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Una voce libera per tutti. Sono Antonio Gabriele Fucilone e ho deciso di creare questo blog per essere fuori dal coro.

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Il mio libro, in collaborazione con Morris Sonnino

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giovedì 25 ottobre 2012

Caro presidente Berlusconi, ci ricorderemo di lei...

Cari amici ed amiche.

Attraverso la newsletter del sito "Forzasilvio.it", mi è arrivata la lettera che il presidente Silvio Berlusconi ha pubblicato su tutte le testate:


"Caro Antonio Gabriele,


per amore dell’Italia si possono fare pazzie e cose sagge. Diciotto anni fa sono entrato in campo, una follia non priva di saggezza: ora preferisco fare un passo indietro per le stesse ragioni d’amore che mi spinsero a muovermi allora. Non ripresenterò la mia candidatura a Premier ma rimango a fianco dei più giovani che debbono giocare e fare gol. Ho ancora buoni muscoli e un pò di testa, ma quel che mi spetta è dare consigli, offrire memoria, raccontare e giudicare senza intrusività

Con elezioni primarie aperte nel Popolo della Libertà sapremo entro dicembre chi sarà il mio successore, dopo una competizione serena e libera tra personalità diverse e idee diverse cementate da valori comuni. Il movimento fisserà la data in tempi ravvicinati (io suggerisco quella del 16 dicembre), saranno gli italiani che credono nell’individuo e nei suoi diritti naturali, nella libertà politica e civile di fronte allo Stato, ad aprire democraticamente una pagina nuova di una storia nuova, quella che abbiamo fatto insieme, uomini e donne, dal gennaio del 1994 ad oggi.


Lo faranno con un’investitura dal basso nella quale ciascuno potrà riconoscere non solo i suoi sogni, come in passato, e le sue emozioni, ma anche e soprattutto le proprie scelte razionali, la rappresentanza di idee e interessi politici e sociali decisivi per riformare e cambiare un paese in crisi, ma straordinario per intelligenza e sensibilità alla storia, che ce la può fare, che può tornare a vincere la sua battaglia europea e occidentale contro le ambizioni smodate degli altri e contro i propri vizi. Siamo stati chiamati spregiativamente populisti e antipolitici della prima ora.

Siamo stati in effetti sostenitori di un’idea di alternanza alla guida dello Stato sostenuta dal voto popolare conquistato con la persuasione che crea consenso. Abbiamo costruito un’Italia in cui non si regna per virtù lobbistica e mediatica o per aver vinto un concorso in magistratura o nella pubblica amministrazione. Questa riforma ’populista’ è la più importante nella storia dei centocinquant’anni dell’unità del Paese, ci ha fatto uscire da uno stato di sudditanza alla politica dei partiti e delle nomenclature immutabili e ha creato le premesse per una nuova fiducia nella Repubblica.

Sono personalmente fiero e cosciente dei limiti della mia opera e dell’opera collettiva che abbiamo intrapreso, per avere realizzato la riforma delle riforme rendendo viva, palpitante ed emozionante la partecipazione alla vita pubblica dei cittadini. Questo non poteva che avere un prezzo, la deriva verso ideologismi e sentimenti di avversione personale, verso denigrazioni e delegittimazioni faziose che non hanno fatto il bene dell’Italia. Ma da questa sindrome infine rivelatasi paralizzante siamo infine usciti con la scelta responsabile, fatta giusto un anno fa con molta sofferenza ma con altrettanta consapevolezza, di affidare la guida provvisoria del paese, in attesa delle elezioni politiche, al senatore e tecnico Mario Monti, espressione di un Paese che non ha mai voluto partecipare alla caccia alle streghe.

