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Una voce libera per tutti. Sono Antonio Gabriele Fucilone e ho deciso di creare questo blog per essere fuori dal coro.

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mercoledì 10 ottobre 2012

Costi e federalismo.






Gaspare Serra, autore del blog "Panta Rei", mi ha fatto avere questo suo elaborato:


"                                           (PILLOLE DI SPENDING REVIEW)
LA POLITICA?
 IL “MESTIERE” PIÙ ANTICO DEL MONDO…
“Cosa vorresti fare da grande?”
Chi di noi, almeno una volta nella vita, non ha avuto posta questa domanda?
Ebbene, c’è da scommettere che presto la professione più ambita diverrà quella politica!
Quale altra attività “rende molto” in termini di guadagni e visibilità e “richiede poco” in termini di capacità e competenza???
“Non Per Soldi… Ma Per Denaro” era il titolo d’un celebre film del 1966.
Quale altro slogan descriverebbe meglio oggi le motivazioni, gli stimoli, le ambizioni che spingono i vari “Fiorito d’Italia” ad avvicinarsi alla politica?!
IL PARADOSSO ITALIANO?
STIPENDI “PIÙ BASSI” D’EUROPA E PARLAMENTARI “PIÙ PAGATI” DEL MONDO!
Quanto (ci) costano gli stipendi dei parlamentari?
Confrontando i guadagni dei nostri parlamentari con lo stipendio medio degli italiani, il risultato che ne viene fuori è “impressionante”: in nessun Paese europeo la distanza tra onorevoli e cittadini è così ampia!
In Italia un parlamentare guadagna fino a “6,8 volte di più” rispetto a un elettore!
Il guadagno “mensile” di un parlamentare è pari allo stipendio “annuale” di un suo elettore medio!
Come non chiamare “Casta” una politica siffatta?!
LO SCANDALO ITALIANO?
DA NOI I PARLAMENTARI PIÙ “CARI” D’EUROPA!
La media Ue delle indennità dei membri delle Camere Basse si attesta sui 54.000 euro lordi annui (4.500 euro mensili).
L’indennità di un deputato italiano, invece, ammonta a “10.435 euro” lordi al mese (“125.220 euro” l’anno!).
Com’è possibile che un parlamentare italiano guadagni “più del doppio” della media europea?
Fin quando potremmo permetterci “il lusso” di una classe politica così onerosa?!
Un semplice parlamentare -sommando le varie voci d’entrata- può arrivare a intascare mensilmente “19.217 euro” alla Camera, “17.628 euro” al Senato!
Ed è facile dimostrare come i parlamentari italiani, non solo percepiscano gli stipendi e i vitalizi più alti, ma beneficino anche di una serie di privilegi “unici” rispetti ai propri colleghi europei!
Mentre ogni italiano spende “27,15 euro” l’anno per mantenere il proprio Parlamento:
·                    in Francia ogni cittadino spende 8,11 euro (tre volte meno);
·                    negli Usa 5,10 euro (cinque volte e mezzo meno).
·                    in Inghilterra 4,18 euro (quasi sette volte meno);
·                    in Spagna soli 2,14 euro (dieci volte meno!).
Occorre assumere nuovi superconsulenti al Governo o chiedere ulteriori suggerimenti agli utenti del web per scoprire dove si annidano le più robuste “sacche di spreco” di denaro pubblico in Italia???
La politica risponde, infastidita, sempre alla stessa maniera: “Questa è demagogia!”“ci siamo messi a dieta…”“abbiamo già stretto la cinghia!”
Ma quanto è stata effettivamente stretta la cinghia?
Quanto la politica, per lungo tempo “famelica e ingorda”, potrebbe ulteriormente dimagrire?
P.S.:
Questo è solo un estratto del dossier “Non per soldi… Ma per denaro!” (di cui mando copia in allegato) che sottopongo alla Vostra attenzione.
L’articolo:
-                     contiene una serie di dati “impietosi” sul costo spropositato dei nostri parlamentari;
-                     evidenzia anni di promesse mancate e “finti tagli”;
-                     ed avanza alcune proposte per il contenimento dei costi della politica.
Se interessati, autorizzo preventivamente la pubblicazione, divulgazione o distribuzione dell’elaborato (purché non se ne alteri il contenuto e venga citata la fonte).".



