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Una voce libera per tutti. Sono Antonio Gabriele Fucilone e ho deciso di creare questo blog per essere fuori dal coro.

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Il mio libro, in collaborazione con Morris Sonnino

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sabato 3 settembre 2011

RESPONSABILITA' TRA FRATELLI

Cari amici ed amiche.

Il brano del Vangelo che sarà letto durante le Messe di questa sera e di domani sarà del Vangelo secondo Matteo (capitolo 18, versetti 15-20).
Esso recita questa parole:

"[15]"Se il tuo fratello commette una colpa, và e ammoniscilo fra te e lui solo; se ti ascolterà, avrai guadagnato il tuo fratello;

[16] se non ti ascolterà, prendi con te una o due persone, perché ogni cosa sia risolta sulla parola di due o tre testimoni.

[17] Se poi non ascolterà neppure costoro, dillo all'assemblea; e se non ascolterà neanche l'assemblea, sia per te come un pagano e un pubblicano.

[18] In verità vi dico: tutto quello che legherete sopra la terra sarà legato anche in cielo e tutto quello che scioglierete sopra la terra sarà sciolto anche in cielo.

[19] In verità vi dico ancora: se due di voi sopra la terra si accorderanno per domandare qualunque cosa, il Padre mio che è nei cieli ve la concederà.

[20] Perché dove sono due o tre riuniti nel mio nome, io sono in mezzo a loro". ".

Ora, faccio qualche mia considerazione. Ogni uomo è responsabile verso il suo prossimo. Deve fare di tutto perché il proprio prossimo non vada in rovina.
Se poi non ci riesce, non può prendersi alcuna responsabilità ma non può lasciare nulla di intentato. Infatti, se non fa nessun tentativo di salvare il proprio prossimo (anche rimproverandolo) la colpa della sua rovina ricade anche su di lui, che non l'ha impedita.
Essere credenti non vuole dire essere immuni dal peccato.
Anche noi credenti possiamo peccare.
Però, noi abbiamo un'arma che è la fede in Gesù Cristo Figlio, colui che ci insegnò ad amare Dio prima di tutto e ad amarci gli uni altri.
Anche la correzione rientra tra le manifestazioni d'amore a Dio e al prossimo.
Chi corregge il proprio prossimo ama Dio, perché obbedisce ai suoi comandamenti, ed ama il suo prossimo, perché lo salva dalla rovina. Certo, correggere non significa porsi al di sopra del prossimo e giudicarlo ma aiutarlo e stare con lui.
Una vera comunità cristiana è una comunità unita.
Forse, noi oggi abbiamo perso tanti valori.
Abbiamo messo in discussione valori fondamentali, come quello dello famiglia, e ci siamo chiusi nel nostro individualismo.
Addirittura, si sta affermando l'idea in cui la tecnologia possa sostituire valori importanti, come l'amicizia.
Pensate all'uso dei social-network.
Ora, l'amicizia è una cosa diversa. Va vissuta. Infatti, il rapporto con il prossimo va vissuto.
L'uso dei social-network può dare l'inizio ad un rapporto d'amicizia ma poi questo deve svilupparsi autonomamente. Quando ero andato in Sicilia, mi sarebbe piaciuto, ad esempio, conoscere direttamente coloro che da Facebook mi seguono, come Angelo Fazio, Vittorio Leo, Alessandra Spanò, Filippo Giorgianni e Stefania Ragaglia, almeno per ringraziarli degli spunti interessanti che mi danno per i miei articoli. Li ho citati nel mio articolo intitolato "Il mio viaggio in Sicilia".
I rapporti umani vanno vissuti veramente e solo così ci può essere il concetto di responsabilità.
Lo stesso discorso vale per altri ambiti, come il sesso.
Leggete questa bellissima nota che è stata pubblicata proprio da Stefania Ragaglia (Symposium: Sominium Scipionis) su Facebook. Stefania ha preso un brano del "Manifesto della destra divina-difendi, conserva, prega!", di Camillo Langone Edizione Vallecchi 2009.

"(Genesi 38 , 9-10)

Sono un uomo e conosco la plastica. Perciò sorrido quando esperti e non esperti definiscono il preservativo “un metodo sicuro”. Se sono persone intellettualmente oneste non riescono a tenere il punto neanche per un minuto, da quanto il punto è intenibile. Nei giorni dell’assalto al papa, quando l’infeconda Europa si scagliò contro Benedetto XVI che in volo verso l’Africa aveva osato mettere in dubbio l’efficacia dell’oggetto, su “Repubblica” l’infettivologo Moroni dovette semismentirsi nel giro di due righe: >. Per imparare a governare il cappuccetto ci vuole un po’ di tempo, quasi quanto per imparare a governare l’amore e comunque, anche dopo anni di pratica, in quei momenti è facile dimenticarsi tutto. Il maschio smanioso giustamente si dice allupato e nessuno ha mai visto un lupo, una bestia, preoccuparsi di profilassi. Il cazzo, antica saggezza, non vuole pensieri. Se comincia a riflettere sulle conseguenze, sulla possibilità di prendersi malattie o accollarsi figli, si immalinconisce e si ammoscia. L’amore fisico è per sua natura irresponsabile, > per dirla alla Rimbaud. Le contorsioni verbali dell’insigne infettivologo mi fecero venire in mente una favola, che tanto favola non è, di Cappuccetto Rotto. >, certo, ma è solo un vago auspicio, se nemmeno un luminare è in grado di spiegarci in che modo si può essere certi che ciò non avvenga: si vede che all’Università di Milano, dove insegna, dopo tante ricerche non se ne sono ancora venuti a capo. Per capire come stanno davvero le cose non bisogna studiare il Catechismo della Chiesa cattolica , non >, non >, che potrebbero veicolare pregiudizi antiscientisti, bensì il materiale esplicativo fornito da Akuel, la marca dei preservativi reperibili in ogni farmacia. L’espositore è su tutti i banconi, non fate finta di non averlo mai visto. Uno dei numerosi modelli si chiama Sicuro e basta il nome per gettare un’ombra sull’affidabilità della gamma restante. Un altro si chiama Nudo: >. Un altro ancora si chiama Nulla. Secondo l’infettivologo Moroni, secondo il presidente della Commissione Europea Barroso, secondo i nemici del Papa (Francia o Spagna azzanna azzanna) che in quei giorni abbaiarono da tutti i media, si dovrebbe affidare un intero continente, l’Africa, a Nulla. Mi sono andato a leggere le istruzioni per l’uso presenti in ogni confezione. Prima però vorrei chiedere alle persone molto sensibili di lasciar perdere, di passare ad altro capitolo: non vorrei disgustarle, l’argomento è quello che è. Siete ancora qui? Bene, allora vado avanti. >. Sembra di capire che prima di ogni incontro potenzialmente torrido sia indispensabile fare un salto dalla manicure. Chissà se nei villaggi del Camerun esiste questa figura professionale, nemmeno a Parma ne ho mai conosciuta una, frequento negozi di barbiere in cui è già molto che ci sia un barbiere, così le unghie me le taglio a casa da solo, malissimo. >. Pur essendo un maschio di lungo corso questa operazione non riesco a capirla bene, ho comunque il sospetto che per eseguirla alla perfezione ci vogliano almeno tre mani. >. E se lei prima di cominciare ha voluto accostare le persiane tu che fai, come ti assicuri, usi gli occhiali a infrarossi? >. Molti sanno che dopo l’esito anche la donna più feroce si percepisce romantica e gradisce che l’uomo rimanga per qualche minuto dentro di lei. Nel caso contrario, quello con rapida estrazione e fuga, si senta trattata come una prostituta. Sentimento e sicurezza sono in questa fase più incompatibili che in altre. Mi tocca dirlo: Akuel e il professor Moroni (forse anche Barroso) caldeggiano tempi e modi che sono tipici dei rapporti mercenari. Non è finita qui, le istruzioni sono fitte e l’azienda produttrice non ci risparmia una lunga serie di avvertenze finali, ognuna con la sua faccetta imbronciata messa di fianco, a beneficio dei tardi di comprendonio. > . Il mondo è pieno di signori con la patente scaduta, con il libretto scaduto, con la bolletta scaduta, chissà quanti di loro controllano la scadenza dei cappuccetti. >. Non fatemi entrare in dettagli, vi prego, voglio soltanto condividere con voi la mia impressione che questi oggettini in lattice sembrano potersi danneggiare praticamente con tutto, forse anche con lo sguardo. E ho saltato anche qualche faccetta scura altrimenti facevamo notte. Arrivato alla fine del papiello ritorno all’introduzione, che avevo dimenticato di leggere. Qui nessuna faccetta ma ulteriori mani avanti. >. Siamo d’accordo, di sicuro nella vita c’è solo la morte. >. Ci siamo intesi benissimo, nonostante il linguaggio reticente, peccato che l’Aids provenga in primo luogo da Sodoma. Pertanto chiunque sappia leggere l’italiano può verificare, recandosi in farmacia come ho fatto io, che la Akuel conferma una per una le parole di Bendetto XVI: >. […] Il sesso sicuro non è sicuro, l’amore a rischio, invece, è una grande opportunità […] Il calo del desiderio dell’uomo occidentale è dovuto innanzitutto a una sensazione sgradevole di cui non si parla e che però serpeggia da quando gli anticoncezionali sono diventati di massa: l’inutilità di un gesto sempre più ridotto ai suoi dati meccanici, e che si vuole programmaticamente privo di conseguenze. [...] E così dopo una vita perfettamente igienica ci si troverà perfettamente soli, con l'unico conforto di non aver mai preso una malattia sessualmente trasmissibile. Per salvarsi da un simile destino bisogna cominciare a stare attenti a come si parla, è sufficiente limitare l'uso della parola > perchè la vita suoni meno insensata e cupa. Io l'ho fatto e uno dei miei massimi vanti è quello di non aver mai usato la più abominevole espressione contemporanea: >. Se ne fa un uso continuo in televisione, il grande media spermicida. Forse gli autori rischiano il licenziamento se a intervalli regolari non la mettono in bocca a lui o a lei. A me piace parlare di >[...]. Nella sua prima enciclica, la più urgente, il capo dell'istituzione più eterofila che ci sia, la Chiesa, non è mai stato così chiaro: non esiste netta separazione fra eros e agape, l'amore fisico è amore a tutti gli effetti. Il che è molto logico: se Dio è amore ed è ovunque, perchè proprio lì, in quel momento dovrebbe esserci? Parlare di amore fisico aiuta a ricomporre la pericolosa, manichea e non cristiana divisione fra corpo e anima. E magari ridare alla faccenda un po' di slancio romantico, il vento nei capelli, il brivido di non sapere come andrà a finire.".

Oggi si è perso questo senso della responsabilità verso il prossimo, a vantaggio del piacere e dell'interesse personale. Anche il sesso rientra in questa categoria perché oggi viene visto come una manifestazione di pura voluttà e non come un qualcosa di più profondo o il coronamento di un qualcosa di più grande, l'amore tra uomo e donna, o come una sorta di gara, in cui chi fa più sesso è il più "fico" e degno di rispetto. Bisogna recuperare i valori di base e riconsiderare anche la verginità come un valore. Tra i "valori di base" vi è sicuramente la responsabilità nel rapporto tra persone. Cordiali saluti.





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