Il presidente del Consiglio e i suoi collaboratori hanno fatto quel che hanno potuto, cioè molto, nella situazione istituzionale, parlamentare e politica interna, e nelle condizioni europee e mondiali in cui la nostra economia e la nostra società hanno dovuto affrontare la grande crisi finanziaria da debito. Sono stati commessi errori, alcuni riparabili a partire dalle correzioni alla legge di stabilità e ad alcune misure fiscali sbagliate, ma la direzione riformatrice e liberale e’ stata sostanzialmente chiara. E con il procedere dei fatti l’Italia si e’ messa all’opera per arginare con senso di responsabilità e coraggio le velleità neocoloniali che alcuni circoli europei coltivano a proposito di una ristrutturazione dei poteri nazionali nell’Unione Europea. Il nostro futuro è in una Unione più solida e interdipendente, in un libero mercato e in un libero commercio illuminato da regole comuni che vanno al di là dei confini nazionali, in una riaffermazione di sovranità che è tutt’uno con la sua ordinata condivisione secondo regole di parità e di equità fra nazioni e popoli. Tutto questo non può essere disperso.


La continuità con lo sforzo riformatore cominciato diciotto anni fa è in pericolo serio. Una coalizione di sinistra che vuole tornare indietro alle logiche di centralizzazione pianificatrice che hanno prodotto la montagna del debito pubblico e l’esplosione del paese corporativo e pigro che conosciamo, chiede di governare con uno stuolo di professionisti di partito educati e formati nelle vecchie ideologie egualitarie, solidariste e collettiviste del Novecento. Sta al Popolo della Libertà, al segretario Angelino Alfano, e a una generazione giovane che riproduca il miracolo del 1994, dare una seria e impegnativa battaglia per fermare questa deriva.

".



La storia renderà atto di quello che il presidente Berlusconi fece e fa tutt'ora.
Egli era un imprenditore di successo, con un'azienda leader nel settore delle telecomunicazioni ed una squadra di calcio che vinceva trofei a tutto spiano, l'AC Milan.
Eppure, in quel 1994, egli preferì mettere in discussione tutto ciò (e in qualche caso sacrificare qualcosa) per il bene dell'Italia.
Io mi ricordo di quello che stava succedendo in quegli anni.
Dopo il tornado "Tangentopoli" che distrusse indiscriminatamente tutto il ceto politico moderato, ci fu il rischio di un avanzamento della sinistra post-comunista, una sinistra che aveva dismesso la falce e martello ma che culturalmente era rimasta tale e quale.
Quella sinistra era legata alla concezione dell'odio di classe e dello statalismo comunista.
L'Italia non poteva permettersi di cadere nelle mani di simili personaggi.
Il presidente Berlusconi decise di entrare in politica (usando l'espressione "scendere in campo") per dare all'Italia una speranza.
Egli ricostruì l'area dei moderati dalle macerie causate da quella "sporca guerra civile giudiziaria"  e portò al governo la destra e la Lega Nord.
Fu in quel periodo che maturai le mie convinzioni politiche.
Nonostante tutte le traversie, l'opera politica del presidente Berlusconi è ancora in piedi.
Il presidente Berlusconi pagò a caro prezzo tutto ciò.
Egli sacrificò molto della sua vita e fu insultato e minacciato e contro di lui furono fatti anche atti di violenza fisica.
Purtroppo, l'Italia non è Paese normale.
Qui in Italia ci sono forze politiche che vogliono il potere e lo vogliono anche attraverso la denigrazione dell'avversario, anche attraverso l'attacco da parte di una magistratura e di mass media compiacenti.
Queste forze politiche puntano a creare piazze urlanti (che si esprimono con toni beceri) e alla denigrazione dell'avversario.
Lo so pure io, che vengo attaccato di continuo.
Il presidente Berlusconi fu oggetto di tutto ciò.
Egli mise in discussione quello che possedeva, per il bene dell'Italia e per fare dell'Italia un Paese normale.
Ora, il presidente Berlusconi ha deciso di non ricandidarsi alle prossime elezioni ma di fare il "padre nobile" del centrodestra.
Mi dispiace molto ma rispetto la sua scelta, una scelta che mi ha reso ancora più orgoglioso di fare parte del Popolo della Libertà e del centrodestra.
Il presidente Berlusconi, infatti, non era mai stato un politico di professione, uno che campava di politica.
La sua scelta attuale ne è la dimostrazione.
Ora, però, toccherà a noi giovani portare avanti la sua opera di normalizzazione dell'Italia.
Io ho cominciato da un bel pezzo, anche mettendo a repentaglio il mio lavoro.
Infatti, quando si è contro una certa ideologia che ha permeato una parte consistente della società, diventa più difficile anche trovare lavoro.
La "macchina del fango" è sempre in funzione.
Ogni giorno, rischio, scrivendo su Facebook e parlando con la gente.
Però, dalla gente c'è voglia di normalità e questo mi conforta.
Noi giovani dobbiamo portare avanti quest'opera iniziata dal presidente.
Lo dobbiamo fare con intelligenza.
Gli altri insultano e gettano fango mentre noi dobbiamo fare diversamente, proponendo ed essendo sempre positivi.
Non dobbiamo rispondere agli insulti con altri insulti.
In queste cose, loro sono più bravi e vincerebbero.
Invece, dobbiamo essere costruttivi nei toni e nelle idee.
Mentre gli altri insultano, noi parliamo di giovani, di mondo del lavoro, di federalismo, di infrastrutture, di tasse, di politica estera e di ogni altro tema importante per la nostra società.
Dobbiamo fare gruppo sul territorio.
Qui a Roncoferraro (in Provincia di Mantova), ad esempio, è stato fondato il Circolo "Roncoferraro Giovani Futuro", un'associazione non partitica che ha una posizione diversa rispetto a quella della sinistra, che comanda in Comune.
A noi giovani va l'arduo compito di portare avanti quanto fatto dal presidente Berlusconi.
Egli resterà sempre per dare i suoi preziosi consigli ma ha rinunciato alla vita politica attiva.
Il presidente Berlusconi ha annunziata anche che il 16 dicembre ci saranno le elezioni primarie aperte nel Popolo della Libertà.
Io andrò a votare, per dare il mio contributo alla vita politica del Paese.
Lo farò molto volentieri perché amo il mio Paese.
Ogni giorno, mi sento motivato a fare e a proporre.
Del presidente Berlusconi va ricordata anche la sua disponibilità a dialogare con i cittadini.
Gli avevo scritto un paio di volte (quando era Presidente del Consiglio) ed avevo ricevuto risposta.
Conservo le sue lettere come cimeli.
Al presidente Berlusconi dico solo una parola e penso di potere parlare a nome di tanti giovani:

