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Il mio libro, in collaborazione con Morris Sonnino

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giovedì 16 febbraio 2017

Caso Lavagna, da Saviano sono venute parole disgustose







Cari amici ed amiche,

mentre a Lavagna (in Provincia di Genova) si piange per il sedicenne che si è suicidato perché beccato con un po' di hashish, Roberto Saviano ne spara una delle sue.
Su Facebook, egli ha scritto:

"Legalizzate, per favore.

Legalizzate, dannazione.
Odiate l'erba? Detestate l'hashish? Legalizzate.
Non volete che i vostri figli fumino canne? Legalizzate.
Legalizzate per togliere potere alle mafie.

Qualcuno commenta il mio post sul suicidio del sedicenne di Lavagna spiegandomi chi fosse lui, come vivesse la sua famiglia e raccontandomi il contesto sociale. Lo ringrazio, perché contestualizzare è sempre importante.
E devo dire la verità, per quanto nel mio articolo di oggi http://bit.ly/2kJE63m abbia provato a tenermi lontano dall'analizzare quel contesto particolare, provando a individuare piuttosto le responsabilità politiche, le testimonianze che mi mandate rafforzano la mia opinione su quanto il proibizionismo conti in questa tristissima vicenda.

Ma ora mi rivolgo ai Parlamentari (magari toccherò il cuore almeno dei Parlamentari del Movimento 5 Stelle che al tempo della odiosa Fini-Giovanardi, ora considerata incostituzionale, non erano in Parlamento e quindi sono non colpevoli di quella porcata).
Mi rivolgo ai Parlamentari e a loro dico: un ragazzo a Lavagna si è suicidato forse perché in Italia se hai a che fare con stupefacenti, se sei un consumatore, sei bollato come tossico e con ogni probabilità è un marchio che porterai per molto tempo e che porterà per molto tempo anche la tua famiglia.
Forse il ragazzo di Lavagna si è giudicato, si è processato e si è condannato, prima che lo facesse la pubblica morale. Forse il ragazzo di Lavagna non sarebbe morto in un Paese in cui il consumo di droghe leggere è legale, e quindi non è considerato rottura delle regole civili e affronto alla morale pubblica farsi uno spinello o essere trovato in possesso di 10 grammi di hashish.
Forse bisognerebbe capire che le nostre leggi proibizioniste danneggiano solo i piccoli spacciatori (come Stefano Cucchi, su cui ancora stiamo aspettando brandelli di verità) e i consumatori, come il sedicenne di Lavagna che si è tolto la vita e non le organizzazioni criminali, che anzi ne traggono vantaggio.

Il proibizionismo è il più grande regalo che lo Stato Italiano continua a fare alle organizzazioni criminali.
Parlamentari, riuscite a trovare una giornata per calendarizzare una discussione seria in Parlamento sulla legalizzazione delle droghe leggere? Riuscite a discutere una proposta di legge senza boicottarla con duemila emendamenti (praticamente sono più gli emendamenti che le parole della proposta di legge)?

Riuscite a farci questo regalo? Sapete, ci sentiamo trascurati perché alle mafie, non legiferando su questo tema, regalate tra i 4 e i 9 miliardi di euro all'anno (tanto vale il mercato delle droghe leggere in Italia), mentre a noi non riuscite a regalare qualche giornata del vostro prezioso lavoro
.".

Dopo questa "accorata apologia della droga", io ho un motivo in più per non leggere i libri di Saviano.
Preferisco letture più interessanti e che mi aiutino a crescere nella conoscenza.
La droga va combattuta perché è una piaga.
Non conta che la droga sia leggera o pesante.
Non conta che la droga sia hashish, eroina o crack.
Sempre di droga si tratta.
Essa fa male sempre e comunque.
Chi dice che legalizzare le droghe serve a "fermare la mafia" dice una grossa cretinata.
La mafia non si ferma di sicuro legalizzando le droghe leggere. La mafia è una realtà assai più complessa.
Se io fossi un mafioso e le droghe leggere fossero legalizzate, potrei dire: "Bene! Vorrà dire che venderò la droga ad un prezzo inferiore o farò business in un altro modo".
Alla mafia non fregherebbe niente se si legalizzassero le droghe leggere.
La mafia si sconfigge con provvedimenti di ben altro tipo.
Per esempio, si potrebbe iniziare fidelizzando i cittadini alle istituzioni, facendo una seria riforma della burocrazia, riformando la giustizia ed abbassando le tasse.
Con delle istituzioni seriamente riformate, un cittadino si sentirebbe tutelato e potrebbe (per esempio) denunciare un mafioso con più facilità.
Non capire ciò significa non avere capito nulla della mafia e trovo "pittoresco" (per non dire comico) che un autore di libri che parlano di mafia trascuri ciò.
La droga va combattuta.
Essa non solo alimenta le mafie (che, ripeto, continuerebbero a fare business anche con la legalizzazione) ma rovina anche tante vite.
Bisogna insegnare fin da piccoli che la droga è un problema ed i genitori dovrebbero parlare di più con i loro figli.
Il tema della legalizzazione delle droghe leggere è solo un ballon d'essai ideologico per dividere e fare un gran casino.
Inoltre, io trovo disgustose le parole di Saviano perché stridono con quanto accaduto a Lavagna.
Cordiali saluti.




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Ringrazio l'amico Morris Sonnino di questa foto presa dalla pagina Facebook di Christian Ricchiuti, esponente di Fratelli d'Italia.