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Una voce libera per tutti. Sono Antonio Gabriele Fucilone e ho deciso di creare questo blog per essere fuori dal coro.

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Il mio libro, in collaborazione con Morris Sonnino

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martedì 2 ottobre 2012

Dal blog "Stand up and fight", considerazioni

Cari amici ed amiche.

Leggete questo articolo scritto dall'amica Francesca Padovese sul suo blog "Stand up and fight" che è intitolato: "Considerazioni":


" L’Associazione pro-life italiana “Voglio Vivere“; in concomitanza con la Giornata Mondiale per l’aborto svoltasi il 28 Settembre, ha promosso la sottoscrizione di un Appello che potete trovare qui. (Qui, invece, potete trovare una rassegna stampa).
Quest’appello è stato firmato anche dall’On. Alfredo Mantovano che inoltre ha lasciato questo condivisibilissimo messaggio: “Quando, soprattutto in Occidente, i Parlamenti o – come è accaduto negli USA – i giudici hanno varato norme pro aborto hanno avuto il pudore, o l’ipocrisia, di giustificarle come una sorta di extrema ratio, dando rilievo a motivazioni di salute, o di carattere economico o sociale, che per la gestante sarebbero di ostacolo a far nascere il bambino. Perché? Perché anche se le legislazioni abortiste rifiutano tematicamente di definire l’identità del concepito (altrimenti ammetterebbero che è un omicidio), tuttavia sono inserite in ordinamenti giuridici che, in virtù di una tradizione plurisecolare, sono orientati pro life nei loro principi fondamentali. Il che fa comunque cercare dei motivi, delle ”indicazioni” all’aborto, in grado di superare la naturale resistenza, non solo giuridica, a sopprimere una vita umana. L’intervento interruttivo della gravidanza è inquadrato come una grave eccezione: per lo meno di principio, visto che nella prassi tutto ciò è negato dalla banalizzazione della vicenda abortiva. La stessa previsione, contenuta in più di una legge nazionale, dell’obiezione di coscienza in favore del medico non è tanto una concessione alla fede o alle convinzioni del professionista, quanto il riflesso della consapevolezza che non si può costringere un medico a fare il contrario di ciò per cui ha studiato e si è sacrificato, e cioè andare pro death invece che pro life. Aver dedicato una giornata alla rivendicazione del “diritto” all’aborto ha un solo merito: quello di aver svelato l’ipocrisia! Dà il senso dell’esito di un processo culturale di destrutturazione: si invoca licenza di uccidere. Non il nemico o il criminale: l’innocente! È il paradigma di un mondo che ha rinunciato ad avere un futuro: inserire l’aborto nel novero dei diritti e reclamare l’eliminazione di filtri anche solo formali alla sua realizzazione significa, insieme con l’uccisione del concepito, di fatto uccidere sé stessi e le proprie comunità. Spero che questa “giornata” continui a essere indetta ogni anno: i nomi di coloro che la promuovono e vi aderiscono costituirà ogni anno l’elenco aggiornato di chi odia profondamente l’uomo. Può essere igienico prendere le distanze da chi vi si trova iscritto, non si sa mai…“".

L'aborto è una sconfitta per l'umanità.
L'aborto viene proposto come "terapeutico".
In realtà, esso non ha nulla (ma proprio nulla) di terapeutico.
Basta solo immaginare il fatto che una madre che sceglie di abortire (e quindi di fare morire il proprio figlio, abbia delle ripercussioni psicologiche pazzesche.
In questo gioco, però, c'è qualcosa di perverso.
Mentre in Occidente l'aborto (insieme alla minore natalità) frena la crescita demografica, in Africa e in Asia vi è la situazione inversa.
Questo gioco è pericoloso poiché la nostra civiltà potrebbe estinguersi.
Cordiali saluti. 






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Ringrazio un caro amico di questa foto.