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Una voce libera per tutti. Sono Antonio Gabriele Fucilone e ho deciso di creare questo blog per essere fuori dal coro.

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Il mio libro, in collaborazione con Morris Sonnino

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sabato 13 ottobre 2012

Il matrimonio e il divorzio

Cari amici ed amiche.

Il fattaccio di Cittadella, quello che ha visto coinvolto un bambino conteso tra due genitori separati, porta all'attenzione la questione del divorzio.

Tra l'altro, ci sono due miei cari amici, marito e moglie, che oggi stanno passando questo dramma.
Prego per loro.
Il divorzio è di per sé una cosa negativa.
Il matrimonio è fatto per durare per sempre, finché morte non separi i due coniugi.
Oggi sta passando l'idea del fatto che il matrimonio possa essere "usa e getta".
In pratica, ci si sposa e al primo ostacolo ci si separa e si divorzia, con effetti devastanti per i due coniugi e per i loro figli.
Perché sta avvenendo questo?
Di sicuro, c'è una crisi culturale.
Oggi, ci sono un maggiore egoismo e molta superficialità.
Spesso e volentieri ci si sposa in modo superficiale e forse più per il fascino dell'abito bianco e dell'altare che non per le implicazioni profonde di un atto qual è il matrimonio oppure perché si ha voglia  di fare una famiglia, senza però essere di ciò che il matrimonio implica.
C'è un minore senso della responsabilità.
Per esempio, tradire il proprio coniuge è, prima di tutto, una mancanza di rispetto verso quest'ultimo.
Oggi, ci si sposa senza tenere conto di ciò e poi alla prima occasione si tradisce il proprio coniuge.
Purtroppo, però, spesso e volentieri, di fronte ad un divorzio a rimetterci non sono solo i due coniugi (il marito e la moglie) che si separano ma i loro figli.
Questi ultimi vengono usati come "arma di ricatto" dal coniuge che li ha in custodia contro l'altro.
Le vite dei figli diventano così un inferno in una guerra non loro.
Io penso che si debba ripristinare il senso della responsabilità.
Ogni azione che un essere umano fa ricade anche su chi gli sta intorno.
A maggiore ragione, questo discorso vale per chi si sposa.
Sposarsi vuole dire condividere pregi e difetti, gioie e dolori.
Io sono di questa idea: prima di sposarsi, bisogna esaminare sé stessi.
Se non ci si sente sicuri dell'atto che si sta per fare, non ci si deve sposare.
Ragazzi, se non siete sicuri e se non avete capito cosa sia il matrimonio (come sacramento e come contratto civile) non sposatevi!
Non commettete il rischio di fare danni a chi vi sta intorno e di peccare di fronte a Dio!
Il matrimonio è una cosa seria.
Intendiamoci, io non voglio inneggiare al celibato e al nubilato o (peggio) al libertinaggio.
Voglio solo fare capire che il cardine del matrimonio è la responsabilità.
Chi ha capito ciò potrà tranquillamente sposarsi e vivere serenamente con il proprio marito o la propria moglie.
Sposarsi vuole dire "diventare una carne sola".
Di sicuro, la scelta di introdurre il divorzio ha favorito questa decadenza della famiglia.
Io credo che i politici debbano prendere le contromisure.
Cordiali saluti.




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Ringrazio un caro amico di questa foto.