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mercoledì 22 febbraio 2017

Da Thomas Stearns Eliot, "Assassinio nella cattedrale", una riflessione sul martirio

Cari amici ed amiche,

ringrazio l'amico e collaboratore Angelo Fazio di questa pezzo del dramma teatrale di Thomas Stearns Eliot "Assassinio nella cattedrale":
"Martire è colui che è divenuto strumento di Dio, che ha persa la propria volontà in quella di Dio, non persa ma ritrovata, perché ha trovata la libertà nella sottomissione a Dio. Il martire non desidera più nulla per sé, nemmeno la gloria del martirio."

Thomas Stearns Eliot (1888-1965), grande scrittore statunitense naturalizzato britannico, che verso la fine della sua vita si fece anglo-cattolico e conservatore e che si allontanò dal fascista e neopagano Ezra Pound.
Se fossi vissuto all'epoca di Eliot e l'avessi incontrato, io sarei andato molto d'accordo con lui.
A parte le battute (con un fondo di verità, dato che io non sono fascista, sono conservatore e sono cattolico), queste parole dell'opera di Eliot mi hanno fatto riflettere.
L'opera è ispirata all'assassinio dell'arcivescovo di Canterbury San Tommaso Becket (1118-1170)
Il martirio è la maggiore forma di testimonianza di una fede o di un'idea che una persona che crede in essa può dare.
Il termine "martirio" significa "testimonianza".
Ora, per essere dei martiri, prima di tutto, bisogna essere testimoni di grandi ideali o di nobili fedi.
In secondo luogo, un martire non desidera la morte o il danno del suo prossimo.
Quindi, i terroristi islamici dell'ISIS e di ogni altra fanatica organizzazione islamica (come Hamas) non sono martiri ma sono solo volgari assassini.
Per esempio, uno dei santi a me cari, San Tommaso Moro (1478-1535) fu un martire.
Egli non desiderò la morte o il male di quel re Enrico VIII (1491-1547) che lo condannò ma fu un testimone della Santa Chiesa e della libertà di pensiero.
Gli islamici che si fanno saltare in aria, uccidendo altre persone innocenti che nulla di male hanno mai fatto a loro, sono solo delinquenti.
Cordiali saluti.



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