L'onorevole Daniela Santanchè ha ragione.
I vertici del Popolo della Libertà vanno rinnovati.
Questo non lo dico io ma lo dicono i fatti.
Ora, dal 2008 ad oggi il partito ha avuto un crollo nei consensi.
Questi voti persi non sono andati al centrosinistra (e questo è positivo) ma sono andati dispersi nell'astensionismo o sono finiti al Movimento 5 Stelle di Beppe Grillo.
Ci sarà un perché di tutto questo?
Evidentemente, il partito ha dei problemi a dialogare con il territorio e se questi problemi ci sono la colpa è di coloro che stanno al vertice di esso.
Io penso che, a questo punto, ci si debba liberare dei rami secchi, di coloro che hanno anteposto l'interesse personale a quello del partito e dei cittadini, e degli incapaci, di coloro che hanno rappresentato il partito in assemblee elettive (come i Consigli comunali o il Parlamento) ma che non hanno prodotto nulla.
Ad esempio, qui nel Mantovano (e a Roncoferraro) il partito è nell'immobilismo.
Questo avviene perché il partito è spaccato in varie fazione capeggiate dai soliti capi che pensano al loro interesse, a scapito di quello del partito.
Bisogna fare avvicinare al Popolo della Libertà i giovani, dando loro una proposta politica nuova incentrata sulla sussidiarietà e sui valori della nostra tradizione, famiglia e vita in primis.
Quello che, per esempio, sta accadendo in Sicilia è un fatto nuovo.
Persi i vari capi locali del partito (come l'onorevole Gianfranco Miccichè) nello stesso stanno emergendo giovani, come ad esempio Giacomo Bellavia.
Non bisogna avere paura di cambiare.
O si cambia o si cade!
Cordiali saluti.
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