Grazie!

Cordiali saluti.







10 commenti:

  1. mi associo al "grazie". Grazie di cuore, Presidente Berlusconi

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  2. E' un commento ironico?
    E' un ringraziamento per tutto quello che il presidente Berlusconi ha fatto di buono o per il fatto che egli se ne sia andato?

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  3. QUATTRO ANNI di condanna per frode fiscale e 5 anni di interdizione dai pubblici uffici ... sapeva di essere condannato e si è autoescluso sa solo .... mi associo ... GRAZIE

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  4. Pensa ai tuoi amici rossi!
    Se dovesse essere condannato, Nichi Vendola si dimetterà?

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  5. lui ha pubblicamente dichiarato che qualora dovesse essere condannato non solo si dimettera' ma si ritirerà dalla vita pubblica ... Questa è la MORALITA' ... cosa che a destra non sapete proprio cosa sia!

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  6. Lo faccia subito!
    Vendola si deve dimettere subito!

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  7. Perché Formigoni (un farabutto ladrone) è da un anno che è indagato ed accusato di cose gravissime e non si è mai dimesso??? lo ha fatto ora solo perché la lega ha staccato la spina ... berlusconi per anni indagato di ogni cosa .... e non si è mai dimesso

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  8. Noi non siamo moralisti!
    Noi non diciamo che siamo onesti.
    Voi, razza di ipocriti, vi dite onesti ma poi avete scheletri negli armadi!
    Tu sei solo un vigliacco.
    Dai del ladrone ad una persona con l'anonimato!
    Hai paura di una querela?

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  9. Non ho detto io che è un ladrone ma un tribunale della repubblica italiana .... Formigoni ed i suoi amici si sono fregati i soldi TUOI e u ancora lo difendi ....

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  10. Non c'è una sentenza definitiva!
    Quindi, finiscila!
    Perché non metti la faccia in quello che scrivi?

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