Sul "Minzolini Fan Club" di Facebook è comparsa la foto qui sopra, con questa didascalia:
"In Italia abbiamo ben chiaro il dramma che stanno vivendo i giovani anche psicologicamente: è un dramma epocale nel quale ci siamo venuti a trovare a causa dei grandi poteri finanziari che siedono indebitamente sulle poltrone di governo del Paese.Un italiano su due é senza lavoro o comunque si ritrova nella condizione di non riuscire ad ottenere, lavorando, un reddito che gli consenta la sopravvivenza. E molti persone sopravvivono solamente grazie all'aiuto dei genitori, del coniuge o di qualche famigliare.
Una situazione di questo genere, acuita ogni giorno che passa dai provvedimenti decisi dai tecnocrati che usurpano le poltrone di governo, non può continuare a lungo e infatti il sistema sta giungendo al collasso.
Nonostante la situazione sia grave i giornali e i telegiornali fingono di ignorarla arrivando a colpevolizzare i disoccupati stessi facendo notare quanto costano alla collettività in termini di minor reddito prodotto !
Come si trattasse di gente sfaticata che non solo è senza impiego ma neppure lo cerca facendo credere che le occupazioni sono tante ma nessuno si preoccupa di cercarle.
Arriviamo al paradosso di sottintendere che la schiavitù è colpa dello schiavo che pur essendo tale non è mai schiavo abbastanza e rifiuta di attivarsi per diventarlo di più: un vero scansafatiche!".
Da disoccupato, esprimo un parere.
Ogni santo giorno, mando curricula a destra e a manca, tramite internet o andando in giro per le aziende.
La risposta che mi sento dire più di frequente è: "Le faremo sapere".
Io mi ero fatto in quattro a studiare chimica e biologia, sacrificando letteralmente tanta parte della mia vita, per ottenere un diploma ed una qualifica post-diploma.
Dopo avere fatto questo, a parte qualche lavoro temporaneo, ho trovato porte chiuse.
Un datore di lavoro che legge il mio curriculum mi dice frasi come: "E' un bel curriculum ma lei è troppo qualificato per questo mestiere", "Le faremo sapere", "Ci dispiace ma non possiamo assumere" e quant'altro.
C'è chi mi dice che dovrei togliere questa o quell'altra cosa dal curriculum vitae.
Ieri, durante la trasmissione di Barbara D'Urso "Pomeriggio Cinque", era stato trattato il tema.
Tra gli ospiti vi erano lo scrittore Lorenzo Ait e l'esponente della Lega Nord Matteo Salvini.
Ait ha detto che non serve nemmeno mandare il curriculum.
Un curriculum fatto bene deve rappresentare la persona che chiede di lavorare.
Ora, io sfido qualsiasi datore di lavoro a prendere una persona alla cieca, senza curriculum.
In Italia non si vuole investire nei giovani.
Si preferisce l'immigrato, poiché le condizioni sono assai più vantaggiose per quest'ultimo.
Infatti, non si cerca manodopera specializzata.
Fare impresa qui in Italia è un terno al lotto, perché ci sono tante tasse e troppa burocrazia.
Meno persone fanno impresa, meno sono i posti di lavoro.
In più, manca un collegamento tra mondo del lavoro ed istruzione.
La scuola non prepara il giovane al mondo del lavoro ed è scollegata da esso.
Ad esempio, si dovrebbe fare in modo che le aziende possano investire nella formazione dei giovani, a partire dalle Scuole Superiori.
Ciò si può fare abolendo il principio di centralità della scuola pubblica e favorendo gli investimenti privati.
Inoltre, bisogna potenziare gli strumenti come la "Borsa lavoro", strumenti che sono gestiti dalle Regioni.
Per fare ciò, serve un vero federalismo, un sistema che dà larga autonomia alle Regioni, responsabilizzando coloro che le amministrano.
Vorrei rispondere al Ministro del Welfare Elsa Fornero.
Rispondo alla professoressa Fornero dicendole che noi giovani non siamo "schizzinosi".
Io, per esempio, ero andato a pulire i gabinetti, lavorando come bidello.
Quindi, io mi sento offeso dalle parole della professoressa Fornero.
Le trovo inaccettabili!
E poi, un giovane che si è fatto una testa come una mongolfiera, studiando e diplomandosi e (magari) anche laureandosi, avrà pur il diritto di avere un minimo di ambizione?
Questa è l'Italia, un Paese per vecchi in cui non si vuole cambiare nulla e si vuole mantenere questo sistema corporativo e cooperativistico.
Cordiali saluti.
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