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giovedì 23 febbraio 2017

Aborto, non imitiamo il pensiero di re Enrico VIII

Cari amici ed amiche,

so che re Enrico VIII d'Inghilterra (1491-1547) c'entra come il cavolo a merenda con l'aborto.
Io voglio solo fare un paragone tra l'Inghilterra di re Enrico VIII e la situazione attuale che c'è qui da noi riguardo all'aborto.
Ora, il re inglese mandava al patibolo chi non la pensava come lui in termini religiosi.
Il caso di San Tommaso Moro (1478-1535) docet.
In pratica, in Inghilterra si affermò l'idea secondo cui non essere in linea con il pensiero del monarca in termini religiosi significava automaticamente essere contro di lui.
Così, egli ed i suoi successori iniziarono ad imporre l'anglicanesimo con la forza ad una popolazione che era in maggioranza cattolica.
Lo stesso discorso si può fare per l'Italia di oggi con l'aborto.
Per esempio, qui in Italia l'90% dei medici è anti-abortista e fa obiezione di coscienza.
Lo Stato, però, agisce in modo differente e, spesso e volentieri, si vuole imporre dell'idea dell'aborto come un "segno di libertà" e dell'obiezione di coscienza come "un tradimento ai danni dello Stato di diritto".
Se pure in modo meno cruento, il modus operandi usato dagli Stati attuali riguardo all'aborto è lo stesso di quello usato da re Enrico VIII ed i suoi successori in Inghilterra per imporre l'anglicanesimo.
Così, un medico che cerca di convincere una donna a non abortire viene fatto passare per "oscurantista" e "bigotto" mentre il medico abortista viene fatto passare per "uomo libero".
Anche la legge 194 viene usata in modo distorto.
Viene applicata nella parte che riguarda l'aborto mentre viene disapplicata riguardo all'aspetto della prevenzione.
Ora, la scelta della Regione Lazio di indire un bando solo per medici non obiettori è una forzatura da parte delle istituzioni che va a ledere il principio dell'uguaglianza, un principio sancito anche a livello costituzionale.
Inoltre, bisogna fare capire che all'aborto ci sono alternative.
Uno Stato che si dice civile non deve toccare le coscienze.
Se un medico dice "no" all'aborto o all'eutanasia non ci deve essere nessuna stigmatizzazione.
Fare un bando solo per medici abortisti significa stigmatizzare gli altri.
Stigmatizzare un medico anti-abortista o anti-eutanasia lede il principio della libertà di coscienza, il quale deve valere per tutti.
Cordiali saluti.



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Ringrazio l'amico Morris Sonnino di questo screenshot del Corriere della Sera.