoscenze furono apprese da qualche erudito.
Però, proprio perché non vi era un'istruzione diffusa, questo faceva sì che si creassero dei sospetti di stregoneria e quant'altro.
Tuttavia, anche degli uomini ebbero accuse simili.
Anche un Papa, Silvestro II (al secolo Gerbert d'Aurillac, 940/950 circa-1003), si trovò ad essere sospettato di praticare "arti magiche", per la sua conoscenza dell'alchimia.
Dunque, si deve dare una misura ad ogni cosa.
Cordiali saluti.


2 commenti:

Translate

Il peggio della politica continua ad essere presente

Ringrazio un caro amico di questa foto.