In primo luogo, vorrei dire una cosa, rispondendo a Gaspare.
Io voglio fare politica e non voglio farla per diventare ricco ma perché ho delle idee e vorrei metterle in pratica.
Qualcuno mi dirà: "Sei disoccupato e perciò tu vorrai fare politica e per prendere soldi".
Io gli rispondo dicendo che è vero che sono disoccupato ma è anche vero che, oltre a volere fare politica, sto cercando anche un lavoro.
A me va bene tutto.
Oggi, prendo soldi attraverso le pubblicità su questo blog.
Basta cliccare sui banner ed io guadagno.
Del resto, solo Dio sa quanti siano i curricula che ho mandato in giro e che tutt'ora mando in giro.
Quindi, non generalizziamo.
In secondo luogo, vorrei fare una considerazione, in riferimento a quanto sta accadendo adesso.
Come tutti noi ben sappiamo, il governo Monti vuole annullare la riforma del titolo V della Costituzione, riforma che era stata voluta del centrosinistra e fatta votare da un referendum nel 2001.
Questa riforma va annullata ma per fare un vero federalismo.
A differenza di questa riforma pseudo-federalista, il vero federalismo mette anche il concetto di responsabilità di chi amministra le Regioni, le Province ed i Comuni.
Ergo, in un vero federalismo, chi amministra le Regioni, le Province ed i Comuni dovrebbero pagare, qualora essi commettessero degli errori.
Come si potrebbe fare ciò?
Si potrebbe fare ciò, dando massima autonomia alle Regioni (anche a livello fiscale) e nel contempo dando allo Stato una funzione di controllo dei bilanci, attraverso il Senato delle Regioni o Senato Federale.
Quindi, il Senato attuale andrebbe abolito e l'approvazione dei provvedimenti nazionali dovrebbe passare solo per la Camera dei Deputati.
Un federalismo serio avrebbe impedito ai vari Franco Fiorito e soci di fare quello che hanno fatto.
Del resto, la colpa è anche degli italiani e la foto qui sopra potrebbe essere azzeccata.
Nel 2005 era stata fatta una riforma costituzionale.
Questa riforma avrebbe previsto il Senato Federale, il vero federalismo, la norma antiribaltone (che avrebbe stabilizzato il governo) e la riduzione del numero di parlamentari.
Il centrosinistra (che si era sempre opposto) l'aveva fatta bocciare, facendo del "terrorismo psicologico" sugli italiani.
Mi ricordo dei vari esponenti del centrosinistra che dicevano che quella riforma avrebbe diviso l'Italia, avrebbe e avrebbe messo in pericolo la democrazia.
Oggi, noi ci troviamo con tanti parlamentari, la democrazia sospesa, proprio perché è mancata la norma antiribaltone che (per esempio) avrebbe impedito a Gianfranco Fini e soci di lasciare il Popolo della Libertà, e con delle Regioni, Province e Comuni che sforano i bilanci o che hanno scandali al loro interno.
Agli italiani dico: "Chi è causa del suo mal pianga sé stesso".
Nel 2001, io votai contro la riforma del titolo V.
Nel 2006, io votai a favore della riforma fatta dal governo di centrodestra.
I fatti di oggi dimostrano che all'epoca  ebbi ragione.
Quanto alle Province e all'idea di abolirle, io trovo che sia ridicolo tutto ciò.
Nel precedente governo del presidente Berlusconi, il ministro della Funzione Pubblica Renato Brunetta aveva fatto una proposta di accorpamento della funzione di presidente della Provincia con quella del Sindaco della città capoluogo.
Ad esempio, il Sindaco di Mantova sarebbe diventato presidente della Provincia di Mantova.
Gli organi di governo delle Province sarebbero stati composti dai Sindaci degli altri Comuni.
Sarebbe stata una buona riforma che avrebbe conservato le Province, riducendo le assemblee elettive e gli sprechi ad esse connessi.
Oggi, il governo Monti vorrebbe abolire alcune Province, accorpandole ad altre, per ridurre le assemblee elettive ed i costi ad esse connessi.
Io trovo che questa idea sia folle.
Tra le Province che si vogliono abolire vi è quella di Mantova, la mia Provincia.
Ora, non voglio fare del campanilismo ma una cosa va detta.
Secondo l'idea di Monti, la Provincia di Mantova dovrebbe essere accorpata a quella di Cremona, insieme a quella di Lodi.
Ora, questa idea è folle.
Monti non conosce le realtà locali.
La Provincia di Mantova è periferica rispetto alla Regione Lombardia.
Essa confina con due Province lombarde (Brescia e Cremona), due venete (Verona e Rovigo) e quattro emiliane (Parma, Reggio Emilia, Ferrara e Modena).
Ora, la zona di Asola e Castiglione delle Stiviere confina con la Provincia di Brescia e se il piano di Monti dovesse andare in porto, questi Comuni potrebbero chiedere di passare a Brescia.
Volta Mantovana, Roverbella, Castelberforte, Castel d'Ario, Villimpenta ed Ostiglia potrebbero passare alla Provincia di Verona o a quella di Rovigo e quindi alla Regione Veneto.
Il Comune di Roncoferraro, il mio Comune, potrebbe spaccarsi e, per esempio, la zona delle frazioni di Castelletto Borgo e Pontemerlano potrebbero passare a Mantova, Governolo potrebbe aggregarsi a Sustinente o a Bagnolo San Vito mentre il resto potrebbe passare a Verona, aggregandosi a Castel d'Ario o a Villimpenta.
In Comuni che si trovano a sud del Po potrebbero aggregarsi alle Province emiliane, come Reggio Emilia e Modena, e quindi alla Regione Emilia-Romagna.
Ci potranno essere altri casi simili, come quello della Provincia di Pesaro-Urbino, che già ha perso i Comuni dell'Alta Valmarecchia (Sant'Agata Feltria, Talamello, San Leo, Casteldelci, Pennabilli, Novafeltria e Maiolo) e che perderà altri due Comuni, Montecopiolo e Sassofeltrio, a vantaggio della Provincia di Rimini e della Regione Emilia-Romagna.
Così non va.
Termino, dicendo va bene criticare i parlamentari, quando essi sbagliano, ma il problema è ben più complesso.
Si è arrivati a questo punto perché quello che si sarebbe dovuto fare non è stato fatto.
Cordiali saluti.








3 commenti:

  1. IL VIRUS CHE HA INFETTATO LA POLITICA ITALIANA HA UN NOME E COGNOME: “DENARO PUBBLICO”!
    Quando la politica non è vissuta come servizio (bensì come “mestiere”!), quando un’elezione non è concepita come opportunità di mettersi in gioco per un cambiamento (bensì come “investimento” sicuro e ad alti interessi!), anche l’uomo pubblico più virtuoso (visto come una “pecora nera” dai propri colleghi!), per galleggiare in questo “marciume”, non ha alternative:
    - o accettare il “Sistema”;
    - o esserne escluso, emarginato, “tagliato fuori”.

    Chi è tanto ingenuo da credere che un politico investa anche “centinaia di migliaia di euro” in campagna elettorale, per una poltrona alla Regione o in Parlamento, per semplice “filantropia”?
    Delle due l’una:
    - o l’eletto, attingendo al proprio portafoglio, vorrà inesorabilmente rigonfiarlo in ogni modo (lecito o illecito!), con tanto d’interessi;
    - oppure, nel caso in cui chieda aiuto a poteri forti, sarà eternamente loro “riconoscente”, ossia condizionabile, “ricattabile”!

    PER UNA POLITICA “PULITA” OCCORREREBBE UNA COSA SOLA: ELIMINARE I TROPPI SOLDI CHE VI GIRANO INTORNO!
    Solo in tal caso si selezionerebbe -quasi per un naturale processo “darwiniano”- la classe dirigente migliore, ovvero quella più pulita, più onesta, più virtuosa, disposta a far politica “per passione” (non per mero tornaconto personale!).

    Questa è una delle cure -non sufficienti, ma necessarie!- a cui la politica dovrebbe sottoporsi per tentare di svegliarsi dal “coma profondo” in cui si ritrova.
    Il “paziente Italia”, però, non è disposto -e forse non lo sarà mai…- ad accettare una terapia così drastica, pur se salvifica!
    I politici -sull’esempio di “Capitan Schettino”- sarebbero capaci perfino di far affondare tutti insieme sulla stessa barca, pur di non lanciare in mare il peso insostenibile dei loro atavici privilegi!
    Del resto, LA “DIGNITÀ” E’ UNA DELLE POCHE COSE CHE NON SI POSSONO COMPRARE, in politica come nella vita…


    Gaspare Serra
    Blog “Panta Rei”: http://gaspareserra.blogspot.it

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  2. Rispondendo più in dettaglio alla tua risposta:

    1- Certo, non si può far di un'erba un fascio.
    Ma il malaffare e la corruzione nella politica italiana non sono più spacciabili come un problema personale, bensì sistemico!

    2- Sul federalismo concordo.
    La riforma del 2001 è stata fatta male.
    La riforma del 2006, invece, aveva aspetti positivi e negativi.
    E, se non è passata, è anche responsbailità di una maggioranza che ha voluto agire senza ricercare il consenso di tutte le forze poltiiche.
    Era prevedibile che una riforma targata Lega non potesse avere l'appoggio di tutto il Paese!

    3- Sull'abolizione delle province io sono da sempre favorevolissimo.
    Non alla razionalizzazione, ma alla loro abolizione tout court!
    Ma sul punto, alquanto complesso, mi riserverò di scrivere in seguito...

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  3. La riforma del 2006 non fu fatta solo dalla Lega Nord e comunque la Lega Nord rappresenta una certa quota di elettori.
    Riguardo alla sua approvazione non si sarebbe potuto fare altrimenti.
    La sinistra non volle contribuire e, anzi, si oppose e cercò di mettere i pali tra le ruote.
    Tra l'altro, ricordo che quella riforma avrebbe ridotto i costi della politica